CATANZARO Gli ospedali calabresi hanno ripreso a respirare. Anche se l’ultima rilevazione mostra il segno +, l’emergenza che si era profilata un paio di settimane fa e che aveva portato la nostra regione a evitare per un soffio il passaggio dalla zona gialla alla più restrittiva sembra essersi attenuata, di pari passo con i primi indicatori di rallentamento della diffusione del Covid 19. In ogni caso, anche se nelle ultime 24 ore c’è stato un aumento dei ricoveri, il trend della pressione del Covid 19 sugli ospedali negli ultimi giorni segnala una “frenata”, come emerge dall’analisi dei dati forniti dalle istituzioni nazionali come l’Agenas e regionali come il bollettino quotidiano emesso dalla Cittadella. Il numero dei ricoveri è diminuito sensibilmente da una settimana a questa parte: al 20 gennaio erano complessivamente 470 (435 in area medica e 35 in terapia intensiva), a ieri erano più di venti in meno, per la precisione 449 (414 in area medica, ancora 35 in terapia intensiva), con una drastica riduzione dal 23 gennaio (quando i ricoveri erano addirittura 472). Questi numeri si riflettono anche sulle rilevazioni di Agenas: nel monitoraggio aggiornato a ieri la Calabria registra un’occupazione dei posti letto del 17% in terapia intensiva (nella media nazionale, l Calabria è decima nella classifica nazionale), e un’occupazione dei posti letto in area medica è al 38%, che – va evidenziato – è una delle percentuali più alte in Italia (la media nazionale è il 30%, peggio della Calabria Liguria e Valle d’Aosta rispettivamente al 39 e al 50%, come la Calabria c’è la Sicilia al 38%). Come si può vedere, nei ricoveri in area medica la Calabria supera la soglia di criticità (che è il 30%), mentre invece resta sotto la soglia di criticità del 20% per le terapie intensive, e quest’ultimo dato è quello che consente alla Calabria di restare in zona gialla.
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