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Antigone, 316 detenuti in carceri minorili. Dato più basso dal 2007

I detenuti minorenni non sono mai stati così pochi. Sono 923 ragazzi che hanno commesso reati, oggi ospitati in comunità

Pubblicato il: 11/02/2022 – 10:16
Antigone, 316 detenuti in carceri minorili. Dato più basso dal 2007

ROMA Sono 316 i detenuti negli istituti penali minorili italiani a fronte di 13.611 ragazzi
complessivamente in carico al Servizio della Giustizia Minorile, secondo gli ultimi dati disponibili, aggiornati al 15 gennaio. Di questi, 140 sono stranieri, 8 sono le ragazze, 259 hanno tra i 14 e i 21 anni, gli altri tra i 21 e i 25 anni (come prevede da qualche anno la legge). Sono cifre che confermano come la giustizia penale minorile riesce a rendere residuale la detenzione, preferendo per i ragazzi una pena alternativa. «In carcere si va poco e spesso per periodi brevi», sottolinea Antigone nel VI Rapporto sulla giustizia minorile in Italia, «proprio per questo tuttavia, essendo contenitori dei casi più
difficili, e spesso valutati non solo in base alla gravità del reato ma anche alla debolezza sociale, le carceri minorili hanno bisogno della massima attenzione». I detenuti minorenni non sono mai stati così pochi dal 2007. Al 15 gennaio 2020, subito prima dell’arrivo in Italia dell’emergenza Covid, i ragazzi negli Istituti penali minorili (Ipm) erano 375, il 19% in più di ora. I 316 minori e giovani adulti detenuti sono distribuiti in 17 istituti, da Caltanissetta a Treviso, in strutture con caratteristiche e dimensioni molto diverse. Quello con più presenze è l’Ipm di Torino, con 38 detenuti, mentre a Pontremoli, unico istituto esclusivamente femminile in Italia, ospitava solo 3 ragazze il 15 gennaio. In Italia il sistema della giustizia penale minorile conta poi su ben 637 comunità residenziali, di queste, solo tre Bologna, Catanzaro e Reggio Calabria – gestite direttamente dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia. E al 15 gennaio 2022, erano 923 i ragazzi sottoposti a misure penali ospitati in comunità (di cui 17 nelle tre comunità ministeriali).
Secondo Antigone, «sarebbe il caso di pensare ad un definitivo superamento del ricorso al carcere per i minori di 16 anni, o per i minorenni in generale. Non sono molti, sono in
larghissima maggioranza in misura cautelare, e si trovano a convivere con ragazzi che ormai sono per la maggior parte maggiorenni, il 18% ha addirittura più di 21 anni».

Reati commessi da minori in calo del 24%

Negli ultimi 5 anni c’è stato “calo enorme” dei reati commessi dai minorenni. Lo sottolinea Angione nel suo VI Rapporto sulla giustizia minorile in Italia, intitolato quest’anno ‘Keep it trill’. Se si guarda al numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia, si è passati dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del
2020, con un calo del 24%. Nello stesso periodo, gli omicidi volontari compiuti da minorenni si sono ridotti del 66%: erano stati 33 nel 2016 e sono scesi a 11 nel 2020, di cui due commessi da ragazze.
Il calo, infatti, era già riscontrabile nel 2019 quando le segnalazioni erano state 29.544, con un calo rispetto al 2016 del 15%. Sono 885, di cui 298 bambine, in tutto il 2020 le segnalazioni di delitti commessi da minorenni con età inferiore a 14 anni. E loro sono
non imputabili. La metà circa sono stranieri. In controtendenza invece le segnalazioni per pedopornografia online, triplicate nel 2020, anno in cui siamo rimasti tutti chiusi in casa.
Nel 54% dei casi i ragazzi sono entrati in Istituto per avere commesso delitti contro il patrimonio. Questa percentuale sale al 60% per gli stranieri e al 73% per le ragazze. I reati contro il patrimonio sono seguiti da quelli contro la persona, che sono in media all’origine del 20% degli ingressi, percentuale che in questo caso scende al 18% per gli stranieri e all’8% per le donne.

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