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le indagini

La spiaggia e l’aeroporto di Crotone coltivati a ortaggi. Le false dichiarazioni per la truffa sul carburante – VIDEO

Gli indagati attestavano superfici di terreni molto estese per ottenere maggiori erogazioni. Ma le particelle catastali risultano in luoghi improbabili

Pubblicato il: 11/02/2022 – 11:19
di Alessia Truzzolillo
La spiaggia e l’aeroporto di Crotone coltivati a ortaggi. Le false dichiarazioni per la truffa sul carburante – VIDEO

CROTONE Fabbricati inesistenti oppure con dimensioni ridotte rispetto a quelle dichiarate. Verdure coltivate su particelle catastali che nella realtà risultavano poi essere l’aeroporto di Crotone, spiagge o altre aree demaniali.
C’è anche questo tra le “magagne” architettate dagli indagati nell’inchiesta sulla truffa dei carburanti che ha portato stamane sette persone agli arresti domiciliari.
Falsi anche abnormi, come quello che sarebbe stato perpetrato, per esempio, da Francesco Ranieri il quale, stando ai brogliacci dell’inchiesta, avrebbe indicato «fabbricati per una superficie complessiva di oltre 72mila metri quadrati, quando in realtà, non solo sullo stralcio del relativo foglio di mappa non risultano indicati immobili, ma tale particella è funzionale all’aeroporto S. Anna di Isola di Capo Rizzuto».
Gli indagati avrebbero registrato all’Agenzia delle entrate falsi contratti d’affitto «attestando perfino l’utilizzo di fondi agricoli di proprietà del demanio marittimo (spiagge). In alcuni casi – scrive il pm Francesco Bordonali nella richiesta di misure cautelari – sono state dichiarate superfici di terreni con estensioni superiori a quelli riportati nel catasto, nonché variazioni di destinazione d’uso degli stessi, al fine di acquisire maggiore gasolio. È evidente che l’utilizzo di mezzi agricoli per la costante coltivazione dei terreni, rispetto a fondi agricoli adibiti a colture che non richiedono un continuo impiego di mezzi, impongono un maggiore consumo di carburante»

I “magheggi” per beneficiare del gasolio a prezzo agevolato

In sostanza il carburante agricolo ha un prezzo inferiore rispetto a quello che normalmente viene acquistato presso i diversi distributori, pertanto, in molte occasioni, viene immesso illegalmente in commercio ad un prezzo concorrenziale, per essere utilizzato per motori “da strada” (autovetture, autocarri, autobus) e/o industriali.
«L’erogazione dei contributi, nonché del carburante, varia in proporzione al terreno coltivato ed ai mezzi utilizzati per tale scopo – spiega il pm –. È evidente che maggiore è l’estensione dei terreni ed il numero dei mezzi agricoli, maggiore è l’erogazione del gasolio e/o dei contributi. Non c’è da stupirsi allora se alcune persone, pur non essendo proprietarie di alcun terreno o comunque non avendone avuto la materiale conduzione/possesso e non avendo mai svolto alcuna attività nel settore agricolo, sono disposte a dichiarare di condurre in fitto alcuni poderi, utilizzando in molti casi falsi contratti di affitto, regolarmente registrati, senza che gli effettivi proprietari ne fossero a conoscenza». È ciò che, secondo le indagini, è accaduto nel Crotonese con la truffa dei carburanti.
Pur di beneficiare del gasolio agricolo agevolato, per esempio, Francesco Ranieri avrebbe indicato il possesso e la conduzione di serre «pur essendo le serre non ancora esistenti». Ranieri avrebbe anche dichiarato il possesso di macchine agricole di cui aveva in precedenza denunciato il furto. Secondo il giudice vi sono gravi indizi sul fatto che l’indagato abbia effettuato fittizi prelievi di gasolio al distributore della Kremissa Carburanti di Saverio Flotta e Graziano Vulcano. «Ed infatti, dall’analisi dei tabulati gps dei mezzi utilizzati relativi agli anni 2019 e 20120, è emerso che nelle date in cui risultano essere state effettuate le consegne di carburante a favore di Francesco Ranieri i suddetti autocarri non si sono mai recati nel comune di Isola di Capo Rizzuto», oppure è emerso dalle indagini che gli autocarri si trovassero a Isola ma in luoghi diversi dalla presunta azienda agricola di Ranieri.
Roberto De Fazio, invece, avrebbe riportato nei fascicoli aziendali «la presenza di fabbricati inesistenti», in altri casi avrebbe indicato «la presenza di fabbricati su particelle di proprietà del demanio dello stato e del demanio marittimo». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

Il video del blitz:

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