«Stavolta la Calabria ha la possibilità di ripartire, diventando in primo luogo una delle regioni leader nel campo delle energie rinnovabili, dunque protagonista attiva della transizione ecologica. Lo dobbiamo all’impulso e alle iniziative parlamentari del Movimento 5 Stelle anche nel recepimento di due direttive UE: la cosiddetta RED II e quella sul mercato interno, entrambe approvate negli ultimi mesi dello scorso anno. Esse rivitalizzano una legislazione precedente, tra cui, in Calabria, la legge regionale numero 2 del 2021, che finora era rimasta praticamente lettera morta. Tali provvedimenti rendono oggi praticabile la possibilità di sviluppare l’autoproduzione d’energia e le comunità energetiche da fonti rinnovabili. In sostanza, volendo semplificare, essi rendono possibile la produzione di energia, con evidenti risparmi sul costo della bolletta elettrica, direttamente ad opera dei cittadini singoli o da associati in comunità. Sino ad oggi questa possibilità era resa alquanto complicata da alcune direttive tecniche che ne rendevano difficile l’operatività. La stessa regione Calabria, che pur aveva approvato una legge sulle comunità energetiche, è ancora sprovvista delle necessarie direttive della giunta. Soltanto l’innovato quadro normativo, ne consentirebbe oggi l’approvazione e il funzionamento, perché offre l’opportunità di finalizzare una serie di strumenti finanziari che incentivano, in alcuni casi al 100% o a tasso agevolato e/o a fondo perduto, lo sviluppo dell’autoproduzione, individuale o collettiva, di energia da fonti rinnovabili. Cito ad esempio: l’ormai noto Super bonus 110%; il Fondo Nazionale Efficienza Energetica, che favorisce gli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica, promuovendo il coinvolgimento di istituti finanziari, nazionali e comunitari, e di investitori privati sulla base di un’adeguata condivisione dei rischi; il decreto Crescita con i contributi (a fondo perduto) ai Comuni per la realizzazione di progetti relativi a investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile; i Fondi Strutturali e di Investimento europei; il PNRR, che dispone un fondo di 2,2 miliardi, ad esplicito ed esclusivo uso di finanziamento per la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), da parte di qualsivoglia soggetto che abbia sede nei territori dei Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti. Ecco perché la Calabria si può candidare, allora, a diventare una regione leader nella produzione di energia da fonti rinnovabili (energia eolica, termica, geotermica, mareomotrice, fotovoltaica, idraulica, solare, termodinamica ecc.). L’energia così prodotta potrà essere utilizzata per i propri usi domestici, mentre l’eccedenza verrebbe venduta ai grandi gestori della rete, usufruendo di una tariffa incentivante prevista da un decreto del ministero dello Sviluppo economico. La tariffa incentivante è strutturata per promuovere l’autoconsumo, anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo, con un ulteriore notevole risparmio sui costi della bolletta elettrica. Per esempio, l’energia prodotta nel periodo estivo (quando c’è minor consumo e maggiore produzione) potrà essere accumulata per l’utilizzo nel periodo invernale. Ovvero, più semplicemente: l’energia prodotta di giorno, con minor consumo, può essere adoperata di notte. Evidente è, quindi, l’interesse e il vantaggio anche per il mondo delle imprese, specie quelle più energivore. Sto quindi lavorando per avviare una forte campagna di sensibilizzazione verso tutti i Comuni interessati perché stimolino o, addirittura, promuovano la formazione di comunità energetiche che oggi rappresentano un importante strumento per la creazione di piccole iniziative imprenditoriali e per la formazione di nuovi posti di lavoro, nonché un efficace ed effettivo sistema per ridurre il fabbisogno di energia da fonti fossili – intanto gas e petrolio –e per scongiurare il ritorno all’energia nucleare e alle pratiche di combustione, che tanti danni hanno provocato nel mondo e la cui sicurezza resta una chimera. Analogo lavoro sto programmando per sensibilizzare e informare i cittadini su come funziona questo modello unico di CER basato sul concetto di “condivisione”. Peraltro la Calabria può vantare un’avanzata fase di approfondimento sul tema delle CER da parte del dipartimento Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale dell’Unical. Questa collaborazione con il mondo universitario, che ha in piedi vari progetti di ricerca industriale, diventa poi indispensabile per l’ottimizzazione del sistema (di autoproduzione), che è opportuno sia completato con la valutazione del fabbisogno energetico di ogni utenza (demand response). Aderendo alle CER, ma anche come singolo, ogni cittadino calabrese è quindi in condizione di dare un suo fattivo e realistico contributo alla lotta all’inquinamento, al rilascio di anidride carbonica e, conseguentemente, alla lotta ai cambiamenti climatici, così facilitando il raggiungimento degli obbiettivi degli accordi internazionali volti a contenere il surriscaldamento globale entro 1,5 gradi. Sarà l’alleanza tra cittadini riuniti in comunità, enti, università, ministero della Transizione ecologica, a garantire il successo di un processo di innovazione sociale e tecnologica, in senso sostenibile, che partendo dal basso guidi gli utenti ad un diverso soddisfacimento dei loro bisogni energetici attraverso fonti rinnovabili».
Deputato M5S
x
x