CATANZARO La leadership nel transhipment, il rilancio a dispetto dell’emergenza Covid 19, una gestione complessivamente positiva e virtuosa ma anche ritardi, come quelli sull’infrastrutturazione e sull’effettivo start della Zona economica speciale. Sono questi i principali risultati del controllo operato dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria 2020 dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, ora Autorità di sistema portuale Mari Tirreno Meridionale e Ionio. In oltre 70 pagine di relazione la magistratura contabile evidenzia le tante luci ma anche le ombre che caratterizzano l’attività dell’Authority.
Per la Corte dei Conti anzitutto «l’elevata specializzazione nel transhipment ha consentito al Porto di Gioia Tauro di diventare sempre di più snodo strategico nel traffico di merce trasportata a mezzo container nel Mediterraneo. Nel 2020 a livello nazionale il traffico di container si è attestato a 10.687.148 (10.770.017 Teu nel 2019) suddivisi in 6.614.306 Teu (7.197.975 Teu nel 2019) da gateway e 4.072.842 (3.572.042 Teu nel 2019) in transhipment (pari al 30%o del totale). In tale quadro il porto di Gioia Tauro si conferma porto leader nel segmento di mercato del transhipment con una movimentazione di 3.193.364 (2.522.876 nel 2019) Teu pari al 78% (70% nel 2019) del totale nazionale. Per quanto concerne Gioia Tauro, nonostante la riduzione della circolazione di merci a livello mondiale per effetto dell’emergenza sanitaria, l’andamento del 2020 conferma la fase di rilancio dell’infrastruttura, in atto dalla seconda metà del 2019». Per quanto concerne la governance, la Corte dei Conti rileva che «dopo una gestione commissariale durata oltre sei anni, il commissario straordinario, con decreto del Ministro delle infrastrutture della mobilità sostenibili del 18 giugno 2021, è stato nominato presidente del nuovo ente “Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio”. In tal modo, come più volte raccomandato dalla Corte, si completa la riforma portuale nazionale con la sedicesima AdSp ricomprendente i porti di Gioia Tauro, Taureana di Palmi, Crotone, Corigliano Calabro e lo scalo di Vibo Marina».
Prima criticità evidenziata dalla magistratura contabile: «Il piano regolatore portuale (Prp) di Gioia Tauro non è ancora stato approvato a causa della mancanza dei prescritti pareri del Consiglio superiore dei lavori pubblici e del dipartimento politiche dell’ambiente della Regione Calabria. Anche i Prp dei porti di Crotone e Corigliano Calabro, per carenza dell’espressione dei pareri degli enti territoriali (Comune e Camera di Commercio) non risultano approvati. … Si ribadisce – rimarca la Corte dei Conti – che il piano regolatore portuale costituisce strumento fondamentale per la corretta pianificazione dello sviluppo strutturale dell’ambito portuale: non è, quindi, più rinviabile la sua adozione».
Per la Corte dei Conti poi anche «i lavori inclusi nel Piano Operativo Triennale, fra cui quelli di grande infrastrutturazione in corso di realizzazione finanziati con fondi Mims e con il Pon Infrastrutture e Reti 2014-2020 evidenziano un generalizzato ritardo rispetto alla data di fine lavori prevista all’atto dell’assegnazione». «Strategico per il porto» – aggiunge la magistratura contabile – «è la realizzazione e la messa in operatività del gateway ferroviario che unendosi all’elevata specializzazione del transhipment sta consentendo al porto di Gioia Tauro di diventare uno snodo determinante nel traffico di merce trasportata a mezzo container nel Mediterraneo confermandosi anche nel 2020 porto leader nel mercato del transhipment. In sede istruttoria è emerso che l’opera è stata realizzata con un costo complessivo pari a euro 18.517.406 ed è in corso di collaudo. L’operatività del nuovo terminal è in capo a Rete ferroviaria italiana Rfi S.p.a., gestore unico, secondo quanto previsto dal “Regolamento comprensoriale della manovra ferroviaria nel porto di Gioia Tauro” adottato dall’AdSp nel luglio 2021… Con riferimento allo sviluppo del gateway ferroviario inserito nel Pnrr per il rifacimento, l’elettrificazione e il raddoppio del raccordo ferroviario nella tratta da San Ferdinando a Rosarno, l’AdSp ha rappresentato che il finanziamento è stato inserito nell’Ambito dell’Asse E del programma operativo complementare infrastrutture e reti 2014-2020. L’Ente ha precisato che gli interventi previsti rispondono alle esigenze reali del mercato anche al fine di migliorare l’integrazione logistica treno – nave e viceversa».
L’annoso capitolo della Zes, iniziato – come ricorda la Corte dei Conti – nel 2018, il Dpcm con cui «è stata istituita la Zona economica speciale della Regione Calabria che trova la sua collocazione presso le aree retrostanti il porto di Gioia Tauro ricomprendendo anche aree territorialmente non ad esso adiacenti ma ad esso collegate da un nesso economico funzionale». Si citano inoltre le disposizioni di vantaggio previste per le aree Zes, dall’accesso al credito di imposta alla riduzione dei termini della molteplicità di procedimenti amministrativi, “tutti interrelati tra di loro e facenti capo alla sfera di attribuzioni di amministrazioni centrali, periferiche e territoriali”. Per la Corte dei Conti però lo stato dell’arte è ancora insufficiente: «Nonostante ciò, l’Ente afferma che i ritardi nel concreto avvio della Zes sono ancora di natura burocratica – amministrativa al punto di rendere complicatissimo, in assenza della previsione normativa di uno specifico e speciale “procedimento Zes”, poter addivenire in tempi rapidi alla realizzazione di nuovi insediamenti. Quale conseguenza di tale criticità vi è la difficoltà di accesso al credito di imposta Zes, fruibile tramite specifico applicativo informatico operante sul sito dell’Agenzia delle Entrate a partire dal mese di settembre 2019, poiché gli insediamenti già esistenti, di fatto, risultano avere assorbito gran parte del plafond a tal fine disponibile. La rilevata criticità è stata stigmatizzata – sottolinea la magistratura contabile – dal commissario straordinario del Governo fin dalla data del suo insediamento quale presidente del Comitato di indirizzo della Zes Calabria…». Da qui la raccomandazione da parte della Corte dei Conti al «più celere impegno per dare concreta vita alla Zes del porto, che potrebbe assicurare un nuovo prezioso volano commerciale al porto e a tutto il Paese».
Sotto l’aspetto più prettamente gestionale, la Corte dei Conti anzitutto rileva che il totale complessivo della spesa per gli organi dell’Autorità portuale è in diminuzione del 3,25 per cento rispetto all’esercizio 2019 attestandosi a euro 309mila. Inoltre – si legge nella relazione della Corte dei Conti – – «nel 2020, nonostante la crisi prodotta dalla pandemia, tutti i saldi principali sono positivi, con eccezione del saldo di parte capitale, e tutti in miglioramento rispetto al precedente esercizio. L’avanzo finanziario nella competenza dell’esercizio è oltre il triplo del 2019 e si attesta a 10,5 mln, con un risultato parte corrente di 11,9 mln rettificato da un saldo negativo parte capitale di 1,4 mln. L’avanzo di amministrazione è pari al valore di euro 131,7 mln in aumento rispetto all’esercizio precedente (9% sul 2019). L’avanzo economico è positivo per 12,2 mln anch’esso in forte aumento rispetto all’esercizio precedente (130%). Il patrimonio netto, alla chiusura dell’esercizio dell’anno 2020 si attesta a euro 128,4 mln con un aumento del 10,5%». (a. c.)
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