CATANZARO La parola Nord è scomparsa dal simbolo, ma non dal cuore, dalla mente e dalle parole. Per quanto si sforzi di presentarsi e accreditarsi come un partito amico del Sud e della Calabria, la Lega è ancora attraversata e condizionata da profonde pulsioni nordiste. E a dimostrarlo è un deputato che pure ha avuto modo di vivere la realtà della Calabria ma che, una volta rientrato oltre Po, si è rimesso sul sentiero storicamente battuto dal Carroccio “duro e puro”. Si tratta del deputato Cristian Invernizzi, commissario della Lega in Calabria fino agli inizi del 2021, che nel corso di una discussione a Montecitorio si è prodotto nella rivendicazione di una “questione settentrionale” e nella difesa di un Nord penalizzato rispetto al Sud. «Basta squilibri tra Nord e Sud. Per la rigenerazione urbana – ha scritto Invernizzi in un post sulla sua pagina facebook – chiediamo la stessa attenzione per i Comuni del Nord che hanno sofferto a causa della pandemia. Le risorse messe oggi a disposizione per la rigenerazione urbana da un bando specifico sono state a nostro avviso erogate secondo criteri anacronistici, privilegiando per la maggior parte dei casi i Comuni del Sud. I territori del Nord, che hanno sofferto tantissimo in questi anni a causa della pandemia, meritano la medesima attenzione. Lavoriamo – ha concluso Invernizzi – per portare maggiore equilibrio e per chiedere una valutazione oggettiva dei progetti presentati». Un intervento che ribalta 50 anni di storia, di mortificazioni e di “scippi” (economici) subiti dal Sud e dalla Calabria. Un intervento, questo di Invernizzi, che poi riporta le lancette della Lega indietro di buoni 30 anni, quasi agli albori della sua parola politica. E chissà cosa ne pensa il leader del Carroccio Matteo Salvini, che – giusto per ricordarlo – quest’estate ha passato le ferie d’agosto in Calabria e che si fa in quattro per dirsi amico del Mezzogiorno. Evidentemente senza riscuotere particolare seguito…
Invernizzi, sul suo profilo Facebook, posta uno screenshot del nostro servizio e parla di «vittimismo un tanto al chilo» e «pressappochismo» (altri cavalli di battaglia del veteroleghismo, per dire la verità). Poi ci manda «un forte abbraccio» (ricambiamo) e spiega: «Basta sottolineare che il 93% dei progetti esclusi sono stati presentati da Comuni del Nord, tutti piani considerati ammissibili e non finanziati a causa di un criterio anacronistico. Sottolinearlo non c’entra nulla con il veteroleghismo». (redazione@corrierecal.it)
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