«Un nuovo centrodestra per non ritornare indietro nel tempo»

Ieri sera a Cosenza, presentando il nuovo libro di Daniele Capezzone, abbiamo discusso delle prospettive politiche che si aprono nel Paese dopo la rielezione del presidente Mattarella. Una discussione franca e aperta che ha coinvolto, da Gianluca Gallo a Mario Tassone, le sensibilità diverse che compongono l’alleanza politica.
La premessa che voglio fare é d’obbligo. La Lega si è esposta con coraggio nelle trattative politiche fornendo una serie di nomi prestigiosi che il centrosinistra non ha neppure preso in considerazione.
La virata su Mattarella è stata resa necessaria da una stagnazione che rendeva impossibile continuare a dialogare con chi non riconosceva un’identità politica all’intera coalizione.
La vera discussione si apre adesso e, in tutta sincerità, sarà importante coinvolgere i territori per non cadere nel tranello di chi vorrebbe ingessare il Paese con leggi elettorali ed alchimie politiche che ci riporterebbero indietro di 30 anni.
Il centrodestra governa 14 regioni su venti. Fra queste quattro (con il binomio Lombardia Veneto) sono guidate dalla Lega.
In queste regioni si governa bene e si registra un’armonia tra le varie sensibilità culturali.
Pensare di archiviare, nel nome di un nuovo e antistorico centrismo, queste esperienze sarebbe assurdo. Il centrodestra è in netta maggioranza nel Paese e questo spaventa chi vorrebbe che l’unità nazionale, necessaria e contingente nell’attualità, durasse a vita.
Sono d’accordo con chi sostiene che sia necessario ripensare le coalizioni ma non per annullarne la portata. Quale centrodestra vogliamo noi? Vogliamo un polo che sintetizzi le esperienze del cattolicesimo, della destra sociale e di chi lotta per un’Europa che sia davvero solidale e inclusiva.
E su questo punto il Pd è in difficoltà, ormai tentato più da formule politiche pasticciate che dalla sopravvivenza del bipolarismo. Se c’è un’accusa che può essere fatta al vecchio centrodestra che ha governato 11 degli ultimi 30 anni è proprio quella di non aver saputo fare le riforme che portassero a una Repubblica Presidenziale bilanciata da un federalismo rafforzato. È un tempo perso che deve essere recuperato.
Così come la battaglia per una giustizia giusta che Matteo Salvini ha ripreso con i referendum e che il centrodestra ha troppo trascurato negli ultimi anni.
Sono esempi di come temi di interesse sociale e istituzionale così profondi debbano diventare patrimonio complessivo del polo conservatore.
Per questo è possibile costruire veramente un nuovo centrodestra che sia progressista nelle idee e conservatore nei valori.
Con donne e uomini che non vogliono rassegnarsi a un partito unico trasversale che governi eternamente come il Pd sembra privilegiare.
L’Italia deve avere, ed è questa l’idea di Salvini, una funzione strategica negli equilibri geopolitici mondiali, contribuendo a creare un ‘Europa certo atlantica ma capace di dialogare con il fronte dell’est per costruire pace e prosperità rinunciando a qualsiasi egemonia imperialista.
La gente ci chiede di essere credibili e di non disperdere un grande patrimonio culturale comune. Su questa strada costruiremo il nostro impegno.

*capogruppo della Lega in consiglio regionale Calabria