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Monsignor Maniago “entra” a Catanzaro: «Da oggi avete un cittadino in più, impressionato dal tanto di buono che c’è»

S’insedia il nuovo arcivescovo: «Consapevole delle recenti ferite, ma sono qui per guardare avanti». «Brutta visione la Cattedrale chiusa». «Sarei onorato di incontrare Gratteri»

Pubblicato il: 09/01/2022 – 12:38
di Antonio Cantisani
Monsignor Maniago “entra” a Catanzaro: «Da oggi avete un cittadino in più, impressionato dal tanto di buono che c’è»


CATANZARO «Da oggi i comuni della Diocesi di Catanzaro-Squillace e i suoi amministratori possono contare su un cittadino in più che ne ha a cuore le sorti e lealmente si impegna a caratterizzarne il volto». Con queste parole si è insediato il nuovo arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago. Fiorentino di nascita, proveniente dalla Diocesi di Castellaneta in Puglia, monsignor Maniago avvia oggi il suo episcopato in una comunità che sta vivendo un momento di estrema sofferenza lanciando anzitutto un messaggio di speranza: «Vengo con gioia, sono qui per andare avanti e riprendere tutto il bene che c’è e ce n’è tanto, per quel poco che ho potuto sbirciare di questa Diocesi sono impressionato dal tanto di buono che c’è. La stoffa – rileva il nuovo arcivescovo di Catanzaro-Squillace – è buona e adesso bisogna ritagliarla con un bel vestito, perché questa Diocesi lo merita». Il tratto affabile, sorridente, ma anche sobrio, asciutto e dinamico, e con le idee chiare, monsignor Maniago, che prende di petto poi un “vulnus” che da almeno tre anni angustia la Chiesa catanzarese, la chiusura della Cattedrale di Catanzaro per lavori di ristrutturazione di cui si sa quasi nulla: «Una brutta visione, riaprirla sarà una sfida e un obiettivo», dice senza termini il nuovo arcivescovo.

«Consapevole delle difficoltà ma anche delle ricchezze di questa terra»

La prima giornata di monsignor Maniago si snoda dalla visita al Centro calabrese di solidarietà – un’entrata inedita da una “porta stretta”, un angolo di periferia e sofferenza – all’incontro con gli organi di informazione, che subito entrano nel vivo delle questioni, ricordando la situazione di estrema sofferenza in cui versa la Diocesi catanzarese, negli ultimi mesi stremata per alcune vicende come la soppressione del Movimento Apostolico e le dimissioni anticipate di monsignor Vincenzo Bertolone, a cui monsignor Maniago succede. «Sono consapevole – esordisce il nuovo arcivescovo – delle difficoltà, delle fatiche e anche delle sofferenze di questa comunità ma sono anche consapevole al tempo stesso delle ricchezze di questa comunità, che dobbiamo fare in modo di far risplendere. Ci sono sicuramente tante cose positive, in questa diocesi, in questa città e in questa terra, che devono risplendere perché hanno anche una missione da compiere e dare un messaggio: la nostra Diocesi, Catanzaro, la Calabria non devono vivere per sé stessi, ma hanno una missione sociale e cristiana, visto che una delle prime Diocesi del Sud d’Italia è Squillace. Mi pongo con molta umiltà, intanto per conoscere le bellezze, che posso intuire di questa terra, e cercherò di capire meglio anche le ferite e le fatiche di questa terra, e poi mi metterò al servizio di questa terra. Sono qui per spendermi, non per passare le vacanze e nemmeno per venire solo a risolvere un problema, sono qui – rileva monsignor Maniago – per vivere, con la gente, camminare con i sacerdoti e tutta la gente per aprire una bella strada e una bella pagina per questa Chiesa e per questo territorio». E ancora: «Vengo con gioia in questa Diocesi. Sono consapevole ovviamente della situazione da cui la Diocesi di Catanzaro sta uscendo: sono qui proprio per far sì che questa Diocesi trovi una pagina nuova nel suo cammino, che è la pagina di una storia. Come la storia delle persone – spiega ancora monsignor Maniago – è una storia fatta di sofferenze, sconfitte e momenti brutti ma anche di momenti gioiosi, belli: si guarda avanti e bisogna andare avanti, e sono qui per andare avanti e riprendere tutto il bene che c’è e ce n’è tanto, per quel poco che ho potuto sbirciare di questa Diocesi sono impressionato dal tanto di buono che c’è. La stoffa è buona e adesso bisogna ritagliarla con un bel vestito, perché questa Diocesi lo merita».
Quindi monsignor Maniago aggiunge: «Non posso entrare nei dettagli, perché non li conosco, delle situazioni che hanno coinvolto i miei fratelli vescovi, l’esperienza di un vescovo si confronta con situazioni e dinamiche che possono anche metterlo a dura prova, dico che non possiamo che lavorare per fare in modo che la corresponsabilità sia o torni a essere la parola d’ordine, ripartendo da una realtà che non è solo teologica e astratta ma concreta. Dobbiamo rimetterci in cammino con umiltà, che è una virtù, la virtù – rimarca il presule – di chi ha la consapevolezze della propria missione, una missione che è ecclesiale ma ha una forte incidenza sociale. Quindi con umiltà dobbiamo metterci in cammino perché abbiamo le energie – la fede le attinge dal Vangelo, dal Signore Gesù Cristo – per poter riprendere il cammino e riaprire una strada che sia una buona strada».

