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Lavoratori della clinica “Misasi” sgomberati dalle forze dell’ordine

Il consigliere regionaleComito: entro 48 ore sarà convocata una riunione sulla vertenza. Orrico (M5S): non paghino i più fragili

Pubblicato il: 13/01/2022 – 20:57
Lavoratori della clinica “Misasi” sgomberati dalle forze dell’ordine

COSENZA È stato sgomberato dalle forze dell’ordine il presidio dei lavoratori e delle lavoratrici che da questa mattina si trovavano sul tetto della clinica “Misasi” a Cosenza in segno di protesta contro i licenziamenti. A darne la notizia e il sindacato Usb lavoro privato.
Il presidente della terza commissione regionale Sanità, Michele Comito, ha garantito che entro 48 ore sarà convocata una riunione per affrontare la vertenza impegnandosi a mettere in campo azioni risolutive che tutelino i lavoratori. 

Orrico (M5S): «Non siano i più fragili a pagare il prezzo della crisi»

Anche la parlamentare del M5S Anna Laura Orrico è intervenuta sulla protesta. «Questa mattina, a Cosenza, tre dipendenti della storica Casa di cura San Bartolo-Misasi, che ha ultimamente cambiato proprietà, sono saliti sul tetto dell’edificio con delle taniche di benzina minacciando di farsi del male – ha scritto sul proprio profilo Fb –. Hanno da poco ricevuto una lettera di licenziamento. Non sono gli unici ad essere stati licenziati. In tutto sono 51 i dipendenti della struttura privata convenzionata rimasti senza lavoro, in piena pandemia, col nostro sistema sanitario in affanno. Un vicenda umanamente drammatica ed un’autentica bomba sociale pronta a deflagrare perché con loro ci sono altrettante famiglie calabresi che rimarranno senza un sostegno economico, talvolta l’unico, ad affrontare un periodo di crisi difficile per tutti».
«In questo momento – continua Orrico – è dunque necessario salvaguardare ogni singolo posto di lavoro ed impegnarsi affinché il dialogo fra le parti non si spenga provando a trovare soluzioni nel breve e nel lungo periodo. Ecco perché è non solo auspicabile, ma doveroso, che le istituzioni competenti – con in prima fila la Regione Calabria che si era in tal senso dimostrata disponibile – si spendano per attivare al più presto un tavolo di confronto fra la proprietà, i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Non lasciamo che il prezzo della crisi venga pagato sempre dai più fragili».

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