COSENZA Non si placano le polemiche nella Federazione bruzia del Partito democratico, impegnata in vista del congresso provinciale dem. Il bubbone è scoppiato in occasione della presentazione delle liste dei candidati dei rispettivi schieramenti, da una parte quello che fa capo a Maria Locanto e dall’altra quello che vede capolista Antonio Tursi (leggi qui). Tante le anomalie segnalate: dalle informazioni personali incomplete all’assenza del circolo dem di appartenenza, fino alla grave assenza del rispetto dell’alternanza di genere (uno degli elementi cardine inserito nel regolamento del Partito democratico). E infine, la denuncia di alcuni candidati schierati a supporto di Maria Locanto inseriti in lista «a loro insaputa». Un caos generato, secondo quanto si apprende da fonti interne ai dem, dall’azione di “disturbo” di alcuni big del partito che avrebbero imposto e dettato condizioni sui nomi da inserire nei listoni.
Nelle ultime ore, si segnalano altre defezioni per la candidata Locanto. Si tratta di Davola Pucci, componente del direttivo di Aiello Calabro (roccaforte del consigliere regionale e attuale presidente della provincia di Cosenza, Franco Iacucci) e di Gianluca Falbo, commissario del Pd di Cassano allo Ionio. La prima, si dice sorpresa dell’inserimento del proprio nome «nella lista che, nell’ambito territoriale del Savuto, presentata a sostegno della candidata alla segreteria provinciale del Pd, Maria Locanto». «Per quanto mi riguarda – sostiene Pucci – non intendo, in questo caso, esercitare il diritto di elettorato passivo ed essere potenziale componente di un organismo che nasce sulla base di una bieca spartizione della rappresentanza elettiva dell’assemblea provinciale del partito e senza alcuna condivisione di contenuti e programma politico. Avrei preferito che fossi stata raggiunta almeno da una telefonata da parte della candidata Locanto. Niente di tutto ciò. Anzi, temo addirittura che la mia candidatura sia stata sottoscritta attraverso una firma falsa, dal momento che non è stata apposta da me e, dunque, per nulla autentica».
Non meno dura, la posizione assunta da Gianluca Falbo. «Ritengo doveroso dover dare notizia pubblica del fatto che ho rinunciato ad essere inserito nella lista a sostegno della candidatura a segretario della federazione del Pd di Maria Locanto, ho avuto modo di declinare l’invito che mi era stato rivolto telefonicamente. Non condivido né il merito, né il metodo con cui si sta rapportando alle realtà dei circoli territoriali. Trovo assurdo e poco etico che a suo sostegno la Locanto abbia indicato quali componenti dell’assemblea provinciale del partito dei nominativi che notoriamente non hanno votato alle ultime elezioni regionali né il Pd e né il centro sinistra». «Non ritengo – continua – sia normale che su queste scelte la Locanto non abbia inteso confrontarsi con il sottoscritto che attualmente oltre a ricoprire la carica di commissario del circolo Pd di Cassano allo Ionio è impegnato anche nella funzione di assessore della giunta comunale di centrosinistra guidata dal sindaco socialista Gianni Papasso. Sarebbe stato paradossale se nell’accettare la candidatura nella lista a sostegno della Locanto avessi dovuto dare copertura alla presenza nella stessa lista ad esponenti che oltre ad aver votato all’elezioni contro il Pd siano oggi anche fieri oppositori della giunta di centrosinistra di cui mi onoro di fare parte».
Bruno Villella, già coordinatore provinciale di Cosenza e vice segretario regionale dem, in un lungo post sul suo profilo facebook, si sofferma con una critica analisi sul momento delicato del partito democratico in Calabria. «La vicenda congressuale del Pd calabrese sta producendo un ulteriore aggravamento della sua crisi. Le gravi ricadute di natura politica sono rese evidenti dalla indifferenza dei calabresi e degli stessi militanti rispetto ad un congresso farsa e gravido di gravi violazioni statutarie e imbrogli. Una situazione che azzera la serietà e la credibilità del nostro partito, con effetti devastanti anche sul piano Istituzionale». Villella poi attacca: «Siete ridicoli davanti ai calabresi. I giornali locali sono pieni di dichiarazioni di candidati che non vogliono essere complici dei brogli che qualcuno a loro nome ha fatto».
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