CATANZARO Il punto di non ritorno. È quello che hanno ormai raggiunto le Province, in particolare le Province calabresi. Vilipese dall’antipolitica che sa solo distruggere, praticamente dissanguate dalla contestatissima e odiatissima riforma Delrio, dimenticate da tutti i governi nazionali compreso l’ultimo che ha investito le briciole di 20 milioni per tutt’Italia, strozzate dai debiti e da bilanci asfittici a causa dei tagli dei trasferimenti nazionali, ora le Province, a partire da quelle calabresi, danno il via alla rivolta. A ispirarla il presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, che sta vivendo una fase tormentata a causa di una situazione economica e finanziaria ai limiti del default: quello che era un ente portato generalmente a modello oggi è un ente che arranca pericolosamente, ed è la “spia” che così non si può più andare avanti. E allora, tutti al capezzale delle Province, tutti – i parlamentari calabresi dell’intero arco costituzionale, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, i rappresentanti di quattro dei cinque enti intermedi della regione (mancava solo Cosenza) e dirigenti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil – a invocare un deciso cambio di passo e a sollecitare finalmente una parola di chiarezza da parte del governo: dalla Calabria che per una volta si fa “apripista”, insomma, parte una battaglia unitaria e molto bipartisan per salvare le Province e poi, chissà, se l’operazione salvataggio dovesse riuscire, per riportarle ai fasti di un tempo. Oltre tre e e mezzo di confronto, a Palazzo di Vetro a Catanzaro, concluse dall’impegno da parte di Abramo di stilare e inviare domani un’accorata lettera, condivisa dai presenti, con la quale chiedere quasi “ad horas” un tavolo interministeriale e un confronto serio e vero con il governo. Da più parti inoltre è stato invocato anche un ruolo più attivo e propositivo della Regione.
La traccia del confronto è quella che indica Abramo. «Oggi – esordisce il presidente della Provincia di Catanzaro – ci troviamo in una situazione difficilissima, a Catanzaro stiamo soffrendo terribilmente ma anche le altre Province, sentendo i mieti colleghi, stanno soffrendo moltissimo. Con l’aiuto dei parlamentari proviamo a fissare un incontro con i ministeri interessati. Le Province negli ultimi anni hanno sopportato tagli del 50%, baserebbe che non ci fossero questi tagli in questa percentuale per riequilibrare un po’ la situazione. Nell’ultima Finanziaria non abbiamo avuto praticamente nulla. Non riusciamo a fare nemmeno la manutenzione: se pensiamo che la Provincia di Catanzaro ha solo un milione per 1.700 chilometri di strade, con 600 euro a chilometro non si va da nessuna parte, e rischiamo anche per quanto riguarda il sistema scolastico. In passato – ricorda Abramo – sono state chieste più deleghe alla Regione ma non le abbiamo mai avute, adesso c’è la disponibilità del presidente della Regione e c’è un tavolo aperto ma ancora ci vuole tempo».
Moltissimi gli interventi nella sala consiliare di Palazzo di Vetro e da remoto. A parlare, da remoto, è anche la sottosegretaria al Sud e alla Coesione territoriale Dalila Nesci, che ha chiesto ai rappresentanti delle Province di «sottoporrai formalmente le criticità esistenti per fare un punto di dettaglio, sarebbe utile che le richieste fossero formalizzate per comprendere là generalità dell’intervento». Interviene anche il presidente del Consigli o regionale Filippo Mancuso, spiegando che «per la Provincia di Catanzaro la Regione ha assicurato che la Regione provvederà a breve a saldare residui del 2021, del 2020 e anticipazioni del 2022, e a destinare più risorse nei servizi delegati per aumentare il gettito delle Province. Il nostro impegno resta». In aula ci sono i parlamentari Wanda Ferro (Fratelli d’Italia), che della Provincia di Catanzaro è stata anche presidente e commissario e sa bene di cosa si sta parlando, Silvia Vono (fresca di passaggio a Forza Italia), Domenico Furgiuele (Lega) e il pentastellato Paolo Parentela. Collegati in remoto tra gli altri Antonio Viscomi (Pd), Giuseppe D’Ippolito, Giuseppe Auddino, Anna Laura Orrico, Elisabetta Barbuto (M5S), Maria Tripodi (Forza Italia), Bianca Laura Granato, Margherita Corrado e Francesco Forciniti (Misto). Anche i dirigenti sindacali Luciana Giordano (Cisl) e Gigi Veraldi (Cgil) hanno portato il loro contributo chiedendo una riforma strutturale delle Province nell’ambito di una riforma delle autonomie. A tirare le fila la Ferro, che ha ricordato di aver «presentato un ordine del giorno accettato dal governo ma ho chiesto che fosse votato da tutta l’aula all’unanimità, adesso chiederemo al governo che prosegua in questa direzione ma chiederemo ulteriori spiegazioni su quello che si può fare in aggiunta a sostegno di enti devastati dalla Delrio. Lavoriamo a una lettera con la quale chiedere un tavolo interministeriale e un confronto con il governo, noi siamo disponibili già dalla prossima settimana». (a. cant.)
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