LAMEZIA TERME Favori, scorciatoie, raccomandazioni. È il mondo nel quale navigherebbero – secondo quanto emerge dal racconto del sottotenente del Ros Alessandro Caruso – Giovanni Giamborino, considerato uomo di fiducia del boss Luigi Mancuso, e Giancarlo Pittelli, avvocato, ex parlamentare, accusato, tra le altre cose, di concorso esterno in associazione mafiosa nel maxiprocesso Rinascita Scott. Nell’aula bunker di Lamezia Terme il sottotenente – che ha risposto alle domande del pm Andrea Mancuso – sviscera quelle che sono state le indagini del Reparto operativo speciale dei carabinieri in merito alla figura di Giovanni Giamborino alla quale si affianca sempre anche quella di Giancarlo Pittelli, chiamato a risolvere problemi da parte della cosca Mancuso.
È il caso, per esempio, di Antonio Mobilio (non imputato in questo procedimento), amico di Giamborino che desidera fare carriera all’interno del genio civile. Giamborino millanta conoscenze (come quella con il politico cosentino Nicola Adamo) e afferma di avere una salda presa sull’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli: «Siamo fraterni amici. Se gli dico che si deve buttare dal ponte si butta dal ponte, capito?». La vicenda dell’interessamento di Giamborino all’avanzamento di carriera di Mobilio, descritta dalla indagini del Ros, mette in luce la figura di Giamborino e la sua (presunta) capacità di poter arrivare ovunque, tanto da cercare strade anche per poter raggiungere il super manager della Regione Calabria Domenico Pallaria, cosa che emergerebbe sempre dalle intercettazioni sulle quali Caruso è chiamato a deporre. Un dialogo, quello tra Giamborino e Mobilio, che stando alle intercettazioni seguite dal sottotenente Caruso, parte a novembre 2016 e si dipana fino a giugno 2017 con l’ultima intercettazione nel corso della quale Giamborino fissa con Mobilio un incontro con l’avvocato Pittelli.
Inizialmente, siamo a novembre del 2016, Giamborino promette a Mobilio «che avrebbe parlato per tale raccomandazione con Nicola Adamo (è imputato in Rinascita Scott ma non in merito a questa vicenda, ndr)».
«Adesso parlo io per il fatto, ti ho detto che per Natale parlo io con Nicola Adamo come lo vedo. Che io per Natale lo vedo, dice Giamborino a Mobilio. Il teste racconta anche che a un certo punto Mobilio si chiede se Adamo non avesse cercato per sé un proprio tornaconto per la raccomandazione che concedeva. «Ma io questo favore te lo devo fare perché? A me cosa mi esce?», è il ragionamento che secondo Mobilio avrebbe fatto Adamo. Giamborino gli spiega che il suo compito sarebbe stato quello di mettersi a disposizione.
A dicembre 2016, emerge dalle intercettazioni, Giamborino rassicura Antonio Mobilio che avrebbe cercato di aiutarlo a realizzare il suo progetto di avanzamento di carriera: «Tonino, ti ho detto io che se tutto va bene vado e parlo, faccio salti mortali. Ti sto dicendo che ho strade, ho strade non indifferenti e se dipende da qualche dirigente della Regione… basta che tu mi dai l’indicazione perché c’è… tu lo conosci, per nome sicuramente. L’avvocato Pittelli è stato due volte deputato e una volta senatore… Giancarlo… con me siamo fraterni amici. Se gli dico che si deve buttare dal ponte si butta dal ponte, capito?»
Successivamente Giamborino spiega a Mobilio quale fosse l’influenza di Pittelli e di Nicola Adamo. Per quanto riguarda l’avvocato Giamborino dice: «Lui a Catanzaro fa quello che vuole. Se dipende da Catanzaro. Per quanto riguarda l’assessore regionale della politica – aggiunge poi Giamborino – il migliore in assoluto in questo momento è solo Nicola Adamo. Perché Nicola Adamo comanda il presidente (si riferisce a Mario Oliverio all’epoca presidente della giunta regionale, ndr)».
Mobilio replica: «Quindi nonostante gli schiaffi che ha preso…»
«No – gli risponde Giamborino – l’hanno fatto apposta che lo sanno che comanda lui. La moglie è deputato… la moglie di Nicola, Bruno Bossi (sic!)… la prima eletta nel collegio della Calabria, capito?».
«Chi è questa Bruno Bossi?», chiede il pm Mancuso al teste.
«La Bruno Bossi indicata dal Giamborino – risponde Caruso – è Vincenza Bruno Bossio, è la moglie di Nicola Adamo».
La sera del 31 gennaio 2017 Giovanni Giamborino si trovava a bordo della sua auto in compagnia di Mobilio. «Giamborino – dice il sottotenente – osannava quella che era la figura di Nicola Adamo e della moglie in quanto gli stessi erano già diverso tempo in politica e avevano maturato conoscenze all’interno della Regione Calabria.
Quello che Giovanni Giamborino si augura da parte di Mobilio per ricambiare il favore è che «se ho bisogno ci posso contare, dormire con settemila cuscini, che se ti mando qualcuno so che avrai riguardo». Mobilio gli dà rassicurazione esclamando «La Madonna!».
Nella serata dello stesso 31 gennaio 2017, Giamborino dopo avere ricevuto una telefonata dell’avvocato Pittelli, dice a Mobilio che il legale «a Pallaria lui lo conosce pure bene». Lo scopo di Giamborino e Mobilio è quello di arrivare a Domenico Pallaria, uno dei più importanti direttori generali della Regione Calabria. Infatti nella serata del 5 aprile 2017 Antonio Mobilio chiede a Giamborino chi conosce bene a Mimmo Pallaria. Il funzionario che voleva fare carriera chiede a Giamborino di «lasciare fottere a Pittelli. Dobbiamo parlare con qualcuno della sinistra». Giamborino risponde: «Chiamiamo Nicola Adamo».
La figura dell’avvocato Pittelli è sempre importante per Giamborino e Mobilio. Tanto che qualche tempo prima, a febbraio dello stesso anno, Mobilio contattava Giamborino per dirgli di essere stato chiamato dal suo direttore generale «il quale gli spiegava di essere stato avvicinato da terze persone», racconta il sottotenente Caruso. «Giovanni – dice Mobilio – purtroppo mi ha chiamato il direttore generale a quattr’occhi, mi ha detto: “Tonino, tu sei una persona intelligente”, io già avevo capito dove voleva arrivare…». Giamborino chiede: «Quindi si è impegnato Pittelli? Perché a me l’ha detto». Mobilio gli dà piena conferma: «Sì, sì, ha smosso pure Buttiglieri, mi ha detto». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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