ROMA La vicenda del “Valentini – Majorana” di Castrolibero è finita in Parlamento. Con un’interrogazione urgente tutte le parlamentari del Pd hanno rivolto al ministero dell’Istruzione un appello per chiedere «verità e rigore» su quanto si sarebbe consumato all’interno della scuola cosentina. Ed è stata Laura Boldrini ad illustrare l’interrogazione.
L’ex presidente della Camera ha fatto riferimento al movimento “meet too” diffusosi negli Stati Uniti dopo le molestie sessuali del produttore cinematografico Harvey Weinstein, alle denunce di Asia Argento e all’iniziativa della giornalista Giulia Blasi per introdurre l’interrogazione. Vicende che però, ha fatto notare, la parlamentare dem in Italia non hanno sortito lo stesso effetto che negli States: «Non arrivò il sostegno dei mezzi di informazione nel diffondere quel messaggio. Anzi i media si concentrarono sulla morbosità di quanto accaduto. Mettendo le ragazze che denunciavano in difficoltà». «Nel nostro Paese – ha detto amareggiata – sono tanti ancora gli uomini convinti che allungare le mani e pretendere sesso in cambio di favori siano forme “accettabili” di corteggiamento e di scambio. Così di fatto nessuno degli uomini coinvolti nel “meet too” di casa nostra ha subito conseguenze di alcun tipo né sul piano penale e né sul quello sociale né sul piano lavorativo». Su nessuno di loro è rimasto una macchia, invece «sulle donne sì. E questo è un tristissimo paradosso». «Qui da noi – ha evidenziato – quando una donna denuncia una molestia sessuale il più delle volte non viene creduta o si pensa che esageri».
La conseguenza ha fatto notare la Boldrini «troppo spesso è il silenzio delle donne». «Ma con il silenzio – ha detto ancora – non avviene il riconoscimento di un fenomeno». Da qui l’importanza di quanto sta succedendo a Castrolibero. «Qualcuno in questi giorni sta squarciando questo silenzio – ha tuonato in Aula -. Sono le ragazze ed i ragazzi del Liceo scientifico “Valentini – Majorana” di Castrolibero che hanno avviato una protesta fino a decidere l’occupazione pacifica dell’istituto. E lo fanno contro le ripetute molestie sessuali ai danni di alcune studentesse che hanno deciso di non tacere più. Di uscire dal silenzio, di denunciare». «Dobbiamo essere grati e grate – ha detto ancora – per il coraggio di queste ragazze e alla solidarietà dei loro compagni maschi». Coraggio ha sottolineato la parlamentare «perché quando si sono rivolte alle autorità scolastiche ed hanno iniziato a raccontare quelle storie vergognose non sono state credute». Si è palesato il «il dubbio» lo stesso ha ricordato la Boldrini che si annida «nelle aule giudiziarie» quando le donne denunciano soprusi.
«Le ragazze – è poi tornata a parlare della vicenda del liceo di Castrolibero – che avrebbero avuto necessità di essere accompagnate in questo difficile e doloroso percorso di verità, le sono state invece voltate le spalle, lasciandole sole».
«Il ministro Bianchi ha inviato un’ispezione, bene – ha detto -. La magistratura è chiamata ad intervenire, molto bene. Con questa interrogazione presentata da tutte le parlamentari del gruppo democratico e del Pd chiediamo al Governo di avere un comportamento molto rigoroso su questa vicenda. Perché guai se queste ragazze e questi ragazzi si sentissero abbandonati dalle istituzioni. Sarebbe un segnale di incoraggiamento per i violenti ed i molestatori».
«Ma chiediamo qualcosa di più – ha poi spiegato -. Chiediamo di assumere iniziative concrete affinché nelle scuole fin dai primi anni si educhi al rispetto di genere, si educhi al rifiuto di ogni forma di prevaricazione. La violenza non è amore. Questo va spiegato ai nostri bambini e alle nostre bambine in tenera età nelle scuole. Non c’è altra strada se non quella culturale per abbattere i muri del silenzio».
A rispondere all’interrogazione urgente il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. «Condivido ancor prima che come sottosegretario, insegnante ed educatore – ha detto ad inizio di risposta – come papà di due ragazze che vanno a scuola le preoccupazioni. Condivido la delicatezza e l’estrema gravità della vicenda per il coinvolgimento dei nostri studenti. Fatti che potrebbero determinare forti ripercussioni e i danni psicologici gravi». Per il sottosegretario, «il più forte interesse del Ministero è quello di proteggere gli adolescenti da vicende che possono compromettere la loro serenità e la fiducia nelle istituzioni».
