CORIGLIANO ROSSANO C’è chi ne fa una questione di aristotelica democrazia. Eppure è un dato. «Il 90% dei punti all’ordine del giorno sono proposti dai gruppi di opposizione. È una semplice constatazione di carattere politico, perché la maggioranza non ha i mezzi politici e la volontà di aprire confronti». Il già candidato a sindaco e capogruppo di Civico&Popolare, Gino Promenzio, riassume sinteticamente così l’ennesimo Consiglio comunale di Corigliano Rossano andato in scena nel tardo pomeriggio di giovedì scorso.
Dieci punti all’ordine del giorno: sottratti quelli meramente burocratici e sempre previsti come l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti e le comunicazioni del sindaco, il resto del dibattito è stato proposto dalle minoranze, se si esclude la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, approvata – evento assolutamente eccezionale per l’assise coriglianorossanese – all’unanimità.
Ha prevalentemente diviso e tenuto banco la discussione sorta attorno al restyling del parco Fabiana Luzzi (ne abbiamo parlato qui e qui), il polmone verde alle porte di Corigliano, dedicato alla compianta studentessa, barbaramente uccisa, appena 16enne, il 24 maggio 2013. Da una parte i gruppi di opposizione a caldeggiare il progetto proposto dal Centro Antiviolenza Fabiana Luzzi, dalla famiglia e dall’associazione Mondiversi ed a promuovere una delibera per l’inserimento dell’opera nel piano triennale delle opere pubbliche, dall’altra le forze di maggioranza, contrarie all’idea. Ne è scaturito un dibattito demagogico, conclusosi con l’approvazione di quella delibera proposta dalle opposizioni, ma con delle modifiche. Ovvero che si tenga conto del restyling del parco valutando anche altre idee e non solo il progetto ormai discusso, presentato e analizzato nei mesi scorsi che il governo cittadino vuole cancellare dall’agenda politica. Secondo le opposizioni, non vi è una volontà politica di realizzare “La valle dell’Eden” perché l’amministrazione vorrebbe concentrare gli sforzi di un parco pubblico di quella portata a Insiti – terra di mezzo tra Rossano e Corigliano, poco più a valle del costruendo ospedale della Sibaritide – in un’area oggi oggetto di un contenzioso giudiziario tra l’ente e un privato che ha mosso causa di usucapione.
Dibattito politico a parte, l’assise ha fatto registrare alcune curiosità. Svolgendosi ancora in modalità mista a causa dell’emergenza sanitaria – vi è anche la possibilità di collegarsi in remoto – non sfugge all’attenzione di chi segue i lavori che vi siano dei consiglieri comunali che attivano la telecamera per confermare la presenza, per poi “sparire”, sostanzialmente tradendo il mandato conferito dal popolo alle elezioni. Consiglieri che, peraltro, non hanno mai profferito parola sin dall’insediamento della massima assise comunale. Come non sfugge nemmeno qualche assessore chino sui suoi apparati tecnologici per (quasi) tutta la durata dei lavori consiliari, nel disinteresse più assoluto rispetto alle discussioni in atto. Certo, non sono consiglieri comunali e non intervengono se non chiamati in causa, ma un minimo di “partecipazione” basterebbe a tarpare le ali alle continue critiche dei cittadini che seguono i lavori da casa – anche loro – da un pc o un telefonino.
Il “fenomeno della telecamera spenta” ha, peraltro, costretto la presidente del Consiglio comunale, Marinella Grillo, nella seduta precedente, ad ammonire gli autori ed a sbandierare la norma statutaria della decadenza per quei consiglieri comunali che da più tempo non giustificano le assenze. Come se il luogo più sacro del dibattito civico di una città fosse una mera appendice. (l.latella@corrierecal.it)
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