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Estorsioni e rapine a Rossano, quattro assoluzioni e una condanna

La difesa aveva contestato il riconoscimento da parte delle vittime. L’esito del giudizio di primo grado per “Christmas Money”

Pubblicato il: 06/02/2022 – 12:08
Estorsioni e rapine a Rossano, quattro assoluzioni e una condanna

CORIGLIANO ROSSANO Quattro assoluzioni per non aver commesso il fatto e una condanna, questo l’esito finale del lungo processo che aveva visto coinvolti cinque rossanesi nell’ambito dell’operazione denominata Christmas Money risalente al dicembre del 2017.

L’inchiesta “Christmas Money”

Il 12 dicembre 2017, gli agenti del Commissariato di Rossano, gli uomini della volante di Cosenza e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, avevano arrestato, con l’operazione “Christmas Money”, 5 persone, accusate di estorsione aggravata continuata in concorso e rapina. Si trattava di Alfonso Ammirato, 37 anni, Giuseppe Abastante, 26 anni, Giuseppe Barbieri, 26 anni, Mario Buontempo, 30 anni, e Massimo Manisco, 37 anni. Ammirato era accusato anche di lesioni personali ad alcuni commercianti. A novembre 2017 una delle vittime, un cittadino pachistano, aveva richiesto l’intervento della polizia per un’aggressione nella sua attività commerciale, nei suoi confronti e anche di un concittadino presente nel locale. Il commerciante aveva denunciato le richieste estorsive effettuate dall’Ammirato, con minacce di morte. I due stranieri erano stati brutalmente aggrediti con calci e pugni, tanto da dover ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso. Le successive indagini avevano portato a ricostruire altri episodi estorsivi, subiti nel corso del tempo e seguiti da danneggiamenti all’attività commerciale. L’esito delle indagini aveva portato all’emissione di una serie di misure cautelari e i cinque, riconosciuti responsabili materiali delle richieste estorsive e delle lesioni, erano stati tratti in arresto e condotti nel carcere di Castrovillari.

Le contestazioni della difesa

Il difensore, avvocato Ettore Zagarese, da subito aveva contestato sia la regolarità delle attività di riconoscimento da parte delle presunte vittime degli accusati, costituitesi parte civile con gli avvocati Paola Bruno e Antonio Parrilla, che l’aver commesso il fatto, tanto da ottenere l’annullamento della misura da parte del Tribunale del riesame di Catanzaro, misura poi ripristinata in quella però più blanda degli arresti domiciliari dalla Corte di Cassazione. Il Tribunale di Castrovillari, nei giorni scorsi, accogliendo le tesi della difesa, all’esito di un processo articolatosi in numerose udienze, ha ritenuto colpevole il solo Ammirato comminandogli una pena di anni 3 anni e 9 mesi di reclusione assolvendo gli altri quattro imputati per non aver commesso il fatto.

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