CATANZARO Una procedura «assolutamente inadeguata ed inaccettabile». Così le segreterie regionali dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil e le Rsu definiscono la comunicazione inviata dalla Abramo Customer Care ai suoi quasi tremila dipendenti in Calabria riguardo il pagamento degli stipendi di dicembre. Le tredicesime, invece, sono state regolarmente pagate in un’unica soluzione. L’azienda, alla vigilia del pagamento degli stipendi di dicembre, assicurato per domani, 18 gennaio, ha reso noto che la corresponsione avverrà in due tranche: il 70% subito e la parte restante quando riceverà la liquidazione delle fatture per i servizi svolti e, quindi, senza indicare alcun riferimento temporale. Una «comunicazione tardiva», accusano le segreterie della Calabria dei sindacati confederali del settore della comunicazione e le Rsu. «La proprietà di Abramo CC – affermano i sindacati – sa che le persone che lavorano con lo stipendio ci vivono e ci mantengono le famiglie? Siamo consapevoli che qualche giorno di preavviso non avrebbe reso la situazione meno drammatica, ma quantomeno si sarebbe dato il tempo ai lavoratori di organizzarsi diversamente e provare a tamponare in altri modi la mancanza della parte di salario». Tra meno di 10 giorni, intanto, si svolgerà l’udienza a Roma, in Tribunale, per decidere sulla richiesta della Abramo CC di Amministrazione straordinaria: «Non siamo appassionati del motto ‘è morto il re, viva il re’ – scrivono Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil e le Rsu – ma contiamo di riuscire finalmente a dialogare con un amministratore che abbia come obiettivo la soddisfazione massima dei creditori privilegiati, e cioé i lavoratori, a salvaguardia delle ultime 1.500 persone rimaste in Abramo, traghettandole il più serenamente possibile verso un percorso di clausola sociale». Gli stessi sindacati annunciano che «appena il Commissario straordinario si sarà insediato, presumibilmente attorno alla prima settimana di febbraio, gli chiederemo un incontro immediato in modo da discutere delle strategie da mettere in atto».
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