COSENZA Nove anni per Sandro Principe (difeso dai legali Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), otto per Umberto Bernaudo (difeso dall’avvocato Francesco Calabrò) e ancora 7 anni e 6 mesi per Pietro Paolo Ruffolo (difeso dagli avvocati Franz Caruso e Francesco Tenuta), due anni per Giuseppe Gagliardi (difeso dall’avvocato Marco Amantea). Queste le richieste di pena avanzate dal Pubblico ministero, Pierparolo Bruni, al termine della requisitoria (depositata tramite dispositivo digitale) legata al procedimento “Sistema Rende”, che mira a far luce su presunti intrecci tra alcuni politici ed esponenti del clan Lanzino-Ruà.
Presente ad ogni udienza, l’ex sindaco di Rende e principale imputato Sandro Principe ha sempre respinto ogni accusa. «La città di Rende ha sviluppato gli anticorpi necessari a combattere il malaffare». Ed anche sui possibili «consigli o indirizzi politici» rivolti all’amministrazione Bernaudo, durante il suo periodo lontano dalla città, Principe ha sempre negato: «Non davo nessun tipo di direttiva rivolta alle scelte amministrative, mi limitavo – in occasione di pubbliche manifestazioni – a fornire alcuni consigli ai compagni di partito. Non ero responsabile degli atti amministrativi».
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