COSENZA La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto Domenico Mignolo (difeso dall’avvocato Filippo Cinnante e dall’avvocato Andrea Sarro), dall’accusa di omicidio volontario. Secondo l’accusa sarebbe stato lui ad uccidere Antonio Taranto – nel 2015 – al culmine di una discussione a via Popilia a Cosenza. Assolto dall’accusa di favoreggiamento, Leonardo Bevilacqua (difeso da Rossana Cribari).
Nel corso del procedimento, sono stati escussi numerosi collaboratori di giustizia cosentini: Luciano Impieri, Celestino Abbruzzese e Giuseppe Zaffonte. Secondo i pentiti, era Leonardo Bevilacqua il vero obiettivo mentre Taranto fu ucciso per errore. Con Bevilacqua c’era stata una lite in una discoteca cittadina, in seguito alla quale si era concordato il chiarimento da concluedere con l’omicidio. A rivelarlo, in una delle udienze, Celestino Abbruzzese, che ha riportato frasi riferite dal fratello. Per Abbruzzese, dopo l’episodio sarebbe stata organizzata una riunione per provare a risolvere la questione e requisire le armi, evitando così lo scoppio di una vera e propria faida. Questo passaggio è stato chiarito da un altro pentito, Giuseppe Zaffonte, che avrebbe partecipato personalmente all’incontro convocato per evitare un’escalation della tensione tra le fazioni. Per Domenico Mignolo, il sostituto procuratore di Catanzaro Raffaella Sforza aveva richiesto una pena pari a 16 anni di reclusione. (f.b.)
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