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I pediatri chiedono a Occhiuto la riorganizzazione della rete assistenziale

Minasi: «Il cambiamento dell’attuale modello e è la vera necessità della sanità calabrese e rappresenta una dimensione decisiva per il futuro»

Pubblicato il: 07/01/2022 – 12:24
I pediatri chiedono a Occhiuto la  riorganizzazione della rete assistenziale

REGGIO CALABRIA Una riorganizzazione dell’intera rete assistenziale, capace di garantire risposte adeguate alle esigenze di salute della popolazione: è quanto chiede, in una lettera al presidente della Regione Roberto Occhiuto, il presidente della sezione calabrese della Società Italiana di Pediatria Domenico Minasi.
«Una riorganizzazione – scrive Minasi – che i pediatri calabresi ritengono oramai non più rinviabile e che dovrà essere attuata mediante l’elaborazione di nuovi modelli organizzativi, strutturati a diversi livelli operativi, capaci di superare le carenze strutturali, tecnologiche ed organizzative attualmente esistenti. Un processo di cambiamento che tuttavia, per essere innovativo ed avere successo, dovrà essere in grado, fin dall’inizio, di focalizzarsi contemporaneamente sia sulla gestione dell’attuale organizzazione della sanità che sul suo futuro cambiamento. Gestione dell’organizzazione significa ottimizzare le attività assistenziali esistenti migliorando l’efficienza, la velocita operativa, l’utilizzo delle risorse e delle capacità. Nel cambiamento dell’organizzazione il focus è invece sul medio lungo termine, gli obiettivi sono più strategici, la struttura è basata su un progetto fondato sull’innovazione e sulla trasformazione. Il cambiamento dell’attuale organizzazione è la vera necessità della sanità calabrese e rappresenta una dimensione decisiva per il futuro, anche in considerazione dei i fallimenti registrati da quei pochi e modesti tentativi effettuati in tal senso dalla politica regionale negli ultimi anni. Qualunque progetto di cambiamento comporta una serie di attività pianificate e finalizzate a generare output significativi che, nel caso della sanità, sono l’efficacia e l’efficienza delle cure nei diversi aspetti del processo assistenziale, preventivi, diagnostici e terapeutici, sia a livello territoriale che ospedaliero. Le attività del progetto sono limitate nel tempo, hanno un inizio ed una fine prestabiliti, devono contenere novità sostanziali, qualcosa che non è mai stata realizzata prima, richiedono un investimento sia economico che di risorse umane».
«È proprio il capitale umano – prosegue Minasi – che diventa essenziale nella definizione e nella realizzazione del progetto. Questa sarà una delle prime sfide per lei e per la sua nuova Giunta: selezionare il nuovo capitale umano basandosi esclusivamente sul merito e sulle capacità e non sull’appartenenza come purtroppo è stato fatto, quasi sempre, fino ad ora. Dovranno essere coinvolte persone nuove, anche per creare una reale e necessaria discontinuità con il recente passato, che abbiano provate e documentate competenze ed esperienze nel settore della salute, meglio un mix tra esperienze maturate nella nostra regione e in contesti considerati di best practice sanitarie e che credano nel progetto di un concreta trasformazione e sviluppo sostenibile dell’intera assistenza sanitaria regionale. Il capitale umano diventa indispensabile per creare due aree tecnico-operative essenziali per riorganizzare la sanità. Due team che operando in sinergia potrebbero garantire da un lato la gestione dell’attuale struttura assistenziale, in attesa che venga progressivamente sostituita dalla nuova, dall’altro la definizione e la realizzazione del nuovo progetto finalizzato al cambiamento organizzativo sia dell’assistenza territoriale che di quella ospedaliera nell’ambito di un unica, seppur diversificata, rete assistenziale regionale. Una possibile base di partenza per una nuova organizzazione potrebbe essere rappresentata dalla realizzazione delle aziende ospedaliere di area vasta a cui dovrebbe essere contestualmente associata una concreta riorganizzazione dell’assistenza territoriale, in accordo a quanto previsto dal Pnrr e nel contesto di un’ampia e concreta integrazione ospedale-territorio».
«Il futuro della Calabria, almeno per l’aspetto sanitario – conclude Minasi – è quindi nelle mani di chi sarà in grado di ottenere il giusto equilibrio tra gestione e cambiamento. Fino ad oggi la politica regionale ha sempre scelto, peraltro con scarsi risultati, la prima opzione. Siamo invece convinti che sotto la sua guida, quella attuale saprà dimostrare più coraggio scegliendo la seconda. In questa prospettiva la Società Italiana di Pediatria sez. Calabria è pronta a collaborare per dare ai bambini calabresi la sanità che meritano».

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