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Catanzaro, Cartabia difende la “sua” riforma del Csm

La ministra della Giustizia si collega con i penalisti al Politeama. «Passo importante. Sulla giustizia ancora tante cose da fare»

Pubblicato il: 11/02/2022 – 18:57
Catanzaro, Cartabia difende la “sua” riforma del Csm

CATANZARO «Devo dire con una certa soddisfazione che mi collego quando è stata portata a termine da parte del governo una ulteriore riforma importante: oggi in Consiglio dei ministri è stato approvato il testo, che andrà il Parlamento, per quanto riguarda l’ordinamento giudiziario, della riforma del Consiglio superiore della magistratura. Una riforma di sistema che inevitabilmente riguarda tutti, anche se tocca da vicino e più direttamente l’attività dei giudici, dei magistrati, ma sappiamo bene che questo è uno dei punti di contatto che mi sento di condividere». La ministra della giustizia Marta Cartabia si collega con Catanzaro, alla cerimonia che apre l’anno giudiziario dell’Unione delle Camere penali, poco dopo che quel progetto di riforma è stato duramente criticato dal presidente dell’Ucpi Gian Domenico Caiazza. Quella di Cartabia non è, ovviamente, una risposta a quell’intervento. «La funzione giurisdizionale ha tante voci, tanti protagonisti, e quello che riguarda uno riguarda poi tutti quanti – dice –. In questo caso poi è particolarmente vero che il ruolo degli avvocati, anche su temi importanti come le valutazioni di professionalità o le assegnazioni di incarichi apicali, sarà valorizzato da questa riforma. Speriamo di poter continuare questo cammino che è veramente un cammino ricchissimo di innovazioni. Abbiamo avuto dei percorsi insieme sulla legge delega del processo penale, il processo civile, l’ordinamento giudiziario, abbiamo tante altre cose da fare ancora. Questo governo auspicabilmente può contare ancora su alcuni mesi davanti a sé, le fasi di attuazione che dovremmo concludere entro la fine dell’anno e che vi vedono coinvolti come co-protagonsiti saranno un terreno di confronto, di scambio, di convergenza e divergenza».
Cartabia dice ancora: «Prima del mio intervento ho sentito evocare l’articolo 27 della Costituzione (sulla tutela delle garanzie degli imputati, ndr), e lo trovo di un tempismo particolarmente significativo. Sapete che l’unico mio faro nella conduzione di queste non semplici riforme – perché sappiamo che le opinioni delle varie forze politiche divergono su tanti punti – il mio compito è stato quello di tenere sempre saldo il timone puntato verso la Costituzione, è quello che ho cercato di fare nei mesi scorsi e che mi riprometto di fare con il contributo di tutti». (ale. tru.)

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