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L’ultimo saluto a Sassoli. L’omelia: «Portiamo nel cuore il tuo sorriso mite»

Le esequie solenni nella chiesa di Santa Maria degli Angeli con le più alte cariche dello Stato e dell’Unione europea

Pubblicato il: 14/01/2022 – 14:03
L’ultimo saluto a Sassoli. L’omelia: «Portiamo nel cuore il tuo sorriso mite»

ROMA Ultimo saluto a David Sassoli, il presidente del Parlamento Ue morto nei giorni scorsi. In corso i funerali di Stato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli con le più alte cariche dello Stato e i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue von der Leyen e Michel. Ieri folla ininterrotta alla camera ardente allestita in Campidoglio. 
Con una bandiera europea posata sopra, il feretro di David Sassoli è stato accompagnato da sei carabinieri in alta uniforme all’interno della basilica. A Sassoli sono stati tributati gli onori militari con tre squilli di tromba.  
«Tanti lo consideravano uno di noi per quell’aria empatica, un po’ per tutti era un compagno di classe, quello che tutti avremmo desiderato, che sicuramente ci avrebbe aiutato». Così nella sua omelia al funerale di Stato di David Sassoli il cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, amico sin dai tempi del liceo dello scomparso presidente del Parlamento europeo.
«Sceglievi parole pacate e calibrate, le scagliavi come un arciere nel nostro cuore, parole che hanno modellato il nostro Paese e l’Europa, parole che profumano di fraternità». Lo ha detto padre Francesco Occhetta, gesuita e politologo, in apertura dei funerali di Stato dello scomparso presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Occhetta ha ricordato che Sassoli aveva «la forza per camminare se tare dalla parte del bene e dei deboli. Lo sapevi e lo dicevi, il miracolo dell’eucarestia è che più cresce condivisione e più diminuiscono pace e povertà – ha aggiunto -. Sempre spinto a fare un passo in più. Il popolo ti ha riconosciuto come un presidente mite e prossimo».
«Era un uomo di parte e anche un uomo di tutti, la sua parte era quella della persona: per lui la politica doveva essere per il bene comune. Ecco perché voleva un’Europa unita con i valori fondativi, e ha servito perché le istituzioni funzionassero. Non ideologie ma ideali, non calcoli ma una visione». Lo ha detto nella sua omelia l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, che ha citato l’ultimo messaggio di David Sassoli, prima di Natale, nell’omelia durante il funerale di Stato dello scomparso presidente del Parlamento europeo, suo amico dai tempi del liceo. «Abbiamo visto nuovi muri, i nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità, muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo dalla fame dalla guerra dalla povertà – aveva detto Sassoli in un messaggio di auguri sui social, pochi giorni prima dell’ultimo ricovero in ospedale -. Il periodo del Natale è il periodo della nascita della speranza e la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini e quando combattiamo contro tutte le ingiustizie».
«Hai sfondato muri di gomma con la tenacia della tua gentilezza, con l’ostentazione del rispetto che avevi per gli altri, con lo sfinimento del dialogo, la forza della prudenza e la dirompenza della tua mitezza. A noi lasci una caparbia lezione di ottimismo». Così gli ex colleghi del Tg1 hanno ricordato David Sassoli, in un messaggio letto durante il funerale di Stato dalla giornalista Elisa Anzaldo. Con voce rotta dalla commozione, Anzaldo ha rievocato quando «arrivava trafelato in studio» poco prima dell’inizio del Tg, il «maledettissimo vizio del fumo», la sua ritrosia di fronte ai social network: «Lui diceva, “ma io sono qui, parliamoci”. Diceva che è social buttare giù un muro, perché dietro c’è un mondo. Che è social accogliere un migrante, perché dietro di lui c’è una comunità. Che La famiglia è più ricca e moderna di un gruppone Facebook».
«Un’ondata di affetto ci ha travolto al Tg1 – ha detto – e ci ha fatto ricordare tanti momenti: se a mensa se ti scappava poco poco l’inizio di una discussione politica non ti si fermava più, partivi da De Gasperi, per concludere che qualcosa comune bisognava farla. E l’hai fatta. Dicevi, il problema degli altri è il mio problema, L’indifferenza non è un’opzione, tutti gli insegnamenti di don Milani che avevi respirato a casa e raccontavi a noi».
Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Mario Draghi. Entrato nella basilica, Draghi ha stretto la mano al premier spagnolo Pedro Sanchez, giunto poco prima di lui, e poi ha salutato i vertici delle istituzioni europee, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio e Renato Brunetta sono stati tra i primi ministri giunti alla basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma. Fra i circa 300 partecipanti c’erano anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il segretario del Pd Enrico Letta, il senatore a vita Mario Monti, Gianni Letta, e la delegazione del Parlamento europeo. All’esterno della basilica era radunata una folla di giornalisti, operatori tv e fotografi, ed è stato allestito un maxischermo su cui è stata trasmessa in diretta la cerimonia, celebrata officiata dall’arcivescovo di Bologna Cardinale Matteo Zuppi e concelebrata dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, dal Vicario generale per la diocesi di Roma Cardinale Angelo De Donatis, dal Segretario per i Rapporti con gli Stati Paul Gallagher, da Mons. Massimiliano Boiardi e da Padre Francesco Occhetta.

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