CATANZARO È l’edilizia il settore che sta spingendo la ripresa economica del Paese. Forte soprattutto degli investimenti privati avviati grazie alle misure agevolative finalizzate alla riqualificazione degli edifici e ai bonus per migliorare l’efficienza energetica e la tenuta in termini di resistenza ai terremoti, il settore delle costruzioni è ripartito. Trainando complessivamente l’economia. In Italia si stima che nei primi tre trimestri del 2021 (ultimi dati disponibili) il comparto sia cresciuto del 18,6% rispetto alla media dello stesso periodo del 2020. Un balzo in avanti decisamente più robusto del 6,5% fatto registrare a conclusione dello scorso anno dal Pil.
E sono i numeri legati alla produzione della filiera delle costruzioni, diffusi dall’Istat, a confermare la tonicità del sistema produttivo. Secondo quei dati, a novembre (ultimo dato disponibile) il settore ha ottenuto il quarto rialzo mensile consecutivo: +1% rispetto al mese precedente. Portando così nella media degli 11 mesi del 2021 un incremento di circa un quarto (24,6%) rispetto al 2020. Valori che non si registravano da maggio del 2012. Dietro questo boom, appunto, la ripresa forte e ormai consolidata degli investimenti sostenuti dagli incentivi fiscali che hanno incrementato la domanda di lavori di riqualificazione del patrimonio edilizio privato. Soprattutto nel Mezzogiorno. Con la Calabria che semmai primeggia per richieste di finanziamenti per ristrutturare o riqualificare edifici ed appartamenti. Un innesto di liquidità che ha sortito benefici anche in termini di demografia di imprese. Con una crescita, di nuovi iscritti nel corso del 2021, importante. Segnali di vitalità che però potrebbero essere frenati dall’escalation dei prezzi per la realizzazione di opere edilizie e del costo energetico che si è innestato a seguito della mancanza delle materie prime. Ma soprattutto dalle novità introdotte dall’entrata in vigore del decreto legge “Sostegni ter” che ha limitato il sistema di cessione del credito previsto nel meccanismo agevolativo dei bonus edilizi. Timori più che certezze visto l’andamento ancora positivo del settore che al momento non sembra risentire di frenate. Anzi la filiera produttiva è in pieno fermento e in attesa delle risorse previste anche dal Pnrr continua a spingere l’economia reale calabrese.
Sono i dati del report dell’Enea e del ministero della Transizione ecologica a dimostrare la vitalità della domanda di manutenzione degli immobili. Ad iniziare dello straordinario trend registrato in Calabria nell’utilizzo del superbonus del 110%. Nel rapporto che monitora l’andamento delle richieste di superbonus del 110%, emerge che al 31 gennaio scorso sono stati 3.895 interventi per un ammontare di circa 698 milioni di euro, di cui circa 488 milioni di euro riguardano lavori portati a termine, cioè il 70% del totale. Numeri che pongono la Calabria al 10° posto in Italia per ammontare degli interventi ammessi al beneficio fiscale. Con un trend crescente rispetto al mese di dicembre quando le opere erano 3.423 segnando così un’impennata del 13,8% in termini di numero (472 nuovi cantieri) e del 14% in termini di importo (+86 milioni di euro).
Ma anche sugli altri bonus finalizzati al miglioramento degli edifici privati la Calabria fa registrare ottime performance. Tra il 2014 e il 2020 si sono registrati 19.791 interventi utilizzando la misura dell’ecobonus per un investimento pari a 160 milioni e 900mila euro. Considerando solo il 2020 le opere finalizzate a migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio calabrese sono state 9.152 per un investimento di 37,9 milioni di euro. Dati che danno il parametro del successo di queste misure per risollevare le sorti dell’intera filiera devastata dagli effetti della pandemia.
