TREBISACCE Anche l’ospedale “Chidichimo” torna ad intravedere la luce della riapertura dopo un tunnel durato anni. Presto sarà inserito nella rete dell’emergenza-urgenza, come l’ospedale di Praia a Mare, per come indicato dalle sentenze del Consiglio di Stato.
Un primo step, verso la riapertura è stato compiuto tra ieri e oggi. Il commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina ha effettuato due sopralluoghi, prima sul Tirreno e oggi sullo Jonio, per verificare lo stato di avanzamento nell’allestimento dei reparti Covid a bassa intensità di cure, allestiti nei due ospedali, mentre nei prossimi giorni saranno aperte le buste contenenti le offerte per gli arredi da destinare al reparto di Medicina e Lungodegenza.
«L’allestimento di 10 posti letto nei reparti Covid a bassa intensità di Trebisacce e Praia a Mare – ha dichiarato La Regina prima di iniziare il tour al “Chidichimo” – è motivo di soddisfazione per la Regione e l’Asp. L’aver immaginato un percorso nuovo ed averlo definito vuole essere un messaggio anche alla comunità calabrese. Questa dotazione consentirà, qualora ce ne fosse bisogno, di ospitare pazienti Covid già stabilizzati. Ringrazio il personale del “Chidichimo” che ci ha permesso di raggiungere questo primo step verso la definitiva riapertura, così come previsto da una sentenza del Consiglio di Stato. Anche per l’ospedale di Praia a Mare, dove ieri abbiamo allestito altri 10 posti letto Covid a bassa intensità, varrà il medesimi discorso, perché previsto da una sentenza simile. Entrambi saranno inseriti nella rete di emergenza-urgenza».
«Conclusa l’emergenza – ha sottolineato il commissario dell’Asp di Cosenza – abbiamo il dovere di applicare quelle sentenze. L’attivazione dei posti letto Covid è un primo momento che ha creato comunque entusiasmo. Ciò che la sentenza indica e per come l’Azienda sanitaria provinciale ha configurato Praia e Trebisacce dall’azienda sanitaria, procederemo: medicina, lungodegenza, day surgery, posti di chirurgia ed un ottimo pronto soccorso, ovvero tutto ciò che è previsto dal Dm 70».
A Cariati, l’ospedale è ancora considerato come Capt, (centro assistenza primaria territoriale), «ma i dieci posti Covid allestiti nelle scorse settimane – ha spiegato il manager – lo traineranno verso un eventuale trasformazione in ospedale di zona disagiata ed anche col “Vittorio Cosentino” andremo verso l’apertura di nuovi reparti, a partire dalla medicina».
La recente chiusura – seppur lampo – della rianimazione del “Giannettasio” di Corigliano Rossano ed i medici e gli operatori socio sanitari del pronto soccorso che non hanno ricevuto il cambio la notte scorsa e questa mattina (lo abbiamo raccontato qui), sono solo la punta dell’iceberg di un problema che ha origini lontane decenni, anni in cui il turnover sembrava praticamente impossibile a causa dei debiti accumulati dalle Aziende.
In proposito, La Regina ha spiegato al Corriere della Calabria come il nuovo management stia «definendo l’acquisizione di personale medico ed infermieristico, a tempo indeterminato, attingendo da graduatorie di altre Asp. A fine settimana attingeremo anche da una graduatoria che abbiamo stilato in maniera celerissima per poter fornire gli ospedali di personale infermieristico e oss che necessitano. A Corigliano Rossano abbiamo immediatamente riaperto la rianimazione ma ci sono situazioni purtroppo contingenti, come nel caso dei due anestesisti rianimatori colpiti dal Covid».
Più in generale, il management dell’Asp di Cosenza conta di tornare alla normalità nei prossimi mesi. «In questo momento siamo in difficoltà – ha spiegato ancora il commissario La Regina – anche perché le due curve, quella dei pazienti Covid sintomatici che necessitano di cure e gli asintomatici che hanno comunque bisogno di assistenza ospedaliera o di un intervento, si stanno intersecando».
Trebisacce, gestirà anche quei pazienti che si sono negativizzati ma che risentono ancora di problemi respiratori con l’ambulatorio di Pneumologia. L’obiettivo primario, però, romane sempre quello di ridurre il numero dell’occupazione dei posti letto, e quindi di non ospedalizzare i pazienti, grazie alle cure domiciliari.
L’Asp di Cosenza, in proposito, presenterà uno studio della presa in carico del paziente che passa tra i vari step, la cura ad alta, poi media e bassa intensità, concludendo il percorso con le dimissioni.
Da qualche mese, insomma, l’Azienda sanitaria provinciale sembra avere una visione chiara delle criticità e della complessità del momento storico, in una fase di ricostruzione.
«Con i 36 posti letto Covid ad alta intensità di cure, i dieci di Cetraro a media intensità, Cariati, Trebisacce e Rogliano con dieci posti ciascuno a bassa intensità – conclude Vincenzo La Regina – chiudiamo il cerchio. La prossima sfida sarà quella di riuscire ad attingere ai fondi del Pnrr per modernizzare strumentazioni e apparecchiature. Ma serve un apparato burocratico efficiente». (l.latella@corrierecal.it)
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