ROMA Fumata nera al primo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. Al termine dello spoglio nell’Aula di Montecitorio, le schede bianche sono state 672, 49 quelle nulle. I voti dispersi sono stati pari a 88. In tutto i presenti e i votanti sono stati 976 rispetto ai 1008 previsti. Il quorum necessario a eleggere il Capo dello Stato non è dunque stato raggiunto. 36 voti sono invece andati a Paolo Maddalena, il candidato degli ex M5s, mentre 16 a Sergio Mattarella. Tra gli altri 7 grandi elettori hanno scelto Berlusconi, 9 Cartabia, 6 Bossi. Due voti per Amato, Casellati, Conte, Giorgetti. Voti anche ad Alberto Angela, Vespa e Amadeus. E spunta anche un voto per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Non c’è accordo tra le forze politiche che almeno oggi hanno avviato un dialogo per il voto al Quirinale, come conferma una nota congiunta Lega-Pd al termine dell’incontro tra Salvini e Letta. Attivissimo infatti è proprio Matteo Salvini che sta incontrando i leader dei partiti senza soluzione di continuità. Si dialoga anche sul fronte Lega-M5S. Fonti del M5S citate dalle agenzie parlano di «totale sintonia» tra Conte e Salvini, che si sono visti per discutere della partita presidenziale. Viene inoltre manifestato l’auspicio di una «intensificazione del confronto». L’obiettivo, spiegano, è «mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese». C’è il massimo riserbo sui risultati di tutti questi colloqui ma si sà per scontato che bisognerà arrivare almeno alla quarta votazione – quando il quorum scenderà alla maggioranza assoluta – per immaginare un esito positivo. I protagonisti degli schieramenti sono impegnati in un tourbillon di colloqui che segnalano la volontà di lasciarsi alle spalle il muro contro muro.
Il centrosinistra al termine del vertice tra i leader conferma di votare scheda bianca con l’intento di preservare il nome di Andrea Riccardi «come profilo ideale». Nessuna novità nemmeno nello schieramento avversario. Antonio Tajani chiede che non ci siano «veti sui candidati di centrodestra» e stoppa di nuovo l’ipotesi che Mario Draghi possa trasferirsi al Quirinale: il premier – mette in chiaro – è «l’unico garante di questo governo di unità nazionale». Meno diretto Giuseppe Conte che però insiste sulla necessità di «preservare la continuità dell’azione di governo».
A sparigliare un po’ è Giorgia Meloni che nel corso della riunione dei grandi elettori di Fdi propone di inserire Carlo Nordio nella rosa dei candidati del centrodestra: «Ho chiesto di allargare alle personalità che non hanno un trascorso politico e per questo abbiamo aggiunto il nome di Nordio, su cui ci pare difficile che si possano muovere obiezioni».
E se anche il centrodestra voterà scheda bianca alla prima votazione in programma alle 15, Azione e +Europa scriveranno sulla scheda il nome del ministro della Giustizia Marta Cartabia perché, spiegano all’unisono Carlo Calenda e Benedetto della Vedova, «ha tutte le caratteristiche immaginabili per essere il Presidente della Repubblica». Addio invece alle cosiddette “schede segnate” con la decisione del presidente della Camera Roberto Fico di leggere solo il cognome se inequivocabile.
x
x