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«Gli ospedali di Trebisacce e Praia riaprono grazie a una sentenza del Consiglio di Stato»

L’appello di Comunità competente e del Comitato sanità pubblica Pollino: «I sindaci devono garantire il diritto alla salute. La sanità è al collasso»

Pubblicato il: 15/01/2022 – 21:09
«Gli ospedali di Trebisacce e Praia  riaprono grazie a una sentenza del Consiglio di Stato»

COSENZA «Apprendiamo dalla stampa che l’onorevole Occhiuto, attuale presidente della Regione e commissario alla sanità calabrese, annuncia l’apertura degli ospedali di Trebisacce, Praia a Mare e Cariati come primo evidente segnale dello “slancio e determinazione dello stesso governatore e dell’intera coalizione di centrodestra sul fronte della sanità, nell’ottica di dare risposte chiare e certe alle inderogabili necessità delle popolazioni”. Nella nota emanata si legge anche che si restituisce alla gente d’Alto Ionio un importante presidio ospedaliero.
Va ricordato, tuttavia, che Trebisacce, come Praia a Mare, riapre grazie a una sentenza del Consiglio di Stato. Inoltre, il Commissario Longo nelle linee guida degli atti aziendali aveva già previsto che entrambi i presidi ospedalieri fossero riaperti come Case della salute e solo in seguito alle proteste dal basso, lo stesso ex commissario riportò i due presidi al rango di ospedali.
Nulla viene detto invece degli oltre 15 milioni di euro previsti per realizzare le Case della salute di Trebisacce e Praia a Mare e che sembrano ridotti a pochi spiccioli.
Noi ci appelliamo ai sindaci dei comuni coinvolti affinché si facciano garanti del diritto alla salute dei loro cittadini: la riapertura di un ospedale deve essere tale da tutelare innanzitutto la salute delle persone attraverso la necessaria personalizzazione delle cure, promuovendo quella “medicina di prossimità” che il Piano di rientro ha “distrutto” con il blocco delle assunzioni.
Nulla ha senso, se non si interviene urgentemente sul rilancio dei Consultori familiari, dei centri per la cura del disagio mentale, della specialistica ambulatoriale interna. Noi chiediamo con forza che entrino finalmente a regime, dopo dieci anni dalla previsione di legge, le Aggregazioni funzionali Territoriali (h12) e le Unità Complesse di Cure Primarie (h24) in cui chi svolge la funzione di Mmg abbia un ruolo da protagonista della cura della persona insieme a Pls, specialisti ambulatoriali interni con la figura importantissima e strategica, quella dell’infermiera/e di Comunità oltre alle altre figure assistenziali.
Chiediamo, inoltre, che siano attuati nelle strutture sanitarie territoriali e in tutti gli ospedali, anche quelli di cui si annuncia la riapertura, secondo i parametri previsti dai Lea, gli screening gratuiti per la prevenzione di tumori femminili e tumori del colon retto e che siano utilizzati i finanziamenti per la Telemedicina di cui già dispone la Regione da alcuni anni per realizzare finalmente anche nella nostra regione la filiera virtuosa: cure a domicilio – strutture sanitarie territoriali intermedie – presidi ospedalieri a norma. La gente di Calabria non può più attendere, le note politiche non sono più sufficienti a garantire consenso politico. Il Servizio Sanitario Regionale è al collasso e il diritto inalienabile alla salute è compromesso. Non c’è più tempo!». Lo dichiarano in una nota Rubens Curia – portavoce di Comunità Competenti e Antonia Romano e Mario Viola – rappresentanti del Comitato per la difesa e la promozione della sanità pubblica Pollino.

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