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Animali in città e nei canili, Legambiente: «Male la Calabria»

Il rapporto nazionale premia la Lombardia. Poche le aziende sanitarie che prevengono il randagismo. Solo il’7,2% dei Comuni mappa le specie presenti

Pubblicato il: 17/01/2022 – 10:56
Animali in città e nei canili, Legambiente: «Male la Calabria»

ROMA Cresce di oltre tre volte il numero di gatti adottati (42.081 contro i 12.495 del 2019), mentre cala del 20% quello delle adozioni dei cani nei canili (da 19.383 a 16.445). È quanto emerge dal X rapporto nazionale “Animali in città” di Legambiente. A livello nazionale, il rapporto tra cani iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione e cittadini è di un cane ogni 4,7 abitanti. Dati più positivi in Umbria e Sardegna (uno ogni 2 e uno ogni 2,8), male Puglia e Calabria (uno ogni 7,4 e ogni 9,6). Quanto ai felini, il rapporto è di uno ogni 72,4 cittadini. Meno delle metà delle aziende sanitarie dichiara di effettuare prevenzione del randagismo: sono 6.888 i cani e 19.740 i gatti sterilizzati, numeri “insufficienti per una seria politica di controllo demografico” se confrontati con il numero degli ingressi nei canili sanitari (36.368) e nelle colonie feline (313.288). Proliferano senza pianificazione anche altre specie (roditori, uccelli, invertebrati). In media, nei Comuni ogni 10 cani vaganti catturati 8,8 hanno trovato soluzione tra restituzione ai proprietari, adozione o reimmissione come cani liberi controllati: un rapporto di 1:1,4, con forti differenze a seconda dei territori. A Catania, ad esempio, la media è 1 su 4. I dati raccontano di un Nord virtuoso sul fronte della popolazione ospitata nei canili: Milano al primo posto, con appena un cane in canile ogni 10.190 cittadini, seguita da Bolzano e da Verona. Quanto ai controlli, poco più del 21% delle amministrazioni dichiara di averne effettuati di specifici nel 2020. Solo il 42,9% regolamenta la corretta detenzione degli animali in città, poco più di 1 su 6 l’accesso a locali pubblici e uffici e appena il 7,9% ha regole su botti e fuochi d’artificio. Appena il 7,2% dei Comuni, infine, ha una mappatura delle specie animali presenti.

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