E gli effetti della rivitalizzazione del settore non si sono fatti attendere anche sulla demografia delle imprese calabresi. I dati di Unioncamere-Infocamere, infatti, registrano un trend di crescita del numero di aziende impegnate nel settore delle costruzioni. Lo scorso anno negli elenchi delle Camere di Commercio della regione si contavano 22.216 imprese registrate con una crescita in valori assoluti rispetto al 2020 pari a 650 unità, che in termini percentuali si traduce nel 3,01% in più. Un tasso di crescita superiore anche alla media nazionale che nel confronto tra i due anni è stata di 2,92 punti percentuali.
Decisamente meglio del 2020 che pur ha registrato una crescita del numero di imprese in Calabria dell’1,33%. Se poi si confrontano i dati dell’ultimo triennio, la crescita sfiora quasi il 4% (per l’esattezza il 3,95%). Di gran lunga superiore a quanto mediamente è avvenuto in questo periodo nel Paese. Tra il 2019 e il 2021, infatti, in Italia il numero delle aziende del settore costruzioni è aumentato dell’1,47%.
Volumi di affari in crescita che si traducono in aumento del valore aggiunto per l’economia complessiva e per l’occupazione. Anche il presidente di Ance Calabria e di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante evidenzia il momento “magico” che sta vivendo il settore delle costruzioni dopo due pesanti crisi che lo hanno condizionato. Perciaccante saluta positivamente l’avvio delle misure tese alla riqualificazione del patrimonio edile ma lancia anche un monito. Attenzione dice: «i nuovi vincoli imposti alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi» introdotti dal decreto legge “Sostegni ter” potrebbero «creare migliaia di contenziosi» e «bloccare interventi già avviati». Da qui l’auspicio affinché «il Parlamento possa correggere questa stortura nella conversione in legge del decreto».
I numeri parlano che il settore edile anche in Calabria sta trainando la ripresa. Seppur in maniera minore rispetto al resto del Paese. Anche dal vostro osservatorio giungono questi segnali?
«Sicuramente il settore delle costruzioni sta faticosamente recuperando le perdite subite negli ultimi dieci anni, frutto di due crisi economiche e dell’ultima crisi pandemica. I numeri ed i dati in nostro possesso ci confortano rispetto ad uno scenario di ripresa dell’edilizia in Calabria che, certamente, all’interno dei settori industriali è quello che sta registrando le migliori performance. A trainare questa ripresa soprattutto la crescente domanda nei lavori di edilizia privata. A fronte, infatti, di una contenuta flessione nei lavori pubblici, i bonus fiscali in edilizia stanno facendo registrare l’avvio di molti cantieri nella nostra regione. Tutto ciò naturalmente ha positivi riflessi anche sui dati dell’occupazione nel settore che, nell’ultimo anno, cresce e si va, via via, consolidando. Le prospettive potrebbero essere ancora più positive ed i dati economici settoriali ancor più consistenti se si passa all’attuazione degli interventi previsti nel PNRR, soprattutto quelli già territorializzati. Interventi che di interesse diretto del settore sono oltre tremila per l’attivazione di investimenti per oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro. Naturalmente, come sempre, a patto che si trasformino velocemente in cantieri».
Quali effetti hanno avuto sul comparto calabrese i bonus edilizi avviati dal Governo?
