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le indagini

Banca al servizio della ‘ndrangheta, inchiesta della Dda di Catanzaro

Disposta l’amministrazione giudiziaria per la Bcc del Crotonese, uno dei maggiori istituti di credito della Calabria. «Libero accesso al sistema per esponenti dei clan»

Pubblicato il: 15/02/2022 – 13:55
Banca al servizio della ‘ndrangheta, inchiesta della Dda di Catanzaro

CATANZARO I militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Comando Provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione a un decreto di applicazione della misura dell’Amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e delle aziende, nei confronti di uno dei maggiori istituti di credito operante sul territorio calabrese.
Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 34 D.lgs. 159/2011 (c.d. “Codice Antimafia”) dal Tribunale di Catanzaro, sulla base delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle.

Libero accesso al sistema bancario per esponenti della ‘ndrangheta

In particolare, attraverso le investigazioni è stato ricostruito come la Banca di credito cooperativo del Crotonese sarebbe stata lo strumento grazie al quale esponenti di spicco della ‘ndrangheta, anche indirettamente, avrebbero: avuto libero accesso all’utilizzo del sistema bancario; beneficiato di forme di agevolazione che la banca riconosce ai propri soci (quali ad esempio apertura di conti corrente, erogazione di credito, investimento di capitali); partecipato alla vita sociale attraverso l’espressione del consenso sulla elezione degli organi sociali; eluso le stringenti maglie della normativa antiriciclaggio, agevolati dalle modalità di gestione, a tutti i livelli, dell’istituto di credito (ad esempio attraverso l’assegnazione alla clientela di un basso livello di rischio di riciclaggio, la compilazione lacunosa di questionari di adeguata verifica nei confronti dei clienti e l’omessa segnalazione di operazioni sospette nonostante ne ricorressero i presupposti). Il management della Bcc era finito, nel gennaio 2020, nel mirino dell’inchiesta “Thomas” della Dda di Catanzaro.

«Tutelare la clientela “sana” della banca»

«Il contenuto e lo scopo della misura – riporta una nota –, particolarmente rilevante in quanto eseguita nei confronti di un Istituto di credito con una significativa estensione in termini di raccolta ed impieghi, è anzitutto quello di tutelare la clientela “sana” della banca, realizzando un programma di sostegno e risanamento dell’attività di impresa, finalizzato a rimuovere le situazioni esponenziali dell’infiltrazione della criminalità organizzata e degli altri soggetti pericolosi nell’azienda».

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