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ROMANZO QUIRINALE | Le “operazioni di vuoto” e l’impasse da superare sul presidente – VIDEO

Tra metafore scacchistiche («siamo all’apertura dei pedoni») e mancanza di un’intesa ai nostri microfoni Ferro, Misiti, Tripodi e Orrico

Pubblicato il: 27/01/2022 – 18:46
ROMANZO QUIRINALE | Le “operazioni di vuoto” e l’impasse da superare sul presidente – VIDEO

ROMA «Pugno di Ferro? Il pugno ci piace di meno, ma di ferro sicuramente». Fresca di voto e di scrutinio (ha il ruolo di scrutatrice), la deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro si dice «preoccupata» che i partiti arrivino presto a trovare la quadra sul nome del prossimo inquilino del Quirinale. «E speriamo – aggiunge – che sia l’ultima volta in cui si vota così. Devono essere gli italiani a scegliere il presidente della Repubblica: basta congiure e accordi di palazzo. Intanto non solo gli elettori ma molti nel parlamento sono irritati. Sono cose che si potrebbero evitare. Entro sabato un quadro chiaro e finalmente un nome, siamo disponibili a votare un patriota che difenda la Costituzione e il popolo sovrano». Figure femminili? Per Ferro ce ne sono diverse: «Perché no? Una donna finalmente».

Massimo Misiti («un momento altissimo», spiega Miseferi – e la foto sopra spiega ancora meglio), deputato del M5S spiera che «il momento è drammatico per l’Italia e l’Europa, addirittura con la possibile guerra. Non dobbiamo piangerci addosso, possiamo crescere». È importante «non quando si arriva al nome giusto, ma trovare qualcuno che rappresenti tutti: una persona di alto spessore». Da medico, Misiti rievoca le varie fasi della pandemia in Calabria: «Ci sono percorsi ancora non uniformi su come viene trattata la pandemia. Ci sono professionisti molto validi in tutte le province. Molti dei suggerimenti del dottor Cosco di Catanzaro vengono usati a livello nazionale». Totonomine: «È prematuro. In una partita di scacchi si parlerebbe di una fase di studio. Escludiamo l’arrocco. Siamo ancora alle aperture con pedoni, non ci si poteva aspettare uno scacco matto in tre mosse. Ci sono presidenti che sono stati eletti oltre la ventesima tornata».

«Questa mattina ci siamo astenuti», dice Maria Tripodi, parlamentare di Forza Italia. Ma «è una scelta propositiva, di apertura anche rispetto alle posizioni del centrosinistra». E comunque sempre meglio dei nomi improponibili sentiti negli ultimi giorni: «Bisogna essere seri, stringere e dare presto un presidente agli italiani, senza le sgrammaticature che si sono viste in questi giorni». E se arrivasse a scegliere una donna. «A me fa piacere vedere al Colle la competenza, non ne faccio una questione di genere. Le declinazioni? I ruoli non si declinano, un presidente è un presidente, a prescindere dal genere anche se una figura femminile darebbe un grande contributo». «Dovremo arrivare ai supplementari o ai calci di rigore per scegliere?», chiede Miseferi. «Penso che siamo vicini – è la risposta –. Penso che tra stasera e domani mattina si dovrebbe sbloccare l’impasse generata dal centrosinistra con un pregiudizio incomprensibile nei confronti del presidente Berlusconi». Nomi possibili? «Io posso immaginare un presidente che rappresenti tutti, e che abbia un profilo di livello». Ancora nessun nome. 

«Oggi è andata a vuoto ma speriamo non dal punto di vista delle trattative», esordisce Anna Laura Orrico, deputata del M5S. «Sono operazioni di vuoto», la battuta fulminante dell’attore-inviato del Corriere della Calabria. Espressione azzeccata, visto che dopo quattro giorni non c’è ancora un’intesa. E i nomi assurdi che si sono letti sulle schede? «Ho un senso profondo di responsabilità e non nascondo l’emozione. Credo che questo ruolo vada interpretato con rispetto e mettere in mezzo nomi che poi non hanno delle chance sicuramente non è un grande esempio». Un eventuale presidentessa? «La vedrei benissimo. Il Paese avrebbe bisogno di più leadership femminile perché credo che ci sia più empatia, capacità di ascolto e pragmatismo». Mentre si profilano i primi papabili resta il fatto che «di concreto credo ci sia poco. Lanciare nomi non va incontro a un vero percorso di condivisione». Ma – ammonisce ancora Miseferi – «se dovesse andare avanti ancora l’impasse dovreste cambiare nome in Movimento Cinque Stalli».

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