LAMEZIA TERME Giorni caotici per il paese e la politica italiana, in attesa dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Una elezione che, per molti aspetti, è legata alla tenuta del “sistema”: in campo, infatti, ci sono accordi di potere, la gestione dei rapporti e le scelte “last-minute”. Questo uno dei temi più importanti affrontati nel corso dell’ultima puntata di “20.20”. il talk de “L’altro Corriere Tv”, condotto da Danilo Monteleone e Ufo Floro, insieme e Luca Palamara, ex magistrato italiano ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
«L’elezione del presidente della Repubblica è il momento più importante della vita politica e istituzionale del Paese – ha detto Palamara – e direi che proprio per l’importanza della nomina e del ruolo che poi chi sarà chiamato a svolgere il ruolo e la funzione di Presidente, metteremo una parentesi all’utilizzo del “sistema”. Speriamo che sia un presidente che sappia rappresentare l’unità nazionale e tutte le funzioni che costituzionalmente gli sono attribuite». «È il momento – ha detto ancora Palamara – nel quale si cercano di trovare i voti, e in questo caso i voti necessari per fare un’elezione con tutto ciò che caratterizza il sistema degli accordi, è il momento nel quale bisogna raggiungere quella fatidica soglia e bisogna avere capacità di influenza e di peso e spessore politico per individuare quella figura su cui possano convogliare tutte le richieste e le diverse esigenze e attese». Una figura cruciale per il futuro del paese, ma anche per la magistratura italiana «sia perché il Presidente della Repubblica tra le sue importanti funzioni ha anche il ruolo di presiedere il Csm – ha spiegato Palamara – e quindi rappresenta non solo il vertice dell’unità nazionale, ma anche il vertice dell’unità della funzione giudiziaria del paese».
«Per esperienze passate e vissute da me in precedenza è ovvio, questo è il momento nel quale il protagonista principale è la politica – ha detto ancora Luca Palamara – è la politica che sceglierà chi rappresenterà il paese. È per questo che penso che in questo momento prevalgano gli accordi politici. Visto dal lato della magistratura, è ovvio che l’interesse e l’auspicio è quello di avere un presidente attento e sensibile alle problematiche del mondo giudiziario, che sappia essere super partes, in un momento in cui la magistratura è stato sulla cresta dell’onda con temi che hanno interessato l’opinione pubblica nazionale». La necessità è quella di affrontare «la fase inevitabile di riforma e di superamento del sistema che un po’, a torto o a ragione, ha deteriorato il rapporto tra il mondo della magistratura e della politica». «In modo coraggioso, dunque, bisogna affrontare tutte le grandi sfide che ormai il mondo della magistratura si aspetta, così come i cittadini». E sulla possibile elezione di Silvio Berlusconi (ipotesi tramontata subito) e l’eventuale e singolare “contrappasso” che avrebbe portato il principale indagato del sistema giudiziario nazionale degli ultimi vent’anni a presiedere il Csm, Palamara non ha dubbi: «Qualcuno avrebbe sicuramente avuto qualche brivido lungo la schiena, senz’altro».
Dopo il successo del primo libro, Palamara insieme al direttore Sallusti ha già pronta una nuova fatica letteraria: «Dall’8 febbraio uscirà il nuovo libro che sarà venduto in tutte le librerie, un seguito del racconto. Ci dobbiamo aspettare quello che è il senso di questo nuovo impegno verso i cittadini e i magistrati per spiegare quello che non ha funzionato per il superamento del blocco del sistema. Mi auguro possa essere un ulteriore contributo verso la libertà da offrire ai cittadini che vogliono andare oltre e approfondire i fatti e che non si accontentano e voglio vedere oltre ai meccanismi della magistratura». «È chiaro – ha concluso Palamara – che da parte mia c’è stato un primo impegno, ma c’è anche la mia battaglia per cercare di rientrare in magistratura con un ricorso presentato già alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Da testone calabrese vado fino in fondo a questa storia».
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