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Lamezia e l’omicidio dei coniugi Aversa: trent’anni di «memoria» e lotta alla ‘ndrangheta – VIDEO

Celebrato il ricordo di Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano. «Lo Stato non arretra e non lo farà mai»

Pubblicato il: 11/02/2022 – 14:11
di Giorgio Curcio
Lamezia e l’omicidio dei coniugi Aversa: trent’anni di «memoria» e lotta alla ‘ndrangheta – VIDEO

LAMEZIA TERME Trent’anni e una ferita tutt’altro che rimarginata. Il ricordo dell’omicidio dei coniugi Aversa, il sovrintendete di polizia Salvatore Aversa e la moglie Lucia Precenzano, uccisi a Lamezia Terme la sera del 4 gennaio 1992, è più vivo che mai. Soprattutto oggi, nell’evento organizzato dalle Segreterie Provinciali delle Organizzazioni Sindacali Siulp e Fsp Polizia di Stato.

Il convegno

Un convegno «per non dimenticare», per coltivare la memoria di un dramma familiare, una tragedia sociale e di Stato e che, di fatto, ha solo anticipato i tempi della terribile stagione stragista della mafia. Dopo tre decenni e un lunghissimo processo di fatto mai terminato, Lamezia Terme, la comunità sana della città, ricorda ancora commossa un fatto di sangue scolpito nella memoria, e che continua a riecheggiare fra le vie di Lamezia senza tuttavia disperdere – nonostante il tempo – tutta la drammaticità di un duplice omicidio efferato, che ha colpito dritto al cuore dello Stato. Il ricordo oggi è, dunque, un’arma incisiva per sensibilizzare la collettività, educare il senso civico dei più giovani per poter tracciare insieme alle forze dell’ordine e le istituzioni, un percorso di liberazione di tutte le fragilità che spalancano la strada alla criminalità organizzata. 

«Lo Stato non arretra e non lo farà mai»

«Queste ferite non si possono rimarginare mai, – ha detto ai microfoni del Corriere della Calabria Maria Luisa Pellizzari, vicario capo della Polizia di Stato – però l’impegno, il ricordo e la memoria, ricordare i valori che queste due persone ci hanno insegnato, ci è di stimolo continuo nel contrasto alle organizzazioni criminali in un territorio come questo che, purtroppo, non è esente». «Celebriamo oggi un grande uomo, un poliziotto, un servitore dello Stato che ha sacrificato la sua vita per il Paese e la sicurezza, per la comunità di Lamezia Terme, barbaramente ucciso dalla criminalità organizzata». Questo ha detto, invece, Nicola Molteni, sottosegretario di Stato all’Interno. «È dunque giusto ricordare, è doveroso per non dimenticare ma soprattutto per continuare l’opera di questi valorosi rappresentanti delle Forze di Polizia, dello Stato, che rappresentano l’integrità, la genuinità, la sicurezza e la legalità. Lo Stato non arretra e non lo farà mai di fronte alle varie forme della criminalità organizzata». «È la perdita di due persone che – ha spiegato Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare Antimafia – seppur due profili diversi, avevano in comune lo stesso senso di Stato, lo stesso che riguarda ovviamente le nuove battaglie che la politica deve condurre al fianco delle forze armate e della Polizia».

Felice Romano – Segretario generale del Siulp

«Il contrasto alle mafie è una guerra»

Ancora più incisivo il commento di Felice Romano, segretario generale del Siulp: «Oggi è la giornata della memoria, per noi che facciamo questo lavoro, ricordare i defunti è un dovere, ma soprattutto è fondamentale per rinnovare l’impegno contro lo stragismo, il malaffare, contro le mafie. Le stesse che si nutrono di un territorio dove, come in quegli anni, regna il “negazionismo”, il non voler ammettere che quelle associazioni criminali non solo esistevano, ma si stavano impadronendo del territorio». «Il contrasto alle mafie è una guerra – ha detto ancora – e come in tutte le guerre, non bisogna mai abbassare la guarda e bisogna aver la consapevolezza che non può essere solo un’azione simmetrica cioè uno scontro militare, bisogna invece creare una consapevolezza, una motivazione, e aggredire ciò che le mafie alimentano. Solo così si potrà vincere questa guerra».

Occhiuto: «Dobbiamo mantenerne memoria»

«Non siamo per ricordare, ma per mantenere la memoria del sacrificio dei coniugi Aversa, che diventa parte di una società che la conserva e la custodisce ogni giorno facendola diventare presenza». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo a Lamezia Terme alla commemorazione, organizzata dai sindacati di polizia Siulp e Fsp, del sovrintendente Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, nel trentesimo anniversario del loro omicidio.
«Aversa è morto – ha aggiunto Occhiuto – facendo il proprio dovere e ciò che preoccupa la ‘ndrangheta è proprio chi fa il proprio dovere. Il contrasto alla ‘ndrangheta, che uccide i diritti, è nei comportamenti. Oggi qui ci sono tanti ragazzi e bisogna spiegare loro che la nostra regione è bellissima e non merita di essere ostaggio di chi non vuole il suo bene».
«Forse noi – ha detto ancora il Governatore della Calabria rivolgendosi ai ragazzi – abbiamo fatto tanti errori. Voi fate tesoro dei nostri errori e dei sacrifici dei tanti servitori dello Stato che hanno dato la loro vita. Potete farlo svolgendo, ciascuno, il proprio lavoro, che, spero, possa essere per tutti voi in Calabria». (redazione@corrierecal.it)

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