CATANZARO La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato le dieci condanne e le cinque assoluzioni emesse in primo grado nei confronti di altrettanti imputati coinvolti nel processo nato dall’inchiesta “Stammer”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, contro un grosso traffico di droga a livello internazionale.
Inflitti 16 anni di reclusione ad Antonio Grillo; condannato poi a 15 anni Giuseppe Grillo; Pasquale Grillo, 14 anni e 6 mesi; Franco Greco, un anno; Rocco Iannello, 15 anni e 6 mesi; Fortunato Loschiavo, 15 anni; Salvatore Paladino, 5 anni e 4 mesi; Massimo Pannaci, 16 anni; Antonio Varone, 15 anni (16 anni in primo grado); Osvaldo Mena Nunez, 15 anni. Confermate anche le assoluzioni per cinque imputati, Mario Calesse, Giuseppe Careri, Ernesto Oliva, Pasquale Pititto e Antonio Prostamo.
Regge in buona sostanza l’impianto accusatorio costruito dalla Dda di Catanzaro, le cui indagini hanno permesso di infliggere un duro colpo ad un’organizzazione complessa, costituita da diversi gruppi criminali legati alla ‘ndrangheta e riconducibili ai Fiarè di San Gregorio d’Ippona, alla ‘ndrina Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto e al gruppo egemone sulla contigua San Calogero, organizzazioni satellite rispetto alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi, con la sostanziale partecipazione delle più note ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro e della provincia di Crotone.
L’operazione “Stammer” ha dimostrato, dunque, come i trafficanti calabresi fossero in grado di ricevere disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, incensurati, personaggi celati dietro una facciata di liceità, spesso legata ad attività commerciali che andavano dalla ristorazione alle strutture ricettive turistico alberghiere, alle concessionarie di automobili, caseifici, bar e tabacchi, con partecipazioni anche in cantieri navali e aziende agricole, che non disdegnavano di fare affari con le potenti ‘ndrine vibonesi, tramite delle “puntate” per l’acquisto all’ingrosso della cocaina.
Il collegio difensivo è composto tra gli altri dagli avvocati Giovanni Vecchio, Giovanni Marafioti, Diego Brancia, Leopoldo Marchese, Giuseppe Di Renzo, Gregorio Viscomi, Francesco Sabatino.
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