«La legalità è nello spirito del Vangelo, bella l’esperienza di Gratteri»

Monsignor Maniago si sofferma poi sul tema della legalità, particolarmente “sensibile” nella realtà territoriale che la Diocesi di Catanzaro-Squillace ricomprende. «Mi metto sul solco della dottrina sociale, i cui principi vengono da una sapienza che non può non essere attenta alle dinamiche di giustizia e di legalità. A questo non ci sono sconti. La Chiesa fa la sua parte, non può sostituirsi e fare la parte che spetta ad altre istituzioni, ma – sostiene il presule – mi metto nella consapevolezza che come Chiesa di Catanzaro abbiamo il compito di alimentare nel cuore delle persone lo spirito del Vangelo, che non può che essere spirito di legalità: chi sceglie il Vangelo – sostiene monsignor Maniago – non può fare scelte alternative. Lavoreremo perché la vita delle persone sia sempre di più plasmata dal Vangelo, che è il modo con cui si realizzano persone che sappiano fare il giusto discernimento su situazioni pericolose». Parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa, monsignor Maniago poi dirà: «Sarei onorato di incontrare il procuratore della Repubblica Gratteri, per la sua bella esperienza. Lo conosco per fama, per il servizio che sta svolgendo per tutta la nostra nazione e in particolare per questo territorio».

«Mi dispiace non entrare in Cattedrale, farà di tutto per riaprirla»

Monsignor Maniago quindi non manca di evidenziare un suo “cruccio: «Riaprire la Cattedrale è sicuramente un obiettivo, immagino che non sia così facilmente raggiungibile ma il nuovo vescovo sicuramente impegnerà le forze anche per questo, perché oggi mi costa non poter fare il mio ingresso sedendomi sulla sedia episcopale in Cattedrale, è un piccolo dispiacere. Vengo da una Diocesi in Puglia in cui avevo la Cattedrale chiusa per restauri, ma con la differenza di restauri di qualche mese mentre qui ho capito che si tratta di diverso tempo. Mi sono già affacciato dall’Episcopio: è una brutta visione, chiusa e abbandonata. La voglio prendere come una sfida. Non so per quali problemi sia chiusa, li posso immaginare, ma farò di tutto perché torni a splendere».

«Il Centro calabrese di solidarietà è un posto bello»

Il suo primo approccio a Catanzaro è stata la visita al Centro Calabrese di solidarietà, straordinaria realtà che da anni si occupa del sostegno alle fasce deboli della popolazione e del recupero dei tossicodipendenti: «Parlando con un ragazzo, si chiama Angelo, che ha finito il percorso e uscirà, come fare a non emozionarsi e a non dire che vale la pena spendersi? Con fatica, nell’impegno, senza illudersi, con molta umidità, ma ne vale la pena, anche solo per Angelo questi 40 anni sono stati spesi bene. E questa – dice monsignor Maniago – è la logica che deve guidare una comunità cristiana. È davvero un posto bello, con persone belle. Ho davvero cominciato bene». Quindi, un messaggio di speranza legato all’emergenza Covid 19: «Porto la mia consapevolezza di questo momento drammatico che tocca l’intera umanità, e la fa straordinariamente solidale. L’auspicio è che si impari, da questa pandemia, dalla solidarietà che dovrebbe governare in positivo tutte le parti della terra. Anche oggi – osserva l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace – il pensiero va ai tanti malati, ai sofferenti, a chi ha perso la vita. Lo dico parlando in questa terra, nelle quale le difficoltà del sistema sanitario sono note, e il pensiero va anche alle persone impegnate in prima linea, gli operatori sanitari, che stanno reggendo a una situazione drammatica. Io non porto soluzioni, vengo per immergermi in questa realtà e cercare di viverla con pienezza, certamente portando la forza della speranza cristiana. Questa dev’essere la nostra carta vincente».

