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la riflessione

«Questa ansia da vaccino non ci aiuterà a battere il Covid»

Da qualche settimana si è attivata la corsa spasmodica al vaccino alla dose salva covid che su impulso molto direttivo (per non dire altro…) del nostro Governo con l’ultimo decreto ha creato in …

Pubblicato il: 16/01/2022 – 12:48
di Vincenzo Caserta*
«Questa ansia da vaccino non ci aiuterà a battere il Covid»

Da qualche settimana si è attivata la corsa spasmodica al vaccino alla dose salva covid che su impulso molto direttivo (per non dire altro…) del nostro Governo con l’ultimo decreto ha creato in tutti i non vaccinati l’ansia a ricevere la dose salva guai.
Ma siamo sicuri che con questo continuo tartassare i cittadini riusciamo a frenare la forza propulsiva e continuamente cangiante di questo maledetto ed invisibile nemico che ormai da solo riesce a piegare il mondo intero?
Chi parla è super vaccinato quindi convinto che l’unica soluzione praticabile al momento per salvaguardare parzialmente la propria incolumità sia il vaccino.
A me pare che il lavoro dei vari organismi internazionali e nazionali preposti alla nostra tutela sia stato impostato in modo erroneo e con una mancata equità di trattamento tra i popoli del nostro universo.
Siamo in pandemia da due anni ormai, pertanto lo stato di diffusibilità del virus è totale. La medicina ha prodotto con estrema velocità forme di tutela alla cura della infezione che risultano efficaci ma non al punto in cui gli essere umani sono tutelati integralmente dagli attacchi e dalle innumerevoli varianti che il virus produce nel mondo.
Sembra quindi facilmente deducibile che gli organismi internazionali, l’Oms ,l’Onu innanzitutto e tutte le aggregazioni e i paesi economicamente più sviluppati al mondo avrebbero dovuto porsi il problema delle nazioni e dei popoli in ritardo di sviluppo in particolare l’Africa che rappresenta tra tutti l’aggregazione di popoli che necessita di maggiore sostegno e di supporto a frenare l’avanzata.
Sono sempre i poveri a pagare le conseguenze anche in questi casi!
Diventa pertanto indispensabile che a questi cittadini sia distribuito alla pari degli altri popoli il vaccino non nelle risicate percentuali pari al 10% in cui a oggi è stato fatto.
In questi casi non bisogna pensare alla economia ed alle holding farmaceutiche che brevettano prodotti vaccinali piuttosto bisogna consentire ad esse sciogliendo qualsiasi vincolo di diffondere il o i prodotti a tutti senza limiti e senza costi.
Forse, se questo fosse stato fatto subito (abbiamo avuto un anno di tempo) non si sarebbe arrivati oggi a tre inoculazioni vaccinali a persona solo nel nostro Paese e si annuncia … ahinoi la quarta. È possibile continuare cosi?
Bisogna convincersi che sarebbe stato opportuno (forse..) vaccinare con una sola dose tutti, per tutti naturalmente si intende tutto il mondo intero. È inconcepibile a quanto abbiamo dovuto assistere, alla corsa all’acquisto delle dosi dei paesi sviluppati sembrava di essere in un mercato a chi vende di meno, tutto a discapito e alla totale indifferenza verso i paesi meno abbienti, lasciati al loro destino ma, vogliamo domandarci dove è finito il nostro comune senso di umanità? Ma che mondo è questo.
Se si parla di pandemia già la parola stessa lo dice espansione universale. Se si fosse ad esempio usata maggiore diffusibilità verso i popoli nella distribuzione universale dei prodotti farmaceutici, si sarebbero evitate le proliferazioni di varianti cosi da evitare una trasmissione perniciosa del virus come sta avvenendo oggi per la omicron, domani con altre già annunciate.
È sicuramente uno sforzo immane, ma comunque questa operazione ancora si è in tempo di farla imponendo alle case farmaceutiche poco businness e più solidarietà e impegno umano a sostegno della salvaguardia dei popoli, soprattutto i meno sviluppati.
Non bisogna far passare l’idea di dover obbligatoriamente convivere con un virus e far passare la pandemia ad endemia come se fosse una normale influenza da gestire alla maniera di tante altre. Per tutto ciò che comporta, ancora oggi non è cosi.
Né tantomeno far soffrire i popoli poveri, per i quali i servizi sanitari sono scarsi e non assolvono nemmeno ai compiti di normale routine, figuriamoci all’impegno costante a combattere e arginare il virus e le sue varianti.
L’appello è quindi verso il recupero di un buon senso ormai perso e di scegliere nella maniera più semplice i metodi ai quali spesso non si pensa presi dall’ansia del si salvi chi può. Per il nostro Paese in particolare non è eticamente e moralmente giusto, essendo una delle sette nazioni economicamente più forti al mondo, che con i soli decreti in vigore e con altri che si faranno, si potrà arrivare alla tranquillità ed alla serenità dei cittadini, se non prima si contribuirà ad una politica solidaristica ed universale verso i popoli che ne esprimono più bisogno e dai quali comunque si dipende. E’ come se in un istituto scolastico si vaccinasse solo una classe ed il resto rimanesse senza protezione.
Questo potrebbe diventare un vero impegno per la leadership europea .

*già Dirigente della Regione Calabria

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