CATANZARO «Non possono che suscitare forti perplessità le dichiarazioni del Rettore dell’Università di Catanzaro De Sarro che ha auspicato la fusione delle due Aziende, “Mater Domini” e “Pugliese Ciaccio”, anche per rilanciare la professionalità dei medici e soprattutto ricordando che una volta c’erano “veramente dei grossi primari». A dirlo, in una nota, il segretario regionale della Cisl Medici Nino Accorinti. «Già nel 2019 il Rettore si era lasciato andare ad affermazioni poco consone sulle nomine dei primari ospedalieri f.f, proponendo di mettere al loro posto i docenti universitari, che la Cisl Medici aveva prontamente contestato. Adesso, l’ultima “dichiarazione” ha legittimamente suscitato la reazione di quasi tutti i “primari” del nosocomio catanzarese», continua Accorinti che aggiunge: «Il Magnifico Rettore, infatti, sembra dimenticare che i medici ospedalieri dell’Azienda “Pugliese Ciaccio”, ma anche quelli dell’Azienda “Mater Domini”, sono quelli che operano con dedizione e professionalità tutti i giorni della settimana ed in tutte le ore al servizio dei cittadini. In ogni caso, le sortite del massimo esponente dell’Università di Catanzaro – insieme al contestato accordo sulla istituzione a Cosenza del corso di laurea in medicina e tecnologie digitali – appaiono indicare una inadeguatezza per la salvaguardia degli interessi del territorio e dello stesso Ateneo. Peraltro, la dichiarata autoreferenzialità avviene in un momento particolare, e cioè dopo la recente legge che prevede l’incorporazione del “Pugliese Ciaccio” nella Mater Domini per la costituzione dell’Azienda unica. Tali comportamenti oltre le difficoltà organizzative, gestionali e giuridiche, che può incontrare la costituzione di una istituzione unica, fanno sorgere forti dubbi in ordine ai tempi, ed alla possibilità, di una concreta attuazione. Infatti, occorre evitare che nella futura Azienda unica sia la provenienza istituzionale ad orientare il processo di programmazione e gestione. Ciò genera solo conflittualità tra le parti a danno dell’assistenza sanitaria e dell’interesse del malato. Punti cardini della fusione sono le premesse giuridiche e la parte regolamentare del Protocollo d’Intesa Università-Regione da sottoscriversi entro un anno dall’entrata in vigore della legge – negli anni passati sottratto al confronto ed alla condivisione di chi rappresenta i lavoratori – dove definire un modello unitario, coerente ed efficiente di azienda che non si può risolvere nel riassorbimento di una tipologia nell’altra e nella subordinazione delle necessità assistenziali a quelle didattiche. La recente Legge istituisce per le attività prodromiche alla definizione del protocollo d’intesa una commissione paritetica Regione ed Università composta da due delegati del Commissario ad acta e due dell’Università». «Chi parteciperà a tale Commissione? E’ corretta ed opportuna la presenza di chi alimenta contrapposizioni tralasciando il bene comune? La Cisl medici – fa sapere Accorinti – vigilerà, come ha fatto finora, sulla correttezza delle scelte e l’applicazione delle regole ed auspica un coinvolgimento delle forze sociali. E’ necessario, infatti, realizzare un modello organizzativo espressione della integrazione tra due ordinamenti (ospedaliero ed universitario) nel quale la specificità di ciascuno è definita dagli obiettivi dell’Azienda a prescindere dal sistema giuridico di provenienza».
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