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Cosenza, il caso della morte di Lina Pasqua. Fissata l’udienza preliminare

La donna, originaria di Dipignano, è morta il 2 luglio del 2018. L’accusa nei confronti di tre medici in servizio all’Annunziata

Pubblicato il: 31/01/2022 – 8:12
Cosenza, il caso della morte di Lina Pasqua. Fissata l’udienza preliminare

COSENZA Il gup del Tribunale di Cosenza, Carpino, vista la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo febbraio nei confronti di Vincenzo Maiuri (difeso dall’avvocato Zurzolo), Mari Antonietta Lerose (difesa dall’avvocato Todarello), Elisabetta Bonaiuto (Nicola Carratelli). Il caso è legato alla morte di Lina Pasqua, donna originaria di Dipignano, in provincia di Cosenza.

I fatti

Secondo l’accusa, in qualità di sanitario dell’Ospedale Civile Annunziata di Cosenza, il dottor Maiuri – dopo aver effettuato la prima consulenza chirurgica il 7 marzo del 2018 non avrebbe disposto il ricovero della paziente, Lina Pasqua, senza «consigliare la semplice osservazione clinica nonostante dovesse essere reidratata e fosse necessario impostare una antibioticoterapia». La dottoressa Lerose, «dopo aver effettuato la seconda consulenza chirurgica, non avrebbe effettuato la percussione dell’addome né l’esplorazione rettale e – con un paziente con evidenza Tc di livelli idroaerei – non avrebbe richiesto l’esecuzione di un esame radiografico diretto dell’addome». Infine la dottoressa Bonaiuto, dopo aver effettuato la terza consulenza chirurgica l’8 marzo 2018, non avrebbe eseguito «l’esame radiografico con gastrografin e non avrebbe valutato adeguatamente gli esami Tc addome».
I fattori legati al decesso di Lina Pasqua sono molteplici. «L’utilizzo in maniera discontinua del sondino naso­ gastrico, il ritardo di sei giorni il trattamento chirurgico dell’occlusione intestinale e la necessità di svolgere un intervento più invasivo di ampia resezione intestinale con creazione di una ileostomia a cui è seguita l’infezione del sito chirurgico, la successiva necessità di svolgere un ulteriore intervento di ricanalizzazione» avrebbero contribuito a cagionare il decesso della paziente avvenuto il due luglio 2018 per «arresto cardiorespiratorio secondario a insufficienza cardiaca acuta in soggetto affetto da obesità, insufficienza renale in trattamento emodiliatico e sottoposta a recente intervento chirurgico di resezione intestinale con ileo-ileostomia laterolaterale, adesiolisi e plastica aponeurotica».
Gli avvocati Massimiliano Coppa, Luigi Forciniti, Giovanni Ferrari e Antonio Granieri rappresentano nel procedimento le parti offese. (f.b.)

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