«Non appena si è diffusa la notizia dei gravi episodi denunciati – ha replicato il sottosegretario – il competente ufficio scolastico territoriale ha inviato immediatamente un proprio ispettore presso l’Istituto ed ha preso contatti con la Procura della Repubblica. Ma in ragione della rilevanza e della gravità dei fatti che si sospetta siano avvenuti, il dipartimento competente – d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale – ha inviato due ispettori della amministrazione centrale. Questo per evitare qualsiasi condizionamento locale che depotenzi l’ispezione».
«La dirigente scolastica dell’Istituto – ha poi relazionato Sasso – ha inviato una sua relazione la cui completezza è parte integrate dell’ispezione che si sta svolgendo proprio ora, in questi giorni e che verte principalmente sull’ascolto degli studenti dell’Istituto». «Tale attività ispettiva – ha illustrato il sottosegretario – è finalizzata all’individuazione di fatti da porre ad uno o più procedimenti disciplinare. Uno o più procedimenti disciplinari – ha ripetuto Sasso – tesi ad individuare responsabilità ed a erogare sanzioni adeguate alla gravità dei fatti che saranno appurati».
«L’azione disciplinare – ha tenuto a precisare il sottosegretario – dovrà rivolgersi non soltanto nei confronti degli eventuali autori dei fatti denunciati che stiamo verificando, ma anche di quanti pur consapevoli di quanto accadeva non ne hanno impedito la loro prosecuzione». Poi rivolgendosi direttamente alla Boldrini ha tuonato, «nessuno al ministero può tollerare alcuna omertà a scuola. L’omertà a scuola non la giustificheremo». «Non siamo qui per fare un processo – ha ricordato Sasso – dobbiamo aspettare gli esiti dell’ispezione. Ma la risposta che complessivamente ha fornito il ministero sia nella diramazione locale che in quella centrale evidenzia che non vi è alcuna sottovalutazione della vicenda rispetto alla quale c’è il massimo interesse a fare chiarezza ed esercitare, laddove se ne ravvisassero le condizioni, il più appropriato potere sanzionatorio e disciplinare».
Dopo aver fatto un breve excursus sulle azioni intraprese dal ministero in materia di prevenzione della violenza nelle scuole, il sottosegretario ha concluso ritornando sui fatti di Castrolibero. «A scuola non può esserci nessuna forma di violenza – ha detto -. Dobbiamo fare in modo che chi ha sbagliato paghi. Chi ha sbagliato deve pagare. E se davvero c’è qualcuno come temo ci sia – ha chiosato – ma aspettiamo l’esito dell’ispezione, che ha usato violenze fisiche o verbali nei confronti degli studenti assicuro che faremo in modo che venga cacciato per sempre dalle nostre scuole».
Anche la deputata Cecilia d’Elia nella sua replica all’intervento del sottosegretario ha evidenziato la gravità di quanto potrebbe essere successo a Castrolibero e per questo ha detto ad inizio del suo intervento in aula: «È importante che il ministero abbia inviato gli ispettori al liceo». Riprendendo il tema della violenza di genere sollecitato dalla Boldrini ha affermato «Va ascoltata sul serio quando una donna denuncia. L’altro aspetto che va sottolineato è importante anche a distanza di tempo denunciare, anche per liberarsi di quel senso di colpa che sentiamo come donne». Un aspetto che ha permesso alla deputata dem di ricordare quanto successo dopo le denunce della studentessa a Castrolibero. «È scattato in poche ore quel piccolo meet too – ha detto -. In molte hanno denunciato dopo l’apertura della pagina Istagram». E la solidarietà su quanto sarebbe accaduto è scattata anche nel corpo docenti, «che hanno chiesto scusa». «Il caso di Castrolibero – ha poi aggiunto d’Elia – può essere un monito per prevenire il ripetersi di quanto successo. I ragazzi sembrano pronti, la scuola deve essere pronta a questi mutamenti». «Penso – ha poi concluso – che la scuola debba essere in prima fila in questa battaglia». (r.desanto@corrierecal.it)
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