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Donato: «La mia è una candidatura civica aperta a tutti. E dietro di me non ci sono poteri forti»

Il candidato alla carica di primo cittadino di Catanzaro spiega i motivi della sua discesa in campo: «Nessuno può indurmi a fare un passo indietro»

Pubblicato il: 16/02/2022 – 8:29
Donato: «La mia è una candidatura civica aperta a tutti. E dietro di me non ci sono poteri forti»

CATANZARO Una candidatura «civica aperta a tutti», una candidatura politica ma non partitica «perché l’utilizzo delle ideologie sullo sviluppo di Catanzaro ha avuto un effetto negativo», e un candidatura dalla quale «nessuno può indurmi a fare un passo indietro». Ospite di 20.20, l’approfondimento settimanale in onda alle 21 sul canale 16 de L’altro Corriere tv, Valerio Donato, giurista, avvocato e professore universitario, spiega i motivi della sua candidatura a sindaco di Catanzaro. Rispondendo alle domande di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Donato ribadisce che «non c’è un abboccamento a destra, e non lo promuovo, come non c’è un abboccamento a sinistra né lo promuovo», ferma restando l’apertura a quanti condividano il suo progetto. E soprattutto, Donato replica piccato a quanti sostengono che la sua discesa in campo sia stata dettata dai cosiddetti “poteri forti”: «Ho invitato tutti a dichiararli pubblicamente affinché io possa smentirli. Ma nessuno si è permesso», precisa il candidato sindaco di Catanzaro.

«Sfido chiunque a dire che sono espressione dei poteri forti»

«La mia è una candidatura civica, che significa che non è connotata ideologicamente ed è aperta all’adesione di tutti coloro che ritengono il mio progetto adeguato per la città», esordisce Donato, che rivela di aver «dismesso un po’ le ideologie perché l’utilizzo delle ideologie sullo sviluppo di Catanzaro ha avuto un effetto negativo. È una candidatura che non può avere un passo indietro proprio perché non ha ricevuto un’investitura da un partito né ho intenzione di essere investito successivamente da un partito politico. Dunque nessuna delle logiche amministrativo-burocratiche dei partiti può indurmi a fare un passo indetto». In tanti si chiedono chi c’è dietro la sua candidatura, ma Donato è risoluto: «Non c’è nessuno se non Valerio Donato, un’auto-candidatura nel senso che ho fatto una proposta che lancio alla città ed è aperta a qualunque condivisione. Qualcuno ha tentato, nei giochetti di palazzo, di farmi passare per un candidato che ha dietro qualche accordo o il sostegno di interessi di poteri forti, io ho invitato tutti a dichiararli pubblicamente affinché io possa smentirli. Ma nessuno si è permesso».

«Sono un candidato civico, aperto al Pd come ad altre strutture politiche»

In un’intervista esclusiva al Corriere della Calabra la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro si è scagliata contro chi strumentalizza l’amicizia personale con Donato per portare avanti “un”operazione di discredito”, e qui Donato ribadisce la sua linea: «Non c’è un abboccamento a destra, non c’è stato, non lo promuovo, ma come non c’è un abboccamento a sinistra e non lo promuovo. Ribadisco – sostiene il candidato sindaco – che la mia è una proposta civica, ho tracciato delle linee ideali per me indispensabili per la Catanzaro del futuro, chiunque le dovesse condividere non ho problemi di convenire con loro. Anche a Irto e Boccia ho detto esattamente queste cose: sono un candidato civico, aperto alla costruzione di un percorso con il Pd come con altre strutture politiche. Certamente se il Pd o oltre componenti del centrosinistra volessero condividere il progetto non sarei io a ostacolarlo, come non lo ostacolerei per altri». Per Donato «i politici – non solo il Pd – hanno un problema fondamentale, quello di una rappresentazione nazionale delle elezioni di Catanzaro, come un test sulle politiche nazionali. Ma la mia proposta civica tende proprio a sottrarre alle logiche della rappresentazione nazionale un progetto di cui invece la città ha bisogno. In questo momento Catanzaro vive una condizione di gravissima difficoltà, è necessario mettere le mani in pasta provando a identificare un percorso di sviluppo del futuro. Non so se questo sia di sinistra o di destra, certo è necessario farlo. Penso – rimarca Donato – che i partiti dovrebbero compiere un atto di grandissima generosità proprio perché Catanzaro vive una grande difficoltà: la più grande ideologia che i partiti dovrebbero avere è “lavoriamo per la città».

«Difficoltà operative per l’integrazione Pugliese-Mater Domini»

Sul piano dei contenuti, a 20.20 Donato si sofferma anzitutto sull’integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro, il Pugliese e il Policlinico universitario Mater Domini: «L’integrazione è un obiettivo da perseguire, bene ha fatto il Consiglio regionale a legiferare, ma non mi nascondo la difficoltà operativa dell’integrazione, che richiederà un grandissima attenzione. Da un lato – sottolinea il candidato sindaco – abbiamo una struttura ospedaliera che ha maturato una grande esperienza e fa fronte alle esigenze dei pazienti, dall’altro una struttura che si è fatta valere per capacità di ricerca e didattica: queste due esigenze devono essere poste in equilibrio, e non può bastare una affermazione astratta, si dovranno trovare gli studenti adeguati per preservare pienamente le vocazioni delle due strutture. La legge regionale è il primo atto, indispensabile, ma un primo atto».

«A Catanzaro una scuola di formazione regionale della pubblica amministrazione»

Per Donato poi «Catanzaro, con i suoi quartieri è un po’ la metafora della Calabria, dobbiamo valorizzare la vocazione di ciascuno di essi perché ciò significherà una città più integrata e competitiva. Catanzaro ha subito due fenomeni negativi: la disarticolazione della Provincia unica e la dislocazione di istituzione importanti – la Regione è solo una – senza prevedere la sostituzione all’interno delle cinta della città e senza programmare le aree destinate a ospitare. Secondo me bisogna avere attenzione all’intero istmo, non per ricostruire di nuovo un’unica Provincia. Io penso che bisogna fare una metropolitana di superficie da Crotone a Lamezia, un collegamento che ricongiunge l’istmo. Quanto al depauperamento del centro, secondo me non è praticabile far rientrare delle istituzioni, a esempio qualcuno vuole far rientrare nel centro l’università, ma è una follia, perché significherebbe sprecare energie ed economie e distruggeremmo una realtà presente come il campus: penso piuttosto – conclude il candidato sindaco – che la Regione Calabria dovrebbe creare una scuola di formazione a livello regionale della pubblica amministrazione». (redazione@corrierecal.it)

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