«I bonus edilizi, con particolare riferimento all’eco-sisma bonus, stanno avendo effetti straordinariamente positivi sulle nostre imprese. Le semplificazioni e la sburocratizzazione di alcune procedure hanno reso infatti più fruibile l’agevolazione fiscale prevista. Gli ultimi dati forniti dall’Enea, sull’utilizzo del Superbonus 110% al 31 gennaio 2022 testimoniano l’ottima performance della Calabria che si colloca al 10° posto per ammontare degli interventi ammessi al beneficio fiscale. A partire dalla seconda metà del 2021 si è assistito ad un considerevole aumento degli interventi condominiali, che in Calabria oggi rappresentano il 15,7% dei cantieri aperti, un dato leggermente superiore alla media nazionale, ed a livello di importo il 48,7% del totale degli investimenti (in Italia il 48,1%). L’investimento medio nei condomini è di circa 555 mila euro rispetto ai 539 mila in Italia. I lavori riguardanti gli edifici unifamiliari e le unità funzionalmente indipendenti pesano rispettivamente, il 55,3% ed il 28,9% delle strutture interessate ed il 34,9% ed il 17,1% in termini di investimenti. Questi dati confermano il trend di crescita fatto registrare negli ultimi mesi e spingono ad ipotizzare che la spesa complessiva in regione, a fine 2022, supererà significativamente il miliardo di euro. Tale maggior ammontare prodotto nelle costruzioni, in virtù delle molteplici e importanti connessioni del settore con tutta la sua lunga filiera, potrà generare un effetto totale sull’economia calabrese di 3 miliardi di euro circa, che si tradurrà in importanti ricadute sull’occupazione, con un incremento considerevole dei posti di lavoro nelle costruzioni nel 2022 e nei settori ad esso collegati».
Ora nel decreto legge “Sostegni ter” sono stati introdotti nuovi meccanismi per accedere al super bonus. Novità da voi criticate. Quali ripercussioni potrebbero esserci sul settore calabrese delle costruzioni?
«Le nuove misure contenute nel DL “Sostegni ter” pur nascendo con il legittimo intento di arginare le frodi rischiano però di bloccare le attività in edilizia privata e sicuramente andranno ad incidere negativamente su quella ripresa di cui parlavamo prima e penalizzeranno l’economia, quella sana, che attorno a questa ripresa si era positivamente attivata. La limitazione della cessione del credito, prima ancora che frenare le frodi, va infatti a colpire migliaia di cittadini e di imprese corrette, già impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato. Purtroppo bisogna constatare che, ormai periodicamente, le imprese si trovano di fronte qualche nuova norma modificativa dei bonus che genera confusione e rischia di fermare i cantieri. Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità. Peraltro è anche un controsenso vedere inserito all’interno di un decreto che si chiama “Sostegni” un provvedimento che di sostegno non ha proprio nulla sia per le imprese che per i cittadini. I nuovi vincoli imposti alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi, come segnalato da tutti gli operatori economici compresa l’Abi, avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso con il rischio di creare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese. Una norma incomprensibile contro la quale si sono espressi anche molti esponenti della maggioranza. Mi auguro però che il Parlamento possa correggere questa stortura nella conversione in legge del decreto e, in questa direzione, faccio un appello ai parlamentari calabresi perché svolgano un ruolo attivo e propositivo in questa direzione. Non è così infatti che si combattono le frodi. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni, altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti».
Sul meccanismo degli aiuti legati ai bonus ci sono state alcune critiche, a partire dalle segnalazioni di frodi. Come contemperare le esigenze di non minare questo strumento con quello di evitare truffe?
«Per evitare quanto si è verificato in termini di corretto utilizzo del credito fiscale non è la stringente limitazione della sua cessione la misura più idonea ed efficace a contrastare le truffe. Quella adottata è infatti una misura che colpisce indistintamente imprese corrette ed “avventori”. Anzi penalizza in maniera indiretta e maggiormente chi opera correttamente. È utile infatti ricordare che le irregolarità rilevate riguardano crediti inesistenti per lavori inesistenti. Ed allora due le direttrici principali sulle quali ci si potrebbe muovere: la certificazione dei cantieri e la limitazione di questo mercato (come avvenuto per le aree del terremoto) alle imprese “qualificate”. Ciò eviterebbe anche l’indiscriminato proliferare di nuove imprese che nascono ad hoc proprio per l’utilizzo di queste agevolazioni in edilizia».
E poi c’è chi come l’Ufficio parlamentare di bilancio segnala le misure edilizie come molto costose per la finanza pubblica. E cita la Calabria come esempio di anomalia per la crescita della spesa agevolata. Come replicate?
