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l’udienza

Petrolmafie, processo rinviato in attesa della decisione della Corte d’Appello sulla ricusazione del giudice

Il procedimento è stato istruito contro presunti illeciti perpetrati dalle cosche del vibonese e loro sodali nell’affare degli idrocarburi

Pubblicato il: 17/01/2022 – 14:31
di Alessia Truzzolillo

VIBO VALENTIA È stata rinviata al 9 febbraio la prossima udienza del processo con rito ordinario nato dall’indagine “Petrolmafie”. Il presidente del collegio giudicante, Tiziana Macrì, ha deciso di rinviare l’inizio del dibattimento in attesa che la Corte d’Appello di Catanzaro si pronunci sulla richiesta di ricusazione avanzata nei confronti del giudice. La questione è stata già discussa davanti alla Corte d’Appello la quale ha incamerato la decisione. Nelle more è stata “congelata” anche l’attività sul processo “Petrolmafie”.
Nel corso dell’udienza del 13 dicembre scorso il giudice Macrì in apertura dei lavori aveva avvisato di avere fatto richiesta di astensione dal processo essendo questo un procedimento collegato al maxi processo Rinascita-Scott dal quale lo stesso magistrato è stato ricusato dalla Corte d’Appello prima e dalla Cassazione poi. Le ragioni stanno nel fatto che il giudice, nelle vesti di gip a Catanzaro, aveva disposto dei decreti di intercettazione richiamando nel merito l’associazione mafiosa nell’ambito del procedimento “Rinascita-Scott”, del quale Petrolmafie è una prosecuzione investigativa.
La richiesta di astensione del giudice Macrì era stata respinta dal presidente del Tribunale di Vibo Valentia. Nel corso della stessa udienza, l’accusa, rappresentata in aula dal pm Antonio De Bernardo, ha annunciato la presentazione di richiesta di ricusazione del giudice alla Corte d’Appello di Catanzaro.

L’indagine

Il processo “Petrolmafie” è stato istruito contro presunti illeciti perpetrati dalle cosche del vibonese e loro sodali nell’affare degli idrocarburi. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, corruzione, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti. 
Sono costituite parte civile nel processo i comuni di Limbadi e Sant’Onofrio, la Provincia di Vibo Valentia, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, l’Agenzia delle entrate, la Regione Calabria. Tra i privati ha chiesto di costituirsi parte civile e la Cooper Po. Ro. Edile, vittima di estorsione. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Sergio Rotundo, Enzo Ioppoli, Vincenzo Cicino, Wanda Bitonte, Giovanni Russomanno, Mario Murone, Gianfranco Giunta, Salvatore Staiano, Tiziano Saporito, Giuseppe Di Renzo, Giovanni Vecchio, Vincenzo Gennaro, Alessandra Canepa. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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