CATANZARO Il Tribunale di Vibo Valentia (Gilda Romano, Germana Radice, Francesca Loffredo) sostituisce, «chiesto il parere al pm», la misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari per Giancarlo Pittelli, uno dei principali imputati nel maxi processo Rinascita Scott. L’ex parlamentare di Forza Italia era tornato in carcere per aver «trasmesso una missiva a soggetto terzo», cioè al ministro Mara Carfagna, violando così il divieto «di interlocuzione con soggetti diversi da quelli con lui conviventi». Ora «il tempo trascorso del momento della riapplicazione» della misura e «il complessivo comportamento dell’imputato» hanno convinto i giudici ad alleggerire la misura coercitiva. Pittelli, dunque, lascia il carcere di Melfi e torna nella sua casa di Catanzaro. Con la prescrizione «di non allontanarsi dal luogo di esecuzione della misura cautelare, anche verso pertinenze, in assenza di preventiva autorizzazione dell’autorità giudiziaria e di non comunicare (con alcun mezzo, anche telefonico o telematico) con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono». Pittelli potrà inoltre raggiungere l’aula bunker di Lamezia Terme per partecipare alle udienze di Rinascita Scott, libero e senza scorta, «senza soste intermedie e senza interloquire con soggetti estranei ai motivi dell’autorizzazione resa». L’istanza dei legali Salvatore Staiano e Guido Contestabile è «fondata sulle attuali condizioni di salute» di Pittelli, «come emergerebbero dalla documentazione allegata».
«L’ordinanza con la quale il Tribunale di Vibo Valentia ha revocato la precedente decisione della custodia in carcere di Giancarlo Pittelli, sostituendola con gli arresti domiciliari, rappresenta in primo luogo un atto di giustizia e di equilibrio che ridà a Pittelli la condizione di serenità necessaria per affrontare il processo e fare valere le sue ragioni». Lo afferma, in una nota, Enrico Seta, presidente del Comitato promotore dell’appello per Giancarlo Pittelli, a nome dei 1.800 firmatari dell’iniziativa in favore dell’ex parlamentare, tra cui oltre 200 avvocati e 29 parlamentari. «Ma si tratta anche di una decisione – aggiunge Seta – che consente ai tantissimi cittadini che hanno seguito con partecipazione questa vicenda giudiziaria di confermare e rinnovare la fiducia nelle istituzioni della giustizia. La nostra battaglia dimostra che la partecipazione dei cittadini non è un intralcio, ma un incoraggiamento alla giustizia e che il tessuto di relazioni personali, umane, di stima e di rispetto non possono essere azzerate da inchieste giudiziarie prima che un giusto processo ed una sentenza di condanna abbiano avuto il loro corso. Continueremo a seguire con la nostra costante e vigile partecipazione la particolare vicenda giudiziaria dell’amico, collega e cittadino Pittelli».
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