«La lettura che do del rapporto dell’Ufficio parlamentare di bilancio non è negativa né mi pare che possa essere considerato un caso, una crescita degli interventi in Calabria come quella che è stata rilevata. Semplicemente, mi sembra, che la semplificazione delle procedure intervenute nel tempo, la misura dell’agevolazione e, soprattutto, la possibilità di cessione del credito nelle forme previste (in particolare lo sconto in fattura) siano gli elementi più probabili che hanno prodotto l’accorciamento delle distanze fra imprese, cittadini e fornitori e che hanno favorito la crescita esponenziale di cui si parla. Del resto mi sembra anche positivo oltre che naturale il riequilibrio territoriale che l’utilizzo del superbonus ha prodotto nel nostro Paese. Se sull’Ecobonus il 72% delle spese agevolate andava al Nord e solo l’11% al Sud, ora questa percentuale si è fissata rispettivamente al 44% ed al 34%. Mi sembra una bella notizia piuttosto che un’anomalia».
Da alcuni mesi si registrano innalzamenti dei costi delle materie prime e dell’energia che impattano soprattutto sui bilanci delle famiglie. Quali effetti stanno generando sulla filiera produttiva calabrese?
«Il caro materiali è senza dubbio un punto estremamente dolente che sta condizionando le attività delle nostre imprese. Ci sono, infatti, numerose materie prime che hanno visto un incredibile aumento di prezzo, a cominciare dall’acciaio e dai suoi derivati, i derivati del petrolio, come la plastica, il legno, che è quasi raddoppiato. Anche sulle attività più strettamente legate ai bonus edilizi questo rincaro dei prezzi, che riguarda anche materiali isolanti sta creando grossi problemi. È diventato un grande problema sia nei lavori pubblici che in quelli privati. Le imprese hanno infatti sottoscritto contratti e capitolati che, a causa di questo forte rincaro, non sono più rispondenti alla realtà di mercato. Le imprese di costruzioni, per i contratti in corso si trovano a sopportare un importante aggravio economico nella realizzazione delle opere. Nel mentre sul versante lavori pubblici, grazie all’azione di Ance, sono stati introdotti metodi e procedure compensative, nell’edilizia privata il problema, allo stato, non trova soluzione, ed è su questo punto che esiste la necessità di trovare soluzioni».
Cosa può fare la Regione a far contribuire il settore per aiutare la crescita dell’intera economia calabrese?
«Sul tema del caro materiali, la Regione Calabria, dopo aver redatto il nuovo prezzario regionale sulle opere pubbliche sta ora procedendo anche ad un suo ulteriore aggiornamento che dovrebbe tenere conto delle problematiche contingenti. Questo è positivo e speriamo di poter fare un lavoro condiviso e comune nell’interesse non solo delle imprese ma anche della collettività. Più in generale credo che bisogna ripartire dal programma “Rigenera Calabria” che era ed è il programma di sviluppo del settore dell’edilizia condiviso con l’amministrazione regionale e che ha costituito oggetto di deliberazione da parte della precedente Giunta regionale. Un programma che declina una serie di interventi che si sviluppano sull’incentivazione finanziaria di piani di sviluppo e di cantiere, alla qualificazione professionale della manodopera, al funzionamento degli Enti preposti agli atti autorizzativi ed alla semplificazione normativa. C’è veramente tanto su cui poter lavorare. Sotto il profilo amministrativo nel breve termine potrebbe essere attivata, poiché già condivisa, una misura finanziaria di accompagnamento all’anticipazione di liquidità (prestiti ponte) sulle attività collegate ai lavori del superbonus; sotto il profilo normativo, anche in conseguenza della pronuncia di illegittimità da parte della Corte Costituzionale della norma regionale sul Piano Casa, si potrebbe cogliere l’occasione per lavorare attorno ad una norma regionale sulla rigenerazione urbana finalizzata alla riqualificazione delle nostre città e del loro patrimonio immobiliare». (r.desanto@corrierecal.it)
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