ROMA La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente Giuliano Amato. La Corte costituzionale ha bocciato anche il referendum sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, dichiarando l’inammissibilità del quesito. Si terrà invece il referendum che ha l’obiettivo di riconoscere nei consigli giudiziari il diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.
Amato: «Avremmo violato obblighi internazionali»
«Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti». Ha commentato Amato in una conferenza stampa, spiegando la bocciatura del quesito che ha aggiunto: «Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali».
Intanto nella stessa giornata la Consulta aveva promosso i quattro quesiti referendari sulla giustizia.
«È incredibile questa decisione della corte costituzionale dopo che il referendum è stato sottoscritto da 600mila cittadini. dopo la decisione sull’eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum». Così Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, davanti alla Consulta che aggiunge: «La corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell’uovo».
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