REGGIO CALABRIA Sono arrivate le richieste dell’accusa nel procedimento “Epicentro”, nato dall’unione di tre separate inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contro le cosche del “mandamento Centro”.
Il cuore pulsante è il quartiere di Archi, feudo della cosca De Stefano, ma le indagini condotte dalla procura guidata da Giovanni Bombardieri hanno portato a svelare gli interessi delle cosche anche in altri quartieri della città, dal Centro fino a Pellaro, Cannavò e Gallico. Circa otto secoli di carcere sommando le richieste complessive avanzate al tribunale dal procuratore capo, nei confronti dei 59 imputati.
L’immagine resa nel procedimento è quella di una «’ndrangheta destefanocentrica» e unitaria. Per Carmine e Giorgio De Stefano, chiesti rispettivamente 20 anni di reclusione. Come ricostruito nel corso delle udienze dai pubblici ministeri Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Giovanni Calamita, sarebbero oggi rappresentazione dei vertici della potente famiglia “arcota”. Insieme a loro anche Paolo Rosario De Stefano (anche per lui chiesti 20 anni di reclusione). L’indagine “Nuovo Corso” dimostrerebbe i suoi appetiti sul settore degli appalti del centro città – tra cui quello per il rifacimento della pavimentazione di parte del corso principale – e la morsa estorsiva entro cui teneva confinati diversi imprenditori.
Federate ai De Stefano sono le cosche “Molinetti” e “Tegano”, colpite in particolare dall’inchiesta “Malefix” (parte di questo procedimento) dello scorso giugno 2020. Alla sbarra anche i vertici delle “famiglie” Rugolino, Ficara, Latella e Zito-Bertuca. Le trame della ‘ndrangheta di Reggio Città sono divenute ancor più complesse col passare degli anni, come raccontato anche in “Metameria”, che coi suoi due filoni va ad interessare in particolare le attività criminali delle “famiglie” Barreca e Condello. Ad esempio, vengono raccontati gli avvicendamenti occorsi nel quartiere Pellaro dalla caduta alla riorganizzazione della cosca Barreca. Il boss, Filippo Barreca – anche per lui chiesti vent’anni di reclusione – avrebbe provato a riconquistare il potere nel quartiere di riferimento sfruttando gli allontanamenti per motivi sanitari che gli permettevano di volta in volta di lasciare il 41-bis. Richieste di pena anche altri componenti della sua famiglia, come la figlia Luana (chiesti 5 anni) e il genero Antonino Labate (18 anni), pentitosi proprio in seguito alla recente inchiesta. Ma oltre a loro sono altri i nomi che dalle pagine degli investigatori vengono passati in rassegna nell’odierno compendio accusatorio. Come quello di Antonio Libri, autodefinitosi, stando ad alcune intercettazioni, l’attuale reggente della cosca di Cannavò o Giandomenico Condello, ai vertici dell’omonima “famiglia”. Anche per loro le richieste sono di vent’anni ciascuno. «Non è possibile – hanno detto i pm – che da 20 anni questa città debba vivere sotto la pressione sempre delle stesse persone. Noi vogliamo una città in cui se arriva a Carmine De Stefano, la gente possa dire “e chi se ne frega”».
DE STEFANO Carmine anni 20 di reclusione;
DE STEFANO Giorgio anni 20 di reclusione;
MOLINETTI Luigi anni 20 di reclusione;
MOLINETTI Alfonso cl.57 anni 18 di reclusione;
MOLINETTI Salvatore Giuseppe cl. 82 anni 16 di reclusione;
RANDISI Antonino anni 16 di reclusione;
SERIO Antonio anni 16 e mesi 8 di reclusione;
LIBRI Antonio anni 20 di reclusione;
MANGIOLA Edoardo anni 20 di reclusione;
POLIMENI Carmine anni 20 di reclusione
LAVILLA Antonio anni 10 e mesi 8 di reclusione;
CANZONIERI Donatello anni 20 di reclusione,
DE STEFANO Orazio Maria Carmelo anni 18 di reclusione;
POLIMENO Lorenzo anni 16 di reclusione;
DE CARLO Maurizio Pasquale anni 3 e mesi 4 di reclusione;
BEVILACQUA Cosimo anni 17 di reclusione;
ARTUSO Antonio Riccardo anni 8 di reclusione;
TEGANO Domenico anni 20 di reclusione;
POLIMENI Antonino Augusto anni 15 di reclusione;
ABOULKAIR Achraf anni 5 di reclusione;
BARRECA Filippo anni 20 di reclusione;
LABATE Antonino anni 18 di reclusione;
LABATE Francesco anni 18 di reclusione;
CALABRO’ Domenico anni 20 di reclusione;
BARRECA Luana anni 5 di reclusione;
FOTI Giovanni Battista anni 18 di reclusione;
BELLINI Marcello anni 20 di reclusione;
PALUMBO Filippo anni 10 di reclusione;
CAMPOLO Giuseppe anni 6 e mesi 8 di reclusione;
CAMPOLO AMATO Salvatore anni 6 e mesi 8 di reclusione;
POLITI Pasquale anni 16 di reclusione;
CONDELLO Demetrio anni 20 di reclusione;
MONORCHIO Antonino anni 20 di reclusione;
FRACAPANE Giovanbattista anni 20 di reclusione;
GATTUSO Demetrio anni 16 di reclusione;
LATELLA Antonino anni 13 di reclusione;
LEUZZO Giuseppe anni 18 di reclusione;
CONDELLO Giandomenico anni 20 di reclusione;
GERMANO’ Luigi anni 3 e mesi 8 di reclusione;
GERMANÒ Santo anni 3 e mesi 8 di reclusione;
GIUSTRA Francesco, anni 12 di reclusione;
CAPPELLERI Antonio anni 10 di reclusione;
MODAFFERI Maria anni 3 e mesi 8 di reclusione;
PIZZIMENTI Nicola anni 18 di reclusione;
RAFFA Giovanni Francesco anni 2 e mesi 6 di reclusione;
TRIPODI Paolo anni 10 di reclusione;
VAZZANA Andrea anni 10 di reclusione;
SARACENO Salvatore anni 3 e mesi 6 di reclusione;
PIZZIMENTI Giuseppe anni 2 e mesi 6 di reclusione;
ARANITI Giuseppe anni 2 mesi 6 di reclusione;
ARICO’ Francesco anni 17 di reclusione;
GIUNGO Andrea anni 18 di reclusione;
ZAPPIA Vincenzino anni 10 di reclusione;
MORABITO Domenico anni 18 di reclusione;
MORABITO Paolo anni 8 di reclusione;
CAPONERA Paolo anni 13 di reclusione;
DE STEFANO Paolo Rosario anni 14 di reclusione;
MUSOLINO Domenico anni 12 di reclusione.
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