ROMA «Da Superman a Provolino, i nomi ci sono tutti. O quasi». E poi c’è «Bianca Scheda», che si ripete per il secondo giorno, in attesa che le forze politiche trovino la quadra. Gigi Miseferi torna a Montecitorio per fare – parole sue – il corriere della Calabria. La “c” è minuscola perché l’attore-inviato si occupa di portare ai parlamentari calabresi le domande chiave per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
Argomenti comuni per tutti: le schede bianche che spopolano e la «presa in ghiro» dei nomi strampalati apparsi nello scrutinio. Giuseppe Mangialavori, senatore di Forza Italia, concorda con l’inviato d’eccezione: «In effetti mancano Nonna Abelarda e Topolino», sorride. Ma assicura che «presto si entrerà nel vivo» e ringrazia Berlusconi «che ha dimostrato il proprio alto profilo, come ha sempre fatto negli ultimi 30 anni».
Il deputato del Partito democratico Antonio Viscomi ride alla battuta di Miseferi sui «Casini nell’aria» e ironizza che, tra i nomi proposti, mancherebbe Minnie per «garantire le quote». Ma ovviamente sottolinea la delicatezza del passaggio: «Per la prima volta vanno tenuti insieme gli equilibri del Quirinale e di Palazzo Chigi. Ma è il momento di dimenticare gli interessi di parte e pensare a quelli del Paese».
«Ancora non si è trovata la quadra; mi auguro che possa arrivare presto perché il Paese non può più aspettare, deve correre. Ce lo chiedono gli italiani». Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia, chiede che «il profilo sia alto e che il centrodestra guidi il dibattito». Il parlamentare reggino capisce che lo spettacolo dei nomi improbabili e delle schede bianche non sia il massimo: «Il Paese chiede una risposta immediata. Il dibattito è interessante ma i numeri non sono più quelli che hanno permesso al centrosinistra di guidare le scelte, tocca al centrodestra».
Enza Bruno Bossio sospira: «Abbiamo dovuto votare Bianca Scheda. E ora speriamo che dal centrosinistra spunti il nome di una donna. Io ho una rosa personale di tre donne: c’è Anna Finocchiaro, che è bravissima, istituzionale, poi Laura Boldrini, già presidente della Camera, e poi c’è Marta Cartabia, che non coincide con la mia formazione ma è molto brava. La cosa strana è che gli uomini vanno bene tutti, la donna deve essere perfetta». La deputata del Pd dice che «la gente vorrebbe una donna. Tra noi parlamentari bisogna accettare le mediazioni».
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