CATANZARO Il tavolo è completamente fermo, nel senso che non è ancora stato convocato, ma i ragionamenti corrono sotto traccia sull’asse Catanzaro-Roma. In un contesto sempre estremamente frastagliato e ancora parecchio diviso, il centrodestra ha avviato le grandi manovre per le Comunali del post Abramo Quater: per il momento le trattative sono ancora al livello embrionale, quasi individuale, fino a quando non si sarà dipanata la partita del Colle nella Capitale non ci sarà nessuna decisione “nero su bianco”. Ma già si sta facendo sul serio, nel centrodestra catanzarese, con i big che si stanno annusando e muovendo con parecchia circospezione, perché le tossine del dopo Regionali e i riposizionamenti e i nuovi rapporti di forza che ne sono derivati rendono il quadro ancora piuttosto fibrillante. In attesa del tavolo decisorio di Roma, comunque, ci si sta parlando, a fatica e a compartimenti stagni ma ci si sta parlando, e nell’ultima settimana con una certa accelerazione, anche alla luce di quanto sta accadendo nel campo del centrosinistra, dove i papabili candidati sindaco pullulano (sono già tre di matrice più o meno democrat e ora si starebbe aggiungendo anche il movimento di De Magistris).
La parola d’ordine nel centrodestra è quello di ritrovare l’unità oggi perduta, perché questo sarà il presupposto per restare maggioranza a Palazzo De Nobili, ma non sarà facile: in ogni caso, queste dinamiche saranno alla fine alla base della scelta del candidato sindaco. Scelta che (di fatto, non ufficialmente), sarebbe in capo a Fratelli d’Italia, finora rimasta alla finestra nella designazione dei papabili nei capoluoghi calabresi, ma dai meloniani guidati dalla parlamentare Wanda Ferro sarebbe partito all’indirizzo degli alleati un messaggio preciso: non c’è nessuna intenzione di imbastire prove muscolari sulla partita di Catanzaro, a patto che anche gli alleati facciano altrettanto. Sulla scena, in queste settimane, tra gli attori principali c’è il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, plenipotenziario della Lega sul territorio ma anche ispiratore di un movimento, “Federazione popolare”, che ha spostato un po’ di equilibri nel centrodestra cittadino. In movimento, anche se con qualche difficoltà a far pesare la sua parola, anche il sindaco uscente Sergio Abramo oggi leader di Coraggio Italia. Alla finestra invece Forza Italia, che sul territorio sconta l’appannamento della leadership del leader storico Mimmo Tallini a scapito della crescita di un gruppo riconducibile al coordinatore azzurro Giuseppe Mangialavori: a quanto risulta da fonti del centrodestra, i forzisti al momento hanno più la necessità di riorganizzarsi che non di rivendicare spazi che nemmeno hanno la forza di rivendicare, fermo restando che la loro voce avrà comunque un peso decisivo nella scelta del candidato sindaco.
Quanto ai nomi, ne sono già spuntati tanti, e quasi altrettanti ne sono stati bruciati per motivi assortiti. Si procede a colpi di sponsorship: Abramo a esempio si starebbe spendendo per l’attuale presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni. Ma ad oggi il nome che sembra più quotato è quello dell’ex consigliere regionale ed ex presidente della Commissione Sanità a Palazzo Campanella Baldo Esposito, candidato a ottobre nella lista dell’Udc per la Regione ma non rieletto e comunque non ufficialmente inquadrato in nessun partito: un aspetto che rappresenta al tempo stesso un limite ma anche una forza, nel senso che il nome di Esposito potrebbe essere quello di superamento e di decantazione delle balcanizzazioni della coalizione. Del resto, Esposito ha un profilo che ben si adatta a quello di un candidato sindaco – esperienza, moderazione, ottime entrature negli ambienti (non prettamente politici…) che a Catanzaro contano… – e ha “buoni uffici” con tutti i big del centrodestra, a partire da Mancuso, che – riferiscono fonti accreditate – lo avrebbe anche già sussurrato all’orecchio del leader della Lega Salvini ricevendone un sostanziale “ok”. Al momento è Esposito l’uomo forte, ma dal centrodestra fanno intendere che ancora ce ne vorrà prima di chiudere il dossier Catanzaro. Se ne parlerà comunque dopo che ci sarà il nuovo inquilino del Quirinale. (a. c.)
x
x