«Sud straordinario, lo testimonia la bellezza del fuochi d’artificio»

Il tratto affabile di monsignor Maniago poi risalta quando rimarca il grande cuore del Sud, che il presule ha iniziato a conoscere guidando la Diocesi pugliese di Castellaneta: «Ho scoperto al Sud quanto sia importante mantenere certi valori e certe dinamiche relazionali, che al Nord sono sparite e non è un caso. Ho imparato a esempio l’importanza e bellezza dei fuochi d’artificio. Qui ho scoperto quanto i fuochi di artificio siano dei modi popolari di fare festa. Ho visto vecchiette che mettono da parte 5 euro perché servono per i fuochi della festa patronale, perché poi li possano vedere tutti. I fuochi d’artificio – osserva il nuovo arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace – sono estremamente trasversali, non sono da ricchi o per pochi ma per tutti. È un esempio per dire quanto ho imparato al Sud, l’ho imparato anche toccando con mano certe fatiche tipiche del Sud: per un vescovo è devastante vedere tanti giovani che vanno via per studiare e lavorare».

«Massima collaborazione con le istituzioni»

«Di questo popolo mi riprometto di essere servitore offrendo alle istituzioni civili ogni possibile collaborazione, nel rispetto dell’autonomia e degli ordini», dirà poi monsignor Maniago nella Basilica dell’Immacolata incontrando le autorità civili e militari del territorio, a partire dal sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo. «Da oggi i comuni della Diocesi di Catanzaro-Squillace e i suoi amministratori – afferma il nuovo arcivescovo – possono contare su un cittadino in più che ne ha a cuore le sorti e lealmente si impegna a caratterizzarne il volto, secondo quel tratto umanistico che il vangelo propone e la Chiesa offre a tutti in una sapienza di vita e un’operosa testimonianza solidale. Mi impegnerò – conclude monsignor Maniago – ad amare questa terra con amore intelligente, solidale, operoso e riconoscente verso Dio».

L’omaggio delle istituzioni

Per monsignor Maniago anzitutto il saluto del sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo: «Mi ha colpito la dichiarazione che lei ha inviato appena saputo di essere diventato arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, quando sottolinea che “vuole spendersi con tutto il cuore per camminare insieme in questo tempo di grandi prove e grandi opportunità”, sembra riassumere, in poche parole, quello che i catanzaresi hanno fatto nell’ultimo, durissimo biennio. Monsignor Maniago, nei mesi scorsi lei ha evidenziato quanto la pandemia ci abbia scosso e provato, invitando a ritornare a ciò che è essenziale, all’autenticità per coinvolgere i giovani, ma anche a essere coraggiosi per affrontare in modo nuovo le sfide che la vita ci pone davanti. Credo che messaggi del genere siano i migliori possibili in tempi difficili come il nostro. Lei, Eccellenza, ha anche richiamato i tanti nodi che fanno male alla nostra terra – le povertà, le ingiustizie, le sofferenze – che vanno affrontate insieme, collaborando, condividendo, partecipando. Le istituzioni che ho l’onore e l’onere di dirigere, da sindaco e presidente della Provincia, hanno sempre messo in campo una sinergia preziosa, positiva e produttiva con l’Arcivescovado. Sono sicuro che sarà così anche sotto il suo altissimo magistero, cominciato con un gesto concreto e bellissimo come è stato l’incontro con i giovani e gli operatori del Centro calabrese di Solidarietà, una delle più importanti e attive realtà del sociale non solo di questo territorio, ma di tutta la Calabria. Vedrà – dice Abramo – che a Catanzaro sono numerose, e tutte meritevoli di attenzione, le realtà in cui le persone si rimboccano le maniche per aiutare le persone più bisognose, gli ultimi. La vitalità della Caritas, delle associazioni, delle parrocchie, dell’ampio mondo del volontariato ha sempre dimostrato quanto grande sia la voglia dei catanzaresi di contribuire al bene della comunità. Siamo un popolo che non sa stare con le mani in mano, che ha fede e la mette in pratica giorno dopo giorno. In terre complicate come la nostra, che già scontano un pesante scarto rispetto al resto del Paese, l’impegno dei singoli non basta mai, i problemi non si risolvono dalla sera alla mattina, ma vedrà quanto questa comunità, coesa e aperta, sarà disponibile alla scoperta quotidiana e all’arricchimento reciproco». A rappresentare la Regione il consigliere regionale Antonio Montuoro: «Ho avuto il grande onore di essere delegato dal nostro presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per portare il caloroso saluto di tutto il Consiglio regionale. Rivolgiamo il nostro benvenuto – dice Montuoro – arricchito dell’umanità e dell’accoglienza che la nostra gente sa riservare, con l’impegno di lavorare insieme con sinergia e partecipazione per la crescita sociale e spirituale nella nostra comunità lungo un cammino di fede e di speranza». (redazione@corrierecal.it)

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