LAMEZIA TERME Una proposta civica per il futuro di Catanzaro «perché il capoluogo è in grande sofferenza da molto tempo e questa sofferenza fa venire la voglia di ribellarsi». Gli errori del Pd e del centrosinistra, che hanno portato avanti «un tavolo poco rappresentativo» e il rimprovero alla coalizione per non aver battuto la strada delle primarie che «erano la soluzione ideale». L’impegno a «lavorare» perché si possa ricomporre un quadro unitario ma «realisticamente mi domando se non ci siamo allontanati troppo dalla riva». Ospite del talk de L’altro Corriere Tv condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro, l’avvocato Aldo Casalinuovo parla della sua candidatura a sindaco di Catanzaro delle motivazioni che l’hanno spinto a scendere in campo e dei suoi progetti per la città capoluogo di regione .
Diretta la prima domanda di Monteleone e Floro: “Chi gliel’ha fatto fare a candidarsi sindaco?». «È la domanda che mi ha fatto per prima mia moglie e mi risuona ancora nell’orecchio», confida Casalinuovo, che poi spiega: «Alla fine però l’ho convinta perché la città è in grande sofferenza da molto tempo e questa sofferenza fa venire la voglia di ribellarsi, di creare una strada nuova nella consapevolezza che può risalire la china perché Catanzaro ha tante ricchezze e tutti i presupposti per crescere. Si dice sempre che manca l’impegno di chi può darlo, e allora dico che è arrivato il momento per fare un passo avanti. Ma non da soli, il cammino da soli è complicato: ma se tanti riescono a fare un passo avanti si può creare un circuito favorevole per Catanzaro. Questa – afferma il candidato sindaco – è in sintesi la motivazione che mi ha spinto».
Casalinuovo, esponente di una famiglia che politicamente rappresenta un pezzo importante di storia politica in Calabria – il papà Mario è stato uno dei leader del Psi, oltre che ministro della Repubblica negli anni ’80 – spiega quindi il senso della sua discesa in campo: «Innanzitutto la mia proposta è contornata dai cittadini. Ho proposto la mia iniziativa come civica non per una suggestione o per una sorta di captatio benevolentiae ma perché credo in questo tipo di proposta, ci credo ancora di più nel momento in cui – ahinoi – i partiti sono poco presenti e non sono più i luoghi di incontro, di dibattito e di elaborazione di una proposta quali erano in passato. Sono sempre stato del parere che la politica è importante, la guardo con estremo interesse e mi ci sono spesso interfacciato, ma non ho trovato quelle risposte che mi sarebbe piaciuto trovare. Io ho un’estrazione che tutti conoscono, il campo riformista e progressista. Mio padre, tra le ultime cose, mi disse che “morirò socialista”, per dire com’era radicato in quell’idea, e io sono sulla sua stessa scia ideale. Il mio blocco – rileva a “20.20” – è in costruzione, siamo a 4 -5 mesi dalle elezioni e tutto è in costruzione. Il mio sguardo è rivolto all’area del centrosinistra, ma l’apertura ai cittadini di qualsiasi colore politico è per me indefettibile. Se un mio amico di centrodestra dice che mi voterà comunque, in qualsiasi schieramento dovessi trovarmi, mi fa piacere e sintetizza il senso della mia proposta civica per la città».
Sul piano prettamente politico, il dato di fondo è che a Catanzaro al momento il campo del centrosinistra esprime ben tre candidati sindaco: oltre allo stesso Casalinuovo, i docenti universitari Nicola Fiorita e Valerio Donato. Per Casalinuovo il percorso che ha determinato questo approdo è stato costellato da molti errori. «Ho dialogato con il Pd, avendo manifestato la mia disponibilità. Ho avuto due incontri con la dirigenza locale del Pd, che però è un po’ in scadenza. Poi però – ricorda il candidato sindaco di Catanzaro – c’è stata un’evoluzione un po’ frastagliata, non si è capito bene cosa è successo, il 21 dicembre c’è stata una assemblea dei circoli cui ha partecipato il professore Donato manifestato disponibilità e poi Donato qualche giorno dopo ha convocato una conferenza stampa per dire che si sarebbe candidato in autonomia. C’è un’indicazione tendenziale, soltanto tendenziale, per Fiorita con un avallo da chiedere a Roma ma che in realtà non è mai arrivato. Insomma, è una situazione ancora un po’ sfilacciata».
Secondo Casalinuovo le primarie «erano la soluzione ideale, le ho sollecitate molto dicendo che era lo sblocco naturale, le prevede del resto lo Statuto del Pd. Era un discorso molto semplice ma doveva essere fatto probabilmente a dicembre quando si sono fatti quegli incontri. Ci si è allontanati un po’ dalla riva, ci sono stati nel frattempo vari passaggi». Ad avviso di Casalinuovo «coalizione larga non significa ammucchiata, significa allargare il campo ma avendo sempre un certo timbro. L’errore è stato una chiusura iniziale, c’è stato un cosiddetto tavolo sulle Amministrative che ho sempre ritenuto poco rappresentativo, con tutto il rispetto, perché composto da associazioni presenti sì sul territorio ma un po’ debolucce, con pochi iscritti, e non possono essere queste ad determinare la candidatura a sindaco alle elezioni di Catanzaro, che sono un test nazionale. Delegare a piccolo raggruppamenti che forse conoscono poco la città – sostiene il candidato sindaco – è stato un errore: qui c’è stata la chiusura e poi la frattura. Bisognava attendere, essere più pazienti, e utilizzare gennaio e febbraio per una migliore riflessione, invece c’è stata un’accelerata improvvisa». Casalinuovo quindi aggiunge: «Non so se ci sono margini» per una ricomposizione dell’attuale quadro, «lavorerò per questo, pur ricordando che siamo in un maggioritario con il doppio turno lavorerò per questo ma realisticamente mi domando se non ci siamo allontanati troppo dalla riva». Casalinuovo comunque ribadisce di essere pienamente in campo: «Io sono assolutamente partito. Sono fatto così: pondero molto ma se parto le marce le inserisco uno dopo l’altra».
Infine, un bilancio di quasi 20 anni di amministrazione Abramo e i suoli progetti per la città: « Catanzaro ha bisogno di una grande opera di modernizzazione, mancano infrastrutture fondamentali. Uno dei tempi che svilupperò con un’iniziativa pubblica è la mobilità e accessibilità nel centro storico: capisco chi viene da fuori e non vede l’ora di andare via. Sono nodi del passato ma – conclude Casalinuovo – da risolvere. Abramo secondo me ama la città, è un catanzarese vero, purtroppo ci sono stati segmenti favorevoli che vanno ripresi ma anche tanti fermi, tante soste e tante omissioni».
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