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Tribunale ecclesiastico, nel 2021 annullati 136 matrimoni

Inaugurato l’Anno giudiziario, migliorata la performance. «La cultura familiare cede sempre più il passo a tendenze privatistiche»

Pubblicato il: 31/01/2022 – 20:42
Tribunale ecclesiastico, nel 2021 annullati 136 matrimoni

REGGIO CALABRIA Migliora la performance del Tribunale ecclesiastico calabro (Teic), con sede a Reggio. Il quadro statistico dell’attività, nel corso del 2021, è stato illustrato nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro, svoltasi nell’Aula magna “Monsignor Vittorio Luigi Mondello” del Seminario arcivescovile Pio XI. Un quadro che registra un incremento delle cause decise, riguardanti la nullità dei matrimoni, che sono state complessivamente 139, 39 in più rispetto al 2020. Di queste, 136 si sono conclude con pronunciamento di nullità e tre, invece, di validità. In aumento anche i processi terminati, 118, 19 in più rispetto all’anno precedente.
I procedimenti pendenti, al 31 dicembre del 2020, erano 189, cui se ne sono aggiunti 113 nel corso del 2021. I procedimenti rimasti pendenti al 31 dicembre scorso sono 163. La cerimonia di quest’anno, è stata per la prima volta presieduta dai due nuovi prelati nominati in Calabria, l’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone, moderatore del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro, e l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, moderatore del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro di Appello. Alla cerimonia hanno partecipato tutti gli arcivescovi e vescovi della Calabria.
Lo scorso anno la Chiesa calabrese ha istituito il Teica, il Tribunale d’appello, con sede a Catanzaro, di cui mons. Maniago è moderatore, mentre mons. Erasmo Napolitano è Vicario giudiziale. Nella loro relazione, i due Vicari giudiziali del Tec e del Teica, monsignor Vincenzo Varone e monsignor Napolitano si sono soffermati sull’attività svolta dai due organismi. «Un lavoro molto proficuo. Nel nostro Tribunale – ha rilevato mons. Varone il capo di nullità maggiormente invocato continua ad essere il ‘grave difetto di discrezione di giudizio. Da parecchi anni, ormai, questo capo non costituisce una novità nelle nostre statistiche, ma noi continuiamo a domandarci, non solo a livello giuridico ma, anche e soprattutto a livello pastorale, quanto tale dato ci interpelli nella nostra azione ecclesiale. È lampante il fatto che nella nostra terra di Calabria ci siano vari fattori che non aiutano le persone a raggiungere un grado di maturità proporzionato all’atto specifico e peculiare del consenso matrimoniale: una cultura familiare che sta cedendo sempre più il passo a tendenze privatistiche e personalistiche dove il centro diventa sempre più la persona singola e i suoi bisogni piuttosto che la realtà comunionale e relazionale, qual è, in modo eminente, la famiglia. Ciò che noi registriamo con l’attività giudiziaria – ha detto ancora mons. Varone – è che sempre più persone non sono in grado di affrontare in modo adeguato l’impegno vero e responsabile dell’essere coinvolto in una relazione coniugale. Ciò per motivi vari che vanno da problematiche di anomalie psichiche a problematiche che interessano lo sviluppo normale del soggetto in ambito sia familiare che sociale. Abbiamo registrato che anche la insicurezza di una posizione chiara a livello economico-sociale influisce in modo negativo sulla maturità integrale della persona. A ciò si aggiungono i vari condizionamenti culturali e le ansie della nostra società che provocano insicurezza e grave incapacità nella scelta matrimoniale. Il dato è rilevantissimo: il 58,17% (89 su 139) dei capi di nullità decisi ha avuto come oggetto il grave difetto di discrezione di giudizio e di questi 83 sono state decisi ‘pro nullitate’ (matrimonio nullo) 6 “pro validitate” (matrimonio valido). Rimettiamo questo dato nelle mani sapienti dei nostri operatori di Pastorale della Famiglia che nelle singole diocesi operano per preparare i fidanzati alla scelta del sacramento del matrimonio e che si adoperano ad accompagnare le giovani famiglie a muovere i primi passi in una realtà così particolare e fragile quale la famiglia cristiana. Gli altri capi di nullità matrimoniale invocati nei nostri processi sono stati l’esclusione della prole e quella dell’indissolubilità del matrimonio. Rilevante anche la richiesta di nullità per errore su qualità della persona, esclusione della fedeltà, esclusione delle dignità sacramentale, condizione de futuro».
Tre i procedimenti in fase di trattazione davanti al Tribunale ecclesiastico interdiocesano d’appello, istituito lo scorso anno con la riforma di Papa Francesco, elencati da Mons. Erasmo Napolitano, «di cui uno breviore, novità di questa Riforma, caso unico in Italia, perché con questa formula le parti sono concordi nel presentare l’istanza, e nonostante questo, una delle due ha avanzato appello».

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