È morto Carmelo Puija. Sono momenti di dolore profondo e di moltissimi ricordi. Ricordi di una vita, di esperienze vissute intensamente, stagioni non scevre da problemi ma ricche di passioni e di volontà. Carmelo fu protagonista di quelle stagioni con vivacità, con il desiderio di fare. Erano tempi in cui l’agire in politica significava vivere, operare e costruire. Tempi, quindi, di sogni e ideali. Una umanità in cammino e il piacere di ritrovarsi con tanti amici a rendere meno periglioso il percorso che portava alla città dell’uomo nella giustizia e nella civiltà. Carmelo fu parte significativa della Democrazia Cristiana. Le esperienze maturate nei giovani Dc, nel partito, nell’amministrazione provinciale come presidente, nella giunta regionale, nel Parlamento e nel governo hanno lasciato tracce. Fu riferimento di moltissimi, fu animatore vulcanico di tante iniziative che hanno prodotto frutti fecondi. Quello era il mondo di Carmelo, era il mondo di tanti di noi. Era la vita, la forza di andare avanti. Non mi sento di dire che con Carmelo se ne va una storia. No, le belle storie rimangono scolpite nei cuori,. Le testimonianza non perdono forza e significato. Oggi c’è silenzio, aridità, narcisismo. Non ci sono passioni, si vive solo nel presente. Non c’è memoria, non ci sono ideali. E se non ci sono ricordi, non c’è la speranza, non c’è futuro ma un presente occupato da egoismi senza fine. Oggi c’è necessità di ritrovare la forza di ricominciare. Alla storia migliore bisogna riferirsi per ritrovare le ragioni per riprendere il cammino. È Alle tante testimonianze di dedizione che bisogna riportarci. E Carmelo Pujia fu testimone e parte di quelle storie umane che non muoiono ma vivono e possono riscaldare i cuori dopo tanti anni di gelo.
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