REGGIO CALABRIA È scontro tra l’Aiop e il management dell’Asp di Reggio Calabria. In una nota firmata dal presidente Enzo Paolini, l’associazione che rappresenta le strutture accreditate si scaglia contro il commissario straordinario dell’Azienda Gianluigi Scaffidi, che sarebbe responsabile del protrarsi dei ritardi nei pagamenti.
«Le strutture accreditate – scrive Paolini – hanno erogato centinaia di prestazioni, controllate, validate e fatturate, hanno svolto un lavoro, reso un servizio e assistito cittadini, ma non vengono pagate da luglio. Sette mesi senza un centesimo. Nel frattempo hanno regolarmente pagato dipendenti e fornitori. Ora hanno esaurito tutte le risorse e si profila il blocco degli stipendi e dei servizi. Alla Asp di Reggio fanno sapere che le procedure per effettuare i pagamenti sono tutte svolte ma il funzionario addetto è stato incaricato da poco e non è ancora capace di dar corso alle liquidazioni».
Dice ancora Paolini che Scaffidi avrebbe fatto sapere «di avere il Covid e quindi chi ha crediti deve avere la pazienza di attendere la sua guarigione. Questo è il quadro di un’Italia che nel Mezzogiorno dà il peggio di sé. Una Asp che è morosa da sette mesi guidata da un dirigente che – da casa – infischiandosene delle famiglie che non avranno lo stipendio dice, bellamente, che avendo incaricato un soggetto che non sa svolgere l’incarico, occorre attendere il suo ritorno. Nel frattempo il mondo si ferma. Così è, almeno a Reggio Calabria, cioè fuori dal mondo».
Alla nota di Paolini replica a stretto giro il commissario straordinario Scaffidi. «Di seguito alla nota a firma del Presidente Aiop Enzo Paolini con cui si lamenta il ritardo del pagamento delle strutture accreditate da parte dell’Asp di Reggio Calabria – scrivono i legali del manager –, sorge il dovere istituzionale di replicare alle dedotte incompetenze dei funzionari incaricati e di respingere fermamente qualsivoglia disinteresse e/o comportamento dilatorio imputabile al Commissario Straordinario Gianluigi Scaffidi».
«La nota diramata dall’Aiop – si legge in una nota – è il seguito, strumentalizzato, di un colloquio in cui, nel dimostrare l’interesse verso la questione e l’impossibilità a provvedervi a stretto giro, il Commissario ha comunicato il proprio stato di salute. La divulgazione inopportuna, oltre che illegittima, delle condizioni di salute del Commissario appare funzionale all’esigenza dell’Associazione di trasmettere un messaggio distorto che vedrebbe il management noncurante dei doveri d’ufficio, motivi per cui sarà sporta denuncia nelle sedi di competenza».
«È d’obbligo evidenziare, in linea a quanto comunicato al presidente Paolini – si legge ancora –, che non vi è alcuna incapacità del funzionario incaricato a dar corso alle liquidazioni; piuttosto si rintraccia esclusivamente l’opportunità di agire in piena legittimità e con il coordinamento degli uffici dirigenziali, atteso che il funzionario in questione è stato adibito alle mansioni di liquidazione solo di seguito alle note vicende giudiziarie. In tal senso, e solo in tal senso, si è valorizzato non con indifferenza, ma con dispiacere, lo stato di salute del Commissario. Infine il Commissario ha dichiarato che tornerà a svolgere il proprio ruolo non appena avrà il minimo di agibilità personale e non certo quando rientrerà di persona in sede. Cosa ovvia ma omessa dal Presidente dell’Aiop».
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