LAMEZIA TERME «In riferimento a quanto apparso sugli organi di informazione, riguardante il servizio di assistenza che viene svolto a Lamezia Terme dall’equipe socio-psico-pedagogica, siamo costretti ad intervenire – si legge in una nota dell’Azienda sanitaria di Catanzaro – per riportare i fatti nell’alveo della corretta interpretazione, ma soprattutto nell’interesse delle famiglie che usufruiscono del servizio e degli operatori che svolgono un’importante attività prevista dai Livelli essenziali di assistenza. L’obiettivo – ribadisce la nota – è infatti quello di sanare le atipicità rilevate e garantire, al contempo, i Livelli essenziali di assistenza, che richiedono di declinare in maniera definita e incontrovertibile piani assistenziali individuali e coerenti con i bisogni di salute. Anche in quest’ottica, l’Asp di Catanzaro ha da poco creato una nuova collocazione a questo delicato servizio, consentendo agli operatori e ai bambini di avere un luogo più idoneo e accogliente dove svolgere le attività terapeutico-riabilitative, una sorta di “casa comune” in cui si ritrovano genitori e bambini, realizzata nella palazzina adiacente all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. In merito poi a quanto evidenziato dagli ogni di stampa, si precisa che l’Asp di Catanzaro – prosegue ancora la nota – con la deliberazione n. 51 del 19/01/2022 ha inteso porre fine ad un’annosa questione riguardante il personale dell’equipe socio-psico-pedagogica, appartenente al contingente di cui alla Legge 57/1990, transitato nell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro in esecuzione del Decreto della Regione Calabria n. 2225 del 10 marzo 2008 e successivo Decreto n. 7594 del 13 giugno 2008, a seguito del “Piano di trasferimento” approvato dalla Giunta Regionale con atto n. 620 del 28 settembre 2007. Si tratta in particolare di operatori che da anni espletano nell’Asp attività necessarie per lo svolgimento di determinate funzioni e compiti istituzionali, alla stregua degli operatori appartenenti ai ruoli del Servizio sanitario nazionale, ma che a tutt’oggi non possono essere incardinati nella dotazione organica dell’Azienda, in quanto “mantengono l’inquadramento giuridico ed economico definito dalla Regione Calabria in applicazione del Contratto collettivo nazionale del lavoro del personale delle Regioni ed Enti locali”, così come chiarito dal dirigente generale pro tempore del Dipartimento Organizzazione risorse umane della Regione con nota prot. n. 97675 del 21.3.2021.
Ecco perché la deliberazione dell’Asp è stata adottata a salvaguardia e tutela della professione e dei professionisti iscritti all’Ordine, non essendo possibile operare, anche alla luce delle numerose sentenze in materia, un’equiparazione fra i diversi profili professionali di inquadramento previsti dai Contratti collettivi nazionali del lavoro dei diversi comparti di contrattazione, tenendo conto delle mansioni, dei compiti, delle responsabilità, dei titoli di accesso relativi alle qualifiche, della categoria nonché delle declaratorie costruite sulla base della competenza richiesta per svolgere le mansioni pertinenti a ciascuna di esse. Proprio per riconoscere un ruolo a questi professionisti – conclude la nota – l’Asp di Catanzaro ha deciso di adibirli alle mansioni equivalenti nell’ambito della classificazione professionale prevista dalla deliberazione della Giunta Regionale n. 651 del 24/07/2001 e successive modifiche e integrazioni, restando assolutamente immutate le funzioni di fatto fino ad oggi svolte».
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