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L’intervento

Falvo: «La violenza è un fenomeno culturale e la giustizia fai da te non deve prevalere»

Il procuratore di Vibo Valentia: «Il fenomeno va combattuto da tutte le istituzioni, famiglia, scuola, chiesa, forze dell’ordine»

Pubblicato il: 31/01/2022 – 9:42
Falvo: «La violenza è un fenomeno culturale e la giustizia fai da te non deve prevalere»

LAMEZIA TERME «La violenza è un fenomeno culturale e la giustizia fai da te non deve prevalere». È questo il messaggio lanciato dal procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, nel corso trasmissione Buongiorno regione andata in onda questa mattina su RaiTre Calabria.
«Nell’ultimo periodo a Vibo Valentia – ha detto – abbiamo registrato una recrudescenza di questi episodi violenti. Tra i più eclatanti, quel sabato sera di ottobre al centro di Vibo Valentia in cui sono stati esplosi dei colpi di pistola ed un ragazzo è stato sparato al petto davanti a tanti altri giovani. Addirittura le auto passavano e notando questo corpo per terra, lo evitavano facendo la gimcana senza neanche allertare le forze dell’ordine. E poi c’è l’episodio verificatosi di Natale, con nove ragazzi coinvolti, molti dei quali minorenni. Giovani che utilizzano l’aggressione, la violenza, per risolvere qualsiasi tipo problema. Questo è spesso figlio di quella sottocultura che alimenta il fenomeno mafioso, con quei ragazzi che diventano spesso il serbatoio, il vivaio, delle organizzazioni criminali».
«Dopo l’operazione Rinascita-Scott tanti giovani si erano impegnati, ed ancora si stanno impegnando, nel sociale e ci stanno dando una mano anche nelle scuole per parlare di legalità e di rispetto degli altri. Il cammino da fare è ancora tanto. A novembre – ha ricordato il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia – in una scuola al centro di Vibo avevamo piantato l’albero della legalità, alla presenza del prefetto e delle forze dell’ordine. Quell’albero dopo pochi giorni è stato estirpato, come messaggio di attacco e di violenza ai valori che lo Stato incarna».
«La violenza è un fenomeno culturale, così come quello della criminalità organizzata e va combattuto da tutte le istituzioni, la famiglia, la scuola, la Chiesa, le forze dell’ordine. Noi andiamo spesso, nelle scuole. Il 3 febbraio saremo in una di queste con il questore, col comandante provinciale dei carabinieri, a tentare di diffondere il messaggio di legalità, iniziando dai più piccoli. Poco prima di Natale, all’Istituto di Criminologia a Vibo – ha detto ancora Camillo Falvo – abbiamo accolto tante scuole elementari con un messaggio: amare il prossimo. Agli alunni abbiamo regalato i modellini delle auto della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza per far capire loro che le forze dell’ordine non devono essere considerate come gli “sbirri”, ma come angeli custodi. Le indagini continueremo a farle, ma non sono sufficienti perché la battaglia è culturale. Vibo ha, purtroppo, il triste primato da anni, di essere la città con il più alto tasso di crimini violenti: il fenomeno è frutto di quel tipo di mentalità. C’è stato un caso Mileto, un paio d’anni fa, di un ragazzo 15 enne ammazzato da un coetaneo, sparato, per motivi futili, perché aveva importunato una ragazza».
La giustizia fai da te «non deve prevalere. In un territorio in cui le armi sono così diffuse, stiamo portando avanti una battaglia. L’anno scorso sono state realizzate tante operazioni nel corso delle quali sono state sequestrate molte armi. Se si ha la propensione ad utilizzare le armi è un serio problema. Noi – ha concluso il procuratore Falvo – proseguiremo questa battaglia e quella culturale».

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