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«Mio fratello è figlio unico: l’attualità della solitudine»

«Rino Gaetano è sicuramente uno dei cantautori più importanti della canzone italiana ma, allo stesso tempo, uno dei più incompresi e scherniti. Le tematiche scomode, l’ambiguità e l’ironia nel pro…

Pubblicato il: 03/02/2022 – 8:07
di Piergiorgio Greto Melia
«Mio fratello è figlio unico: l’attualità della solitudine»

«Rino Gaetano è sicuramente uno dei cantautori più importanti della canzone italiana ma, allo stesso tempo, uno dei più incompresi e scherniti. Le tematiche scomode, l’ambiguità e l’ironia nel pronunciare nomi di politici e uomini di potere hanno fatto sì che molti mass media provassero ad oscurare la sua musica, spesso non facendo una bella figura. Rimane iconica l’esibizione al Maurizio Costanzo Show del 1978, dove Rino canta “Nuntereggae più” proprio di fronte alla presenza di Susanna Agnelli, nominata in una strofa del brano, e dello stesso conduttore che cerca in tutti i modi di dare una brutta immagine al suo ospite.
“Mio Fratello è Figlio Unico” è forse una delle canzoni più drammatiche dello storico cantautore calabrese, quasi un omaggio all’uomo solo, ripudiato ed emarginato a causa delle ingiustizie del mondo che in un certo qual modo rappresenta pienamente la società odierna. Rino canta di un uomo preso dallo sconforto, contrario ai canoni di una società incoerente e ingiusta da cui non si sente rappresentato, che lo blocca all’interno di una quotidiana mediocrità. L’ipocrisia dell’uomo comune dei primi ‘70 è rappresentata in maniera geniale nel testo del brano, reso contraddittorio di proposito dall’autore per esprimere al meglio il concetto.

Mio fratello è figlio unico
Perché non ha mai trovato il coraggio d’operarsi al fegato
E non ha mai pagato per fare l’amore
E non ha mai vinto un premio aziendale
E non ha mai viaggiato in seconda classe
Sul rapido Taranto-Ancona


Emerge il racconto di un uomo qualunque, tale Mario, completamente lontano dai cliché e dai luoghi comuni dell’epoca, che si abbandona alla solitudine e la accetta, creando il suo modus vivendi.
Allo stesso tempo però, Mio Fratello è Figlio Unico è un grido ad essere se stessi, a pensare con la propria testa senza farsi influenzare dalle mode, a non rendersi partecipe di ideali che non si condividono per la paura di essere esclusi dalla massa. Difatti, Rino esprime il suo odio verso la finzione, verso coloro che si mostrano per quelli che non sono realmente e riesce a farlo in maniera brillante, con una sola frase:

E non ha mai criticato un film
Senza prima, prima vederlo


Qui viene racchiusa la meschinità dell’uomo che oggi i giovani definiscono con l’appellativo di “poser”, ossia una persona che segue le mode non per gusto, ma semplicemente per essere accettato dal gruppo.
La celebre frase “e ti amo Mario” è un tocco di sentimentalismo per niente casuale, ma sottolinea come l’amore sia l’unica cosa che uccide le fragilità e che permette di superare il dolore e la cattiveria della società. Questo rende Mario capace di andare avanti nonostante la sua vita sia assurdamente ingiusta e di sopravvivere, di accettarsi ma mai di rassegnarsi.
Rino Gaetano ha saputo rappresentare la società del tempo in maniera geniale, spesso celando la tristezza con l’ironia e con il suo inconfondibile sorriso. Ha denunciato le ingiustizie, non venendo quasi mai ascoltato, e Mio Fratello è Figlio Unico rappresenta in parte anche l’autore, un eroe solitario e ribelle che combatte contro il conformismo di una realtà che non lo rappresenta, fregandosene del giudizio altrui e rimanendo sempre se stesso.
Se avesse avuto la possibilità di vivere nel mondo odierno probabilmente Rino non si sarebbe stupito, anzi, avrebbe avuto la conferma che i nostri fratelli sono ancora figli unici».

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