VIBO VALENTIA Daniele Bono, pentito 35enne di Gerocarne, domani non deporrà al processo “Rimpiazzo”, in programma al Tribunale di Vibo contro il clan dei Piscopisani. Bono, che collabora con la giustizia dal 2012, non ritiene vi siano le condizioni di sicurezza necessarie per partecipare, seppure in remoto, all’udienza. Lo rende noto la Gazzetta del Sud, che riporta le ragioni del collaboratore di giustizia. La tutela nei confronti di Bono è stata «attenuata, nel senso che l’originario livello di sicurezza mi è stato sospeso nonostante i pareri espressi in merito da Dna e Dda favorevoli al ripristino del primo livello di sicurezza». In sostanza, secondo la Prefettura del centro in cui si trova, può avere la tutela più alta solo se si reca in Calabria. Per l’udienza in video conferenza di domani, però, il pentito dovrà spostarsi in un’altra regione e «ciò significa che dovrei muovermi senza le adeguate misure di sicurezza, per cui non ci sarò perché non posso rischiare la vita anche per i capricci di non so chi. Preciso che rimango a disposizione della Procura come ho sempre fatto, ma con le misure adeguate».
La situazione si è, poi, complicata negli ultimi giorni, quando Bono riferisce di aver incontrato persone originarie di Acquaro nei pressi del residence in cui alloggia. «Per questo motivo – aggiunge – sono in attesa di essere trasferito in altra località protetta perché qui non sono più sicuro».
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