CATANZARO «Assolta perché il fatto non sussiste». Si conclude così la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’avvocato di Catanzaro, Claudia Conidi (difesa dall’avvocato Francesco Calabrò e dall’avvocato Piero Mancuso), imputata dinanzi al Tribunale di Velletri per tentata corruzione in atti giudiziari in danno del collaboratore di giustizia, Massimo Napoletano. Il gup del Tribunale di Velletri, Picca – questa mattina – ha emesso sentenza di non luogo a procedere.
Secondo l’accusa, il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, su indicazione della Conidi, avrebbe preso contatti con il collaboratore di giustizia Vincenzo Napoletano – il quale avrebbe dovuto testimoniare nel processo a carico dell’avvocato – per convincerlo a ridimensionare la posizione processuale della Conidi. Marino avrebbe consegnato un biglietto sul quale erano scritti nome e numero di cellulare dell’avvocato calabrese. Napoletano avrebbe telefonato, interloquendo con l’avvocato Laratta (posizione archiviata dal gip), difensore della Conidi, «al quale rilasciava – è scritto nell’imputazione – dichiarazioni in favore di quest’ultima, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà e segnatamente per la condotta del Napoletano che si rivolgeva all’autorità giudiziaria romana per denunciare le pressioni subite e le dichiarazioni dallo stesso denunciate». Al termine dell’udienza odierna oltre all’avvocato Conidi è stato assolto anche Vincenzo Marino (difeso dall’avvocato Rosina Levato). (f